Avere Classe
- di Robert Kurz -
Dal momento che la Germania SpA è in liquidazione insieme allo stato sociale, nel famigerato centro della società si forma una nuova coscienza di crisi. I partiti di sinistra ed il WASG *, in tal senso, rappresentano un modo di reagire assai comune fra la clientela socialdemocratica, che può essere definito, nel migliore dei casi, come "nostalgia keynesiana". I marxisti tradizionali vedono "la classe" sollevarsi di nuovo, e voglio annusare un soffio di primavera della vecchia lotta di classe. In realtà, si tratta della caduta della nuova classe media, che viene travolta dalla globalizzazione e che viene spinta dalla grande moltitudine dei sussidio-dipendenti giù al livello di povertà. Non c'è traccia del tradizionale produttivismo né di un ancoraggio al "lavoro astratto".
Ma nel centro c'è ora un altro modo di reagire, completamente diverso, adottato soprattutto dagli snob socializzati in maniera postmoderna dalla New Economy collassata e dalla stanca impresa culturale. Anche qui si parla di "classe" , ma in un senso del tutto differente. La gente chic del design e e della cultura, che è stata finora alimentata dal plusvalore, si lamenta del fatto che nella Germania in ritardo è impossibile "formare una classe" - cioè a dire, un ambiente "di classe". Anche la capitale, Berlino, viene denunciata come provinciale in confronto allo "chic di Parigi" o alla "apertura al mondo di New York". Berlino - così viene detto in una raccolta di testi co-editata dal responsabile del supplemento culturale dell'edizione domenicale del Frankfurter Allgemeinen, Claudius Seidl, è "noiosa e barbara", "priva di buone maniere", una "Siberia sulle rive della Sprea". Il portavoce della generazione single si unisce al vecchio leone della cultura, , Hellmuth Karasek, che in un telefilm della catena ARD vede Berlino come "povera e malvestita". Perfino il Nobel degli hotel, "Four Seasons" deve tenere chiuse le sue porte, il che non sorprende, con così tanta marmaglia per le strade.
I modelli dandy degli anni novanta, che si comportano con "classe", hanno anche pronta una sorta di spiegazione economica, per l'atmosfera che di solito viene constata essere provinciale: a Berlino, al di là di tutto, la vita è "molto a buon mercato". Kebab a meno di un euro, mercatini di roba usata dappertutto; e perfino appartamenti di quattro stanze offerti ad un ridicolo prezzo di 320 euro al mese rimangono vuoti. La ricetta di Seidl per "avere classe" è semplice: "Avere una città che sia davvero cara. Affitti a 1.000 euro". E' quel che pensano anche gli urbanisti della profonda Baviera. Dappertutto prevale la parola d'ordine: "Miglioramento della struttura sociale". Impianti di lusso - e addio ai figli del Hartz IV, sussidio-dipendenti, migranti, "senza-tetto di lungo corso" ed altri che non hanno un soldo. Che arrivino le buone famiglie di classe media, gli allegri consumatori di cultura e gli intenditori del buon vino, senza la "mentalità delle garanzie per il futuro". Con loro ci si trova a proprio agio e non si deve incappare continuamente nei punk che sono in giro a mendicare! E dove mandarli tutti questi "senza classe"? Non chiedetelo, c'è qualcuno che lo sa già, forse la polizia.
In questo ragionamento, intriso di un posticcio ammanieramento culturale, c'è un piccolo difetto estetico. La classe media ben profumata, ben posizionata, gelosa di quel che è suo e con il suo stile di muoversi, che riesce a pagare il canone culturale di una vita come quella voluta dal ministro bavarese Schwanitz, è una specie in via di estinzione. Gli urbanisti e gli educatori di classe si trovano quattro o cinque anni indietro nell'osservazione delle strutture. Essi stessi sono già nella lista di coloro che sono da abbattere e soffrono di perdita della realtà. Oggi ancora redattori del supplemento culturale, domani consumatori di "tutto a 99 centesimi. E' già troppo tardi per una Disneyland snob della borghesia colta. Al contrario, il mondo va in rovina, con eleganza. "Classe", è soltanto quello che può essere chiamato così.
- Robert Kurz - pubblicato su Neues Deutschland, Berlin, del 05.08.2005 -
* Wahlalternative Arbeit und soziale Gerechtigkeit (Alternativa Elettorale per il Lavoro e la Giustizia Sociale), dell'ex-presidente del SPD Oskar Lafontaine.
fonte: EXIT!
Nessun commento:
Posta un commento