lunedì 31 maggio 2010

C’è solo la strada …

THE ROAD

"Se hai avuto un incubo, va tutto bene. Significa che stai lottando. E' quando fai dei bei sogni che devi cominciare a preoccuparti!".
E' questa una delle poche frasi, sempre scarne, pronunciate da un Viggo Mortensen che somiglia curiosamente a Kirk Douglas, e volta a rassicurare il figlio che si è appena svegliato da un incubo. Sintesi e chiave meta-narrativa, quasi una risposta a quanti hanno cercato di non fare arrivare "The Road" di John Hillcoat nella sale cinematografiche italiane, perché  giudicato "troppo deprimente".
La fine del mondo è arrivata, senza troppe fanfàre e senza effetti speciali, grigia! Grigia, come gli alberi che sembra quasi si lascino cadere, abbattendosi al suolo con fragore. La natura si arrende, e porta la sua decisione terribile, così come fa, con femminile razionalità, la "madre", Charlize Teron.
Nessuna speranza, solo il fuoco che i senza nome (padre e figlio) pretendono di continuare a portare dentro, insieme al disperato bisogno di poter essere i "buoni". Affinché il fuoco non si spenga e continui a fiammeggiare dietro gli occhi febbricitanti. Le fiamme si ravvivano, per un attimo e fugacemente, ad un qualche incontro. Sempre breve! Verso Sud. Dove? Fino alla pallottola raccontata nella lezione di suicidio che apre il film. Oppure fino alla speranza che illude la fine, ma che è solo un altro ricominciare disperato, sulla strada.

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