mercoledì 4 ottobre 2006

old rockers never die



11 GENNAIO 2019

Finalmente queste cazzo di feste sono finite.
Tutta quell'euforia, per poi cosa? Migliaia e migliaia di persone che si sbattono per niente.
Fino alla fiammata finale: il capodanno!
Era così anche vent'anni fa. Me lo ricordo bene, quello del duemila.
Abbiamo camminato sopra una tappeto di cocci di bottiglie.
Era l'ultimo dell'anno e pensavamo che di lì a una decina di giorni sarebbe caduto l'anniversario della morte di fabrizio. Era il primo anniversario. Il peggiore. Sì, me ne ricordo proprio bene.
Ne è passato di tempo. Chi l'avrebbe mai detto che il newsgroup, e perfino la mailing list in suo nome, avrebbero resistito per tutto questo tempo. Già è un miracolo che abbia resistito internet, tutto questo tempo!
Eppure, dopo vent'anni, ci ritroviamo ancora periodicamente per le nostre "piole".
La percentuale di "canutezza" è aumentata considerevolmente, da allora, ai tavoli.
E a volte mi chiedo se per caso non possiamo sembrare un pò.....Come dire? patetici?
Ma guarda tu cosa mi metto a pensare! Sarà meglio andare a berci qualcosa, prima di commuoverci troppo. Alla mia età, i ricordi sono da evitare, come la peste!
Fischiettando "Il Pescatore", varcai l'entrata del bar e mi diressi verso il bancone.
Il locale era deserto, data l'ora tarda, tranne che per un vecchio, seduto in un angolo,
di spalle, ad un tavolino. (Mi accorsi che l'uomo era vecchio dalla lentezza dei movimenti
con cui si versava da bere e accostava il bicchiere alle labbra; da questo e dal candore della barba che gli adornava il viso. La intravvidi, la barba, quando l'uomo girò impercettibilmente
il capo e mi lanciò un'occhiata fugace.)
Senza un particolare motivo, trasportai il boccale di corona (perfezionato con la cuervo)
al tavolo vicino a quello dov'era seduto il vecchio. Sedetti e, dopo aver acceso l'ennesima sigaretta di troppo, chiusi gli occhi, assaporando il fumo e la calma.
-"Mi scusi, era una canzone di fabrizio de andré? quella che fischiettava prima?"- una voce di un basso profondo mi riportò alla vita.
-"Sì. Certo." - risposi, osservando la faccia dell'uomo che mi aveva posto la domanda.
-"Me ne ricordo" - continuò il vecchio, più riflettendo ad alta voce che interloquendo.
- "Le sapevo cantare quelle canzoni, una volta. Le conoscevo bene." - sospirò.
Continuavo ad osservare le rughe profonde, i capelli bianchi e lisci.
Mi soffermai a fissare l'occhio semichiuso che si intravvedeva attraverso le lenti spesse degli occhiali.
- "Sono vent'anni, oggi." Buttai lì.
- "Me ne ricordo" - ripetè il vecchio. "Certo che si è levato da un bell'impiccio.
Aveva firmato un contratto che gli imponeva di fare tre dischi in non
rammento più quanti anni." - disse, ridacchiando.
- "Tre anni, mi pare. O forse cinque. Era un bel problema, comunque, per
uno pigro come il nostro amico" - risposi.
- "Proprio un bel problema" - rimarcò l'uomo - "In un modo o nell'altro, però, l'ha risolto"
- "Mi sono chiesto spesso, in questi anni, cosa farebbe, oggi, uno come lui"
- lasciai che la domanda si formulasse.
- "Niente di particolare, credo." - arrivò puntuale la risposta - "Magari,
sarebbe iscritto ad un mailing list su fabrizio de andré. Magari ogni tanto andrebbe a
dare un'occhiata a quello che viene postato su it.fan.musica.de-andre.
Tanto per cercare di riconsiderare quello che ha scritto sotto una diversa angolatura.
Tanto per riascoltare le sue canzoni attraverso le orecchie di altri.".
-"E magari gli potrebbe anche venir voglia di partecipare alla prossima
"piola", fra qualche settimana!" - scherzai, ma non troppo.
-"Sì, credo proprio di sì." - Concluse il vecchio, alzandosi.
-"Adesso è ora che io vada." - Una specie di sorriso gli illuminava il viso
mentre, dopo avermi stretto la mano, si incamminava per la sua strada.

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