venerdì 1 settembre 2006

Quien puede matar a un Nino?


L'isola di Almanzora. Quanto l'ho cercata, sulle mappe! Credevo che esistesse davvero. Forse è cominciata da lì, la mia mania per le isole. Per qualche tempo ho immaginato che fosse l'isola di Alboran, nel mediterraneo, fra la Spagna e il Marocco. Prima di scoprire che Alboran è un isolotto disabitato, che ha avuto una sua storia e una sua importanza, ma che adesso è solo un faro su un grande “scoglio”. L'isola di Almanzora è una strana isola, vista in una film una vita fa. Il cimena era l'astor d'essai, a porta romana, a Firenze. L'anno non sto nemmeno a dirlo, ma era lo scorso millennio. Ma come si può uccidere un bambino? Chiedeva il titolo del film che cominciava un po' come “Uccelli” di Hitchcock, facendo vedere attraverso filmati di archivio come i bambini fossero sempre state le vittime designate di tutto quello che “gli adulti” hanno “commesso”. Guerre, carestie, epidemie e piccoli corpi senza vita. Poi cominciava la storia. La stessa storia che Stephen King racconta in “Grano rosso sangue” e, forse lo stesso film che veniva raccontato, qualche tempo prima che lo facessero King e Serrador, ne “Il villaggio dei dannati”. Una coppia, lei incinta, sbarcano in quest'isola per una vacanza. Lui, che sull'isola ha assolto il servizio militare, voleva far vedere il posto alla moglie. Ma, stranamente, non ci sono adulti sull'isola. Solo bambini. La terribile verità si scopre piano piano, inesorabilmente. Ma il vero film si svolgeva in platea, dove si potevano sentire le esortazioni, lanciate dalla massa degli spettatori coinvolti, che venivano urlate agli attori incapaci, quasi fino alla fine, di rompere quelle tenere testoline ricciolute. Niente da dire, un bel psicodramma! Ma come si può uccidere un bambino? Si può, si può! Certo che si può.
Perché ho scritto questa cosa? Semplicemente perché ne avevo voglia, ed è da quando l'ho visto quella volta che questo film non mi ha mai lasciato. Ed anche perché sembra che il 3 ottobre di quest'anno uscirà il dvd del film, per “NoShame”, distribuito da Cecchi Gori. Cercatelo, compratelo, rubatelo, scaricatevelo. Fate come volete, ma cercate di metterci occhi e orecchie sopra a quel film di Narciso Ibanez Serrador, spagnolo.

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