venerdì 11 settembre 2009

Evaristo



Dì, ti ricordi di Nestor?
Bada, lui si faceva chiamare Evaristo.
Io non l’ho mai conosciuto
eppure non l’ho più dimenticato.
Nestor prese il fucile
non per minacciare
per farsi vedere
non per ferire
per farsi ascoltare
non per uccidere
per troppo amare.


Quando a Lima erano le 15,30 del 22 aprile 1997, meno di un giorno
fa, ero all'aeroporto di Monaco di Baviera e ha suonato il mio
cellulare. Era Nestor Cerpa Cartolini, ovvero il comandante Evaristo,
che mi chiamava. Qualcuno, un giornalista tedesco forse, gli aveva
dato il mio numero e gli aveva fatto sapere che ero disponibile a fare
parte di uno scudo umano per interporsi fra i sequestratori dell'Mrta,
che da 126 giorni occupavano la residenza dell'ambasciatore giapponese
a Lima, e la follia di Fujimori, un discendente di giapponesi che, per
quanto ci costi riconoscerlo, rappresenta la peggior spazzatura giunta
su un continente che ha sempre accolto bene gli emigranti.

Luis Sepùlveda

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