Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
lunedì 14 maggio 2007
Un altro 12 maggio ... di meno
Devo smetterla di continuare a leggere "il manifesto", pur se saltuarmente!
Non vale la scusa del treno, ché ci sono tanti buoni libri rimasti da leggere, che aspettano di esser letti per poterne poi parlare in qualche modo. Servirebbe!
Magari, per i giornali, potrei limitarmi ad "Alias", e alle pagine culturali da leggere sul Web.
E invece va' a finire che ci ricasco sempre. E poi mi incazzo.
Come mi sta succedendo sul finire di questa domenica, mentre leggo a pagina 4 un trafiletto che definire "vergognoso" sarebbe troppo poco.
Aprire una cronaca miserabile scrivendo - "Dopo 30 anni nessuna verità", parlando dell'uccisione di Giorgiana Masi, per poi voler far capire - a chi legge - che, alla manifestazione di sabato pomeriggio a Ponte Garibaldi, ci sarebbe stato anche il sindaco Veltroni (anche lui "un ragazzo degli anni 70 che voleva cambiare il mondo"!), e che la manifestazione stessa, leggendo, sembra essere stata organizzata dal Partito Radicale; beh, allora delle due l'una, o chi l'ha scritto è dotato di un diabolico senso dell'umorismo oppure manca assolutamente di qualsiasi senso del ridicolo.
No, davvero, non dovrei leggerla certa cartaccia stampata, la cui falsità programmata rischia di soverchiare il ricordo e il piacere di due belle giornate. Il ricordo delle persone, e il piacere del tempo trascorso insieme. La tavolata enorme, la sera prima, alla trattoria di Luciana a Primavalle. Lo spiegare senza fine, il precisare di Oreste, l'urlare di Ettore, le battute gentili, da siciliano...antico, di Tano. E Salvatore che deve rientrare ... obbligatoriamente... a casa per le ventitre. E la notte che non vuole finire, non la si vuol far finire, a parlare per strada, e Oreste che deve essere portato a dormire, fuori Boccea, a casa della mamma di Paolo.
E poi ritrovarsi il giorno dopo, su un ponte. E per molti è un ritrovarsi anche trent'anni dopo, e per alcuni parecchi di quei trent'anni sono passati dentro celle anguste. E il gioco è a riconoscersi, e ci si riconosce. Sempre. In modo da poter camminare insieme, sottobraccio, facendo il percorso all'inverso, da Ponte Garibaldi a Campo dei Fiori. Tenendo il passo, sull'acciottolato. Tenendolo insieme, mentre si parla anche di domani. Camminando....
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