venerdì 28 giugno 2013

Darwin

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«L'anatomia dell'uomo è una chiave per l'anatomia della scimmia» - scriveva Marx nei Grundrisse. Ovvero, è l'uomo che spiega la scimmia, e non viceversa. A partire da tale considerazione, sembra assai difficile prendere per buona la stronzata secondo cui il "socialismo scientifico di Marx" sarebbe stato "il complemento pratico e fecondo, nella vita sociale della moderna rivoluzione scientifica darwiniana", come chiosava Enrico Ferri nel suo "Socialismo e scienza positiva", scritto nel 1894. Certo, si potrebbe fare buon uso dell'affermazione marxiana da cui si è partiti, per dimostrare come per l'appunto sia l'Enrico Ferri mussoliniano del 1929 a spiegare l'Enrico Ferri socialista del 1894, e non viceversa, ma bisogna anche dire che all'operazione di "darwinizzazione" - assai più nefasta di quanto si possa credere - il contributo maggiore venne fornito dal principale sodale di Marx, Friedrich Engels, il quale, ad Highgate, aveva affermato durante l'orazione funebre che "lo scopritore della legge fondamentale che regola il corso e lo sviluppo della società umana", era esattamente come Darwin, che aveva scoperto "la legge di sviluppo della natura organica sul nostro pianeta". E il cadavere, ancora caldo, non poteva più ribattere! Ma, del resto, uno gli amici se li sceglie e, come si suol dire, mal voluto non è mai troppo!
Certo, tornando indietro, qualche presupposto lo si può trovare qua e là, ma procediamo con metodo. E torniamo ad Engels. E' lui che in una lettera del 12 dicembre 1959 sollecita Marx, con toni entusiasti, a leggere l'opera di Darwin. Marx nicchia e ci metterà un anno, più o meno, prima di decidersi, e solo il 19 dicembre del 1860, scriverà all'amico che sì, "che il libro contiene i fondamenti storico-naturali del nostro di modo vedere", ma il giudizio è assai stringato e, al solito, non tralascia qualche tagliente critica a proposito del "goffo metodo inglese". Ma, fatto sta, che, a Marx, tutto quel disegno preordinato della natura, non torna troppo perché - come scriverà in una lettera a Lassalle - "solo a posteriori può essere compreso lo sviluppo superiore di una precedente forma meno evoluta". Ci tornerà più tardi, sulla questione, quando nella IV sezione del I libro del Capitale noterà un'analogia fra l'evoluzione della tecnologia industriale nella filatura e le osservazioni di Darwin sulla "tecnologia naturale" (la formazione degli organi vegetali e animali come strumenti di "produzione della vita"). In un empito di preveggenza, forse, Marx si preoccupa e mette le mani avanti, per cercare di evitare che si arrivi ad un “materialismo astrattamente modellato sulle scienze naturali, che esclude il processo storico".
L'avvertimento rimarrà inascoltato, purtroppo!
Tornerà ancora sull'argomento - in una lettera ad Engels del 18 giugno 1862 - criticando la pretesa di Darwin di "applicare la teoria di Malthus anche alle piante e agli animali", argomentando che in realtà Darwin non fa altro che "trasferire al regno animale le contraddizioni della società inglese ed il bellum omnium contro omnes di Hobbes". E più o meno questo è tutto, per quanto riguarda Marx e Darwin, tranne il fatto che nel 1873 Marx volle inviare a Darwin la seconda edizione, appena pubblicata, del II volume del Libro I del Capitale con dedica autografa in cui si definiva suo "sincero ammiratore". Darwin rispose cortesemente, sottolineando la rispettiva diversità di campi d'interesse e la sua ignoranza in materia di economia. E' tutto. La corrispondenza non ebbe più alcun seguito.
Senonché, dopo la morte di Engels - sempre lui! - fra le carte di Marx venne trovata una lettera, datata 1880, in cui Darwin declinava - sempre assai cortesemente - l'offerta che gli venisse ufficialmente dedicata un opera di imminente pubblicazione. Ecco, per anni, questa lettera - che non recava nessuna indicazione su chi ne fosse destinatario - è stata usata per accreditare la bufala che Marx avesse avuto intenzione di dedicare a Darwin il II Libro del Capitale (che poi uscirà postumo, nel 1885). Solo molto tempo dopo - negli anni '80 del XX secolo - verrà dimostrato che, senza ombra di dubbio, la lettera di Darwin era indirizzata ad Edward Aveling, compagno di Eleanor Marx, il quale aveva effettivamente chiesto a Darwin se acconsentiva a che gli venisse dedicato un volume di divulgazione dell'opera darwiniana, pubblicato a cura di un'associazione di liberi pensatori. Darwin aveva rifiutato, per non essere coinvolto in "attacchi contro la religione".

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