«E' sempre una frazione del proletariato "nuovo" a provocare la crisi   
rivoluzionaria (...). Furono gli artigiani nel 1871, gli operai    
professionali nel 1917-21, gli operai specializzati dal 1960 al 1973.»
   
- Leggo questa premessa, dal Bollettino Critico di Rouen del 1980,    
riportarto in cima ad uno scritto del "Collettivo TropLoin" che    
conclude affermando di non giocarci su questo il "segreto    
del capitalismo o della rivoluzione", ma di vedere solo delle categorie    
in cui tutti gli altri salariati si possano riconoscere, dal momento    
che certe categorie rappresentano una sorta di universale, di    
universalizzante, Le categorie. Le categorie giocano - continua la    
"lettera" - un ruolo decisivo nell'economia, e perciò nella società    
retta dall'economia.    
Le categorie, ed i loro nomi. Da un'altra parte leggo che una    
categoria, 650 anni fa, si chiamava "bastardi". Almeno così argomenta    
Robert Paris, in un suo scritto a proposito dei Ciompi. I lavoratori    
fiorentini della lana che, nel 1378, furono i protagonisti di una    
rivolta, una delle prime ad opera di ... salariati. "Ciompi", termine    
che connotava non solo un mestiere ma anche uno strato sociale,    
deriverebbe dal francese "Champi" (l'occupazione francese a Firenze ci    
fu nel 1342-1343) ed esprimeva il disprezzo col quale gli appartenenti    
alla categoria venivano considerati, oltre che sottolinearne    
"l'origine oscura"! Presumibilmente, circa trent'anni prima, anche    
Ciuto Brandini di professione scardassiere era stato apostrofato col    
termine di "bastardo", mentre veniva arrestato, in piena notte,    
insieme a suo due figli, dal capitano Nuccio da Gobbio.    
Bastardi. Quasi settecento anni. E ancora bisogna aspettare!
 
 
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