sabato 28 giugno 2014

accademie

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"Negli ultimi decenni, la percezione sociale del mondo universitario è cambiata... Dal momento che sono pochi ad aspettarsi che possa migliorare la società, ci si rivolge ad esso per ottenere quelle credenziali e quei titoli che permettono di accedere ad impieghi migliori e meglio remunerati, e nient'altro...molti si stupiscono dell'attuale mancanza di cultura, di sostanza e di educazione di una buona parte dei laureati, i quali hanno spesso qualità umane e capacità di comprendere la realtà della vita di gran lunga inferiori a quelle di loro padri e dei loro nonni, che mancavano di un'istruzione superiore. Di conseguenza, questa ora viene vista, praticamente da tutti, come una vendita al dettaglio di titoli ... Il modo stesso in cui l'Università è organizzata, dà luogo a poche illusioni... un oppressivo sistema di gerarchie ha invaso anche l'ultimo angolo dell'istituzione, cosa cha ha dato origine, tra coloro che vogliono far carriera, come accademici o come studenti, al massimo di servilismo, poiché l'ascesa professionale dipende soprattutto dal grado di prosternazione davanti a cattedratici, capi di dipartimento e simili. Nel complesso, le qualità intellettuali, le doti pedagogiche e la bonomia personale, sono le cose che contano meno. L'infima minoranza dei docenti che si differenziano... sono emarginati... le loro carriere rovinate... Nell'università, come in ogni sistema gerarchico, chi collabora viene premiato e chi dissente viene sanzionato, e questo misura la mancanza di libertà che le è propria.
I migliori, tra i giovani, arrivano all'università con l'illusione di apprendere e formarsi, di diventare più saggi e maturi, ma quello che trovano è dispotismo di cattedra, ignoranti plurilaureati, indifferenza generalizzata, preoccupazione esclusivamente per la propria promozione... L'università non solo degrada intellettualmente lo studente ma, in più, lo corrompe moralmente, inculcandogli i disvalori ed i vizi propri del sistema, arrivismo, servilismo, furia competitiva, egocentrismo..."

Felix Rodrigo Mora. Da "Seis Estudios". Editorial Brulot. Sevilla, 2010.

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