Fra mania del risparmio e mania di grandezza
di Robert Kurz
Il capitalismo invoca la razionalità, ma è irrazionale. La concorrenza per la sopravvivenza sui mercati ha portato ad una politica d'impresa di riduzione dei costi a qualsiasi prezzo. Sempre meno personale deve portare a termine più compiti. I salari devono scendere, senza fermarsi mai. La meschinità dev'essere assoluta quando si tratta di condizioni di lavoro. La crisi accelera tali atteggiamenti ossessivi per il risparmio, per il taglio dei costi, anche a spese del livello di qualità. Reso, guasti, difetti o scandali non smettono di aumentare. La radicalizzazione dell'economia d'impresa punisce i suoi propri imprenditori. Ciò avviene semplicemente perché la nozione capitalista di "efficienza" è completamente vuota. Essa non si riferisce ad alcun specifico contenuto della produzione ma solamente alla massimizzazione del beneficio stratto, che sembra aver definitivamente raggiunto il suo massimo storico di incompetenza.
E' proprio per questa ragione che è necessario estendere l'ossessione per la riduzione dei costi dell'economia d'impresa anche alla vita quotidiana. Scuole, istituti scientifici, teatri e asili nido devono essere gestiti come imprese ed orientati dal punto di vista della riduzione dei costi, anche rispetto alle relazioni personali. Ogni essere umano dev'essere considerato come una gestione imprenditoriale con due gambe e i test (per esempio, dei Servizi per l'Impiego) richiamano l'attenzione sul mancato "potenziale di razionalizzazione" della sua scelta di vita. Lo slogan politico "Vai a dormire presto, compagno!" è diventato brutalmente capitalista e la pressione generale al fine di "aumentare l'efficienza", senza alcun senso, ha raggiunto un livello di neurosi sociale compulsiva.
Tuttavia, l'imperialismo dell'economia ha due facce. Mentre da un lato domina la meschinità "fino all'ultimo centesimo" della gestione del tempo di lavoro (si controlla il tempo per andare in bagno), dall'altro lato si è imposta una cultura dello sperpero assolutamente feudale. All'ossessione del risparmio sui costi nell'economia d'impresa, corrisponde l'ossessione per sperperare, cosa che fa crescere la corruzione politica senza che possa essere fermata. Un buon esempio è, attualmente, la linea delle ferrovie tedesche dell'assurdo Prestigeprojekt Stuttgart 21. I costi stimati, secondo un consulente indipendente, sono passati da 4 a 7 per arrivare ad un totale di 14 miliardi di euro. Per le linee del traffico locale e delle merci, non ci sono soldi, però per l'alta velocità tedesca ( ICE-Metropolenverkehr ) fra le metropoli - che entrerà in competizione col traffico aereo - c'è la massima libertà d'azione. Oltre tutto, sembra che, come tutto sembra indicare, questa piramide in costruzione crollerà sulla testa dei suoi autori, a causa del prevedibile crollo degli investimenti.
Il pensiero rovinoso dell'economia dello sperpero si estende a tutti i settori della società, tanto quanto l'ossessione per il risparmio. Sono le due facce della stessa moneta. Municipi che riducono il personale dei servizi di trasporto pubblico, che però sono ansiosi di organizzare grandi eventi (vedi Duisburg ed il disastro della LoveParade), o altri che vogliono costruire da zero grandi stadi per le partite internazionali, nonostante stiano razionando la carta igienica. E poi gli stessi "imprenditori della propria forza lavoro" che fanno da cavie, quelli della vigilanza onnipresente, dei programmi senza senso di razionalizzazione della propria vita, che poi annegano nei debiti a causa di consumi di una grandezza quasi nevrotica, di cui in seguito si pentono. Se la società oscilla fra comportamenti sommamente contraddittori, questo non costituisce propriamente un segno di stabilità. Chi razionalizza fino alla morte, per compensare deve pavoneggiarsi con la maggior grandezza possibile. In entrambi i casi si tratta di un esaurimento nervoso totale, ancora di più ora che il mondo affonda senza rimedio ...
- Robert Kurz - pubblicato su Neues Deutschland del 17.09.2010
fonte: EXIT!
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