Adolphe Sax se ne sta seduto, il sax in grembo, nella via che ora porta il suo nome. Sta seduto su una panchina davanti al numero 37 dove è nato quasi due secoli fa. Il suo aspetto severo contrasta con lo strumento che lo accompagna. Il sassofono, a sua volta, rende meno grave la figura.
«Il timbro di un suono sia determinato dalle proporzioni della colonna d'aria piuttosto che dal materiale del corpo che la contiene» - così teorizzava il trentenne Antoine-Joseph Sax, detto Adolphe, inventore del sassofono. Qualche decennio più tardi, Charlie "Bird" Parker avrebbe meglio espresso il concetto con le parole: «Non suonarlo, lascia che sia lui a suonare te». A suonare te, e a cambiarti, magari. Brutta gente, i sassofonisti; almeno a stare alla scusa che accampa Jack Lemmon/Dafne, in "A qualcuno piace caldo", per liberarsi dall'insistente Osgood: «Ho un passato terribile - dice - ho vissuto per tre anni con un sassofonista».
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 26 ottobre 2011
Suoniamogliele!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento