giovedì 2 dicembre 2010

studenti

mahs68-jouissez_sans_entraves

(...) Lo studente é un essere diviso tra una condizione presente e una condizione futura nettamente distinte, il cui limite sarà superato meccanicamente. La sua coscienza schizofrenica gli permette di isolarsi in una “società di iniziazione”, mistifica il suo avvenire e si incanta davanti all’unità mistica che gli offre un presente al riparo dalla storia. (...)
Poiché raccoglie qualche briciola del prestigio dell’università lo studente é ancora contento di farne parte. Troppo tardi. L’insegnamento meccanico e specializzato che riceve é così profondamente degradato (rispetto al vecchio livello della cultura generale borghese) quanto il suo livello intellettuale al momento in cui vi accede, perché le forze dominanti, cioè il sistema economico, esigono una fabbricazione massiccia di studenti incolti e incapaci di pensare. Che l’università sia diventata un’organizzazione  - istituzionale  - dell'ignoranza, che la cosiddetta “alta cultura” si vada decomponendo al ritmo della produzione in serie dei professori, che tutti questi professori siano degli imbecilli, la maggior parte dei quali susciterebbe le risa di scherno di qualsiasi pubblico di liceo, lo studente lo ignora e continua ad  ascoltare rispettosamente i suoi maestri, con la volontà cosciente di perdere ogni spirito critico per meglio piombare nell’illusione mistica di essere diventato uno “studente”, uno che si dedica con serietà a farsi un’istruzione con la speranza che gli saranno rivelate le verità  supreme. 
E’ la menopausa dell’intelligenza.   (...)
Non si rende neanche conto che la  storia trasforma il suo ridicolo mondo chiuso. La famosa “crisi dell’università”, aspetto di una crisi più generale del capitalismo moderno, rimane oggetto di un dialogo tra sordi di differenti specializzazioni. Essa traduce soltanto le difficoltà di un  adeguamento tardivo di questo settore particolare della produzione a una trasformazione generale dell’apparato produttivo. I residui delle vecchie ideologie dell’università liberale borghese si banalizzano nel momento in cui scompare la sua base sociale. E’ stato possibile per l’università considerarsi autonoma nell’epoca del capitalismo liberoscambista e del suo stato liberale che le lasciava una certa libertà marginale. Ma di fatto dipendeva strettamente dai bisogni di quel tipo di società: dare a una  minoranza privilegiata, quella che studiava, la cultura generale appropriata prima che tornasse a far parte della classe dirigente da cui proveniva. (...)

da "Della Miseria dell'Ambiente Studentesco" - Strasburgo 1966

Nessun commento: