Si era alla fine della seconda guerra mondiale, e la cittadina di Hollister, California, aveva una popolazione stimata di 4.500 abitanti. Era un insediamento prevalentemente agricolo, molto accessibile per via delle innumerevoli strade che vi conducevano, ampie possibilità di campeggio, sentieri escursionistici ed una pista sterrata, alla periferia della città. Fin dal 1930, era stato teatro di popolari gare motociclistiche popolari, promosse dalla American Motorcyclist Association (AMA). Questi eventi che vedevano la partecipazione di centinaia di spettatori in quanto si correvano ogni 4 luglio, divennero sempre più popolari tra i motociclisti. Col passare del tempo, le gare divennero così importanti per Hollister che in breve acquisirono più popolarità delle sue fiere del bestiame e del rodeo. Le gare furono sospese solamente per la durata della seconda guerra mondiale. Poi, nel 1947 vennero nuovamente organizzate, ed i commercianti locali ne furono felici dal momento che pensavano potesse essere una fonte importante di reddito in grado di rilanciare l'economia locale.
Finita la guerra, molti ex soldati, una volta tornati, decisero di stabilirsi in California. Godevano tutti di una buona pensione per aver prestato servizio nell'esercito, ma ben presto si resero conto che non avevano niente per cui spendere i loro soldi. Fu allora che ci fu un grande boom per l'acquisto di moto tipo "chopper". Un buon modo di passare il tempo sulle ampie assolate autostrade della California.
Questi veterani formarono piccoli club di motociclisti, dai nomi come "La lepre", "I 13 ribelli" o "I giubbotti gialli". Indossavano giacche di pelle, jeans, beveva, andavano alle feste tutti insieme e non c'erano problemi tra i vari gruppi. Non c'era nessun senso di territorialità o di rivalità tra di loro.
Ben presto i prezzi elevati del carburante costrinsero questi motociclisti a mettere in mostra le loro moto solo in città, evitando lunghi viaggi. Per questo motivo l'AMA si diede ad organizzare competizioni ufficiali e ad organizzare gite motorizzate, in carovana, per città e paesi.
Una mattina di luglio, era di Venerdì, e l'anno era il1947, migliaia di motociclisti arrivarono a Hollister. Avevano viaggiato da città come San Francisco, Los Angeles e San Diego, ma qualcuno era venuto da più lontano, da posti come la Florida e come il Connecticut. Già dalla notte, San Benito Street, la strada principale, era stata letteralmente invasa dalle motociclette.
Per evitare che gli abitanti del villaggio fossero sommersi dalla folla di estranei, i sette uomini del Dipartimento della Polizia di Hollister avevano bloccato la Main Street da entrambi i lati.
In un primo momento, i 21 fra bar e taverne di Hollister avevano accolto i bikers a braccia aperte. Era stato un bel gesto, ma quando si resero conto che era troppo tardi perché quelli avevano preso possesso dei locali, con marciapiede e tutto. I proprietari del bar si resero rapidamente conto che non avevano bisogno di invitarli a spendere, quindi, seguendo il consiglio della polizia, accettarono di chiudere i loro esercizi due ore prima rispetto al normale. Infatti, una delle misure doveva essere quella di smettere di vendere birra mezz'ora prima della chiusura perché pensavano che i motociclisti, fedeli al loro bevanda schiumosa, non si sarebbero messi a bere superalcolici. Si sbagliavano.
Dalla sera di Venerdì fino alla mattinata della Domenica , l'attonita polizia di Hollister (e gli sconcertati abitanti), furono testimoni di uno spettacolo mai visto prima da quelle parti.
In totale, tra i 50 e i 60 motociclisti vennero curati, per lesioni e ferite, nel piccolo ospedale locale, dove vennero anche arrestati. La maggior parte delle accuse riguardavano reati minori come l'ubriachezza pubblica, la condotta disordinata e la guida spericolata. L'arresto durò poche ore proprio perché erano violazioni minori, nessuno era morto e nessuna proprietà era stata distrutta, non c'era stato nessun incendio e nessun saccheggio, e i bar e le taverne non avevano subito alcun danno.
La domenica del 6 di luglio arrivarono 40 uomini della California Highway Patrol e cominciarono a disperdere i motociclisti con la minaccia di usare la forza ed i gas lacrimogeni. Andarono via tutti, tranquillamente, e la piccola cittadina torno alla normalità di sempre.
Fu il San Francisco Chronicle a prendersi cura di raccontare il weekend "selvaggio" di Hollister, anche se in realtà non c'era molto da raccontare. Le storie che pubblicò alzavano titoli sensazionalistici quali "Hollister devastato" e "disordini e caos", e ancora "I motociclisti si prendono la città ". La situazione peggiorò quando la rivista Life pubblicò una fotografia a tutta pagina di un corpulento, motociclista ubriaco che si dondolava su una Harley con una bottiglia di birra per mano.
A questo punto, l'Associazione dei Motociclisti si fece avanti e dichiarò che se c'era stata anarchia nel fine settimana, questa era stata causata da un piccolo gruppo di motociclisti indesiderabili che non superavano l'1% dei partecipanti. Dissero anche che erano state ingiustamente generalizzate le accuse, e l'Associazione si offrì di pubblicare i nomi dei rivoltosi. Ma era troppo tardi, il danno era stato fatto e grazie a questi comunicati stampa oramai i motociclisti erano stati marchiati a fuoco per tutte le generazioni future.
Beh, come sapete, con il passare del tempo rende sempre più difficile separare il mito e la realtà.
Per Hollister non doveva poi essere stato così grave, dal momento che la città continuò a permettere all'AMA di promuovere la corsa, e solo cinque mesi dopo i bar e le taverne ripresero felicemente a ricevere e a servire i bikers assetati.
Ma, naturalmente, Hollywood non poteva mancare l'occasione di drammatizzare gli eventi di quel fine settimana a Hollister. Il film fu The "Wild One" (Il Selvaggio), interpretato da Marlon Brando nel 1954, che mostrava "tutti i motociclisti" come un'orda di ubriachi disadattati e di sociopatici temuti in tutti i paesi e città degli Stati Uniti.
Ironia della sorte, dopo questo film, solo Hollister continuò ad accogliere i motociclisti e, di più, a promuovere gli eventi che li portassero in città.
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 5 ottobre 2011
I Selvaggi
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