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venerdì 11 maggio 2007
La strategia del risentimento
Alla fine ci sono arrivati! Il saggio-pamphlet di Alessandro Bertante, "Contro il 68" (di cui si possono leggere il primo capitolo e un'altra parte del testo), ha messo in atto, a nome della generazione che non so (sembra essere, ad occhio, quella della "pantera", così tanto per inquadrarla anagraficamente)), la rivolta contro il padre che tanto le mancava. Ma è una rivolta un po' gretta che sembra trarre linfa e sostentamento dal punto di vista che vorrebbe fossero i cosiddetti garantiti, i veri nemici dei cosiddetti lavoratori del precariato diffuso. Un misto di psicoanalisi d'avanspettacolo e di transfert del risentimento dove si battono i piedi per terra, e si agitano i pugni, alla ricerca del riconoscimento di quel rispetto, che si dimentica non può essere richiesto, per possederlo.
Si punta il dito contro quei presunti "privilegi", dimentichi del fatto che è stato pagato un duro prezzo perché fossero diritti. Si rimescolano le carte e si tenta di azzerare la partita, cercando di rimettere in gioco tutte quelle ideologie, dal lavoro al merito, la cui sostanza evidentemente fa dimenticare di che materiale sono fatte. Non credo valga a niente la "risposta di Evangelisti". Il problema sta altrove. La disonestà di cui accusano un'intera generazione, prendendo a pretesto la disonestà di pochi (peraltro evidente da ancor prima che "diventassero" disonesti), è proprio la loro.La disonestà di chi non ha niente da "contestare", tranne la scarsezza di un'eredità che non sanno assumere, e a cui hanno rinunciato da subito. Singolare, ed indicativo, è il fatto che si sostiene essere stata la riforma Moratti, e non già la Berlinguer, a "disinnescare la liberalizzione dei piani di studio", visti come baluardo dell'innovazione (sic). Vedono il precariato come il sintomo di una crisi etica ed esistenziale (la loro), incapaci di pensarsi per quello che realmente sono: una classe media allo sbando, senza alcuna cosienza di sé stessa! Nonostante la "formazione scolastica dignitosa"!!!
Mentre scrivo, la discussione continua e il sito di "carmilla" si è arricchito della prima parte dell'introduzione al libro scritta da Marco Philopat, e preceduta da una lettera.
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