La stampa fantastica ancora sulla mitologia dell' "uomo con la P38"
di Lucie Heymé / 1° aprile 2016
Le manifestazioni del 31 marzo contro la Legge sul Lavoro non si sono ancora concluse e già la stampa riferisce sugli "eccessi", sulle tensioni e sui tafferugli con la polizia, con ampia dovizia di particolari, fotografie e reportages.
Per un sito come quello di "FranceTvInfo", queste manifestazioni si possono riassumere in: "Venti arresti a Lione", "Tre poliziotti feriti a Marsiglia", "Scontri e arresti a Parigi", "Un'automobile cerca di travolgere i manifestanti a Grenoble"... La collera dei manifestanti sparisce dietro gli "spettacolari" combattimenti di strada, condotti dal "movimento di estrema sinistra anarco-autonomo", così caro a chère à Madame Michèle Alliot-Marie, ministro degli interni nel 2008…
L'immaginario è testardo e ostinato: in questi reportage da parte di una stampa sempre alla spasmodica ricerca di immagini, c'è ancora e sempre la mitologia intorno al "compagno con la P38", c’è la confusione fra il segno di sparare con le dita della mano ed il fatto di possedere ed impugnare veramente delle armi e sparare su qualcosa di diverso da degli oggetti e delle vetrine.
La realtà dei "margini": I media dominanti (dominanti, davvero?) - che ad ogni manifestazione fanno il ripasso di locuzioni come "casseurs", "manifestazioni che degenerano", oppure "a margine della manifestazione" - farebbbero meglio a parlare dei veri "casseurs", quelli che demoliscono i diritti sociali, che calpestano le nostre relazioni, la nostra dignità, i nostri quartieri, i nostri alberi e vogliono polverizzare i nostri sogni di libertà, uguaglianza, fraternità.
Quanto ai margini, come diceva Jean-Luc Godard, "sono i margini che tengono insieme le pagine", ed è ai margini che vogliamo trovarci, ritrovarci ed incontrarci, piuttosto che nei tracciati rettilinei di tutti coloro che ci prospettano nient'altro che una vita rancorosa.
fonte: Autre Futur.net
Nessun commento:
Posta un commento