Notte e Nebbia del feticismo della merce
- Sabato 13 agosto, Montpellier, Bar "La Barricade" -
“Nella vita ci sono cose ben più importanti del denaro. Il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle!”
- Groucho Marx -
Mentre nel 19° secolo la società borghese sull'onda dell'ideologia del progresso pensava di essersi emancipata dal feticismo considerato come qualcosa di primitivo ed irrazionale, Marx con feroce ironia teorizzava a proposito del capitalismo descrivendolo come un feticismo reale. A partire dalle sue analogie con «le zone oscure del mondo religioso», dove «i prodotti del cervello appaiono come delle figure autonome dotate di vita propria, che intrattengono dei rapporti gli uni con gli altri e con gli essere umani», Marx critica il carattere pseudo-razionale dei rapporti sociali capitalisti, che si pretendono trasparenti, non mascherati, coscienti ed auto-determinati dalla «volontà generale», così come critica le dichiarazioni di diritti, le leggi e le altre costituzioni, per non parlare dell'assiomatica dell'interesse e della matematizzazione del mondo.
Il disincantamento non è separabile da un re-incantamento rafforzato ed ancora più alienante.
La stessa epoca illuminata del "capitalitico", con il suo assurdo ed irrazionale fine in sé del movimento auto-riflessivo del denaro, con il suo consumo sacrificale di vittime umane ed animali gettate nella fornace della valorizzazione, con le su montagne di ossa, di resti e di rifiuti umani, con le sue merci-totem che scavalcano le frontiere e con i suoi mangiatori di plusvalore, fa parte della preistoria dell'umanità allo stesso titolo di cui ne fanno parte le società "primitive".
La struttura sopra-umana dei rapporti sociali che non cessiamo mai di riprodurre attraverso la nostra prassi fondata sulle forme di base capitalistiche, finisce per costituire in soggetto la sfera di questi rapporti oggettivati per mezzo del lavoro astratto.
Un vero e proprio «soggetto automatico», dirà Marx, che a sua volta determina l'attività sociale degli individui.
Ben lontano sia dall'ontologia delle «relazioni di potere», in Foucault ereditate dal paradigma borghese, che dal marxismo tradizionale - che nel feticismo ha sempre voluto vedere un semplice velo mistificatore e sovrastrutturale (una sorta di manipolazione da parte dei capitalisti) che coprirebbe, per mascherarla, la realtà capitalista che sarebbe invece in primo luogo quella dello sfruttamento - questo insieme di costituzione reciproca di sistema ed azione genera una nuova ed inedita meta-forma di dominio auto-riflessivo ed auto-generante, astratto ed impersonale: « Chiamo tutto questo feticismo» scriverà Marx, distinguendo la specificità del suo concetto da quello dei Lumi ereditato da Charles de Brosse e da David Hume.
Questo principio ben reale della costituzione feticista della società moderna fa sì che, sfuggendo ad ogni controllo cosciente sui propri rapporti sociali, gli uomini si trovano collocati in una struttura a priori dove vengono ad essere subordinati ai rapporti creati dai loro stessi prodotti, le merci, il denaro, il lavoro ed il tempo. Sono talmente immersi in una tale struttura sovrumana che Marx ricorre all'aiuto di una nuova categoria non-borghese di "capitale", in quanto gli uomini costruiscono realmente le loro relazioni sociali a partire dalla merce, dal denaro e dal lavoro astratto. Qui la società si costituisce «alle spalle» ed «al di là della coscienza» degli agenti individuali, i rapporti umani sono realmente dominati dai rapporti delle cose che sono la loro oggettivazione, ed è in quest'inversione reale che avviene e si effettua la costituzione e la riproduzione feticista della società capitalista. Il lavoro astratto, come legame sociale resosi autonomo e che governa i soggetti che lo hanno creato. Esso si trasforma in una macchina-Moloch che, nel movimento perpetuo di autovalorizzazione del capitale, è esso stesso il suo proprio fine, e nel quale tutti i suoi elementi si trasformano in altrettanti supporti intercambiabili che servono ad alimentare la sua fame compulsiva ed irrazionale. Ad nauseam.
- Rencontre du Cercle d’auto-défense intellectuelle « Critique de la valeur-région Occitanie » -
Déroulement
10h30 : Le concept de fétichisme dans l'œuvre de Marx, une arme intellectuelle décisive pour la critique radicale du capitalisme (Benoit Bohy-Bunel)
13h30 : Qu’est-ce qui nous domine dans la société capitaliste ? Autour de Moishe Postone (Adrien Pontet)
15h30 : Le capitalisme est-il une religion ? L’analogie problématique entre la religion et le fétichisme de la marchandise (Clément Homs)
Lieu : Bar La Barricade, 14 rue Aristide Olivier, Montpellier.
fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme
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