Il 12 dicembre - si sa - oramai è celebrazione, ed è costume, qua e là, celebrarlo, per l'appunto.
C'è una canzone, dal titolo e dal testo altisonante. Si intitola "Katanga", dal nome del servizio d'ordine del movimento studentesco della "statale" di Milano, delle cui capacità "militari fa - come dire - una celebrazione. Di autore sconosciuto, ne circolano diverse versioni (più o meno censurate dei versi ritenuti più truculenti) e qualcuna viene perfino attribuita a Pino Masi.
Il testo, facilmente rintracciabile sulla rete, confeziona una narrazione degli avvenimenti che definire fantasiosa costituisce un eufemismo. I fatti sono più o meno noti: il 12 dicembre del 1970, ad un anno dalla strage di Piazza Fontana, durante una manifestazione indetta dagli anarchici per la liberazione di Valpreda, un candelotto, sparato ad altezza d'uomo da pochi metri, colpisce Saverio Saltarelli e gli spacca il cuore. Saltarelli, aderente ad un'organizzazione bordighista, il Partito Comunista Internazionalista (Rivoluzione Comunista), cade a pochi passi dall'Università Statale. E' il 12 Dicembre 1970. Già, il 12 dicembre. E' già passato un anno da quando il Movimento Studentesco della Statale, celebrato in questa canzone, ha cominciato, insieme al Partito Comunista Italiano, a gettare fango sugli anarchici e ad organizzare manifestazioni in difesa della democrazia. E infatti, un anno dopo, quel 12 dicembre 1970, la polizia vieta la manifestazione degli anarchici, cui aderisce anche il Partito Comunista Internazionalista di Saverio Saltarelli, ed autorizza, contemporaneamente, un corteo antifranchista indetto da PCI, PSI, DC e sindacati. Viene anche autorizzato un presidio antifascista del Movimento Studentesco davanti alla Statale. Ed è proprio nei pressi della Statale che il corteo anarchico viene caricato dalla polizia, mentre il Sevizio d'ordine del MS (quei Katanga che si distingueranno sempre più nella pratica briosa di spaccare le teste dei rivoluzionari, al ritmo dello slogan "Leone, Leone, ricordati il piccone") impedisce ai compagni di rifugiarsi all'interno dell'ateneo. Sono passati 40 anni, e Saverio Saltarelli giace, ben sepolto, sotto un cumulo di lapidi e di canzoni!
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