martedì 22 dicembre 2009

soldados y maletas

soldado

Il soldato, ritratto nella foto, è stato uno dei primi americani a morire combattendo il fascismo come volontario nelle brigate internazionali durante la guerra civile spagnola.
Adesso, le autorità spagnole stanno cercando di identificarlo, per poter consegnare questa foto, come dono, al presidente Obama quando visiterà la Spagna, il prossimo anno.
La fotografia in bianco e nero del volontario afro-americano fa parte della straordinaria collezione di fotografie della guerra civile realizzate da Agustí Centelles, e recentemente acquistate dallo Stato spagnolo.
"Tutto quello che sappiamo è che arrivò con la Brigata Abraham Lincoln e che cadde nella battaglia di Brunete, nel luglio del 1937" ha detto Sergi Centelles, il cui padre, Agustì, scattò la fotografia.
L'Associazione della Brigata Lincoln, con sede a New York e la Tamiment Library della New York University, hanno perlustrato i loro archivi sulla Guerra Civile nel tentativo di poter identificare l'uomo nella fotografia (uno dei 90 volontari afro-americani della "Lincoln") che è stata scattata con ogni probabilità nel febbraio del 1937 . Sono emersi due potenziali candidati: Milton Herndon, il cui fratello Angelo vinse una celebre causa presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, in un processo per "incitamento alla rivolta", e l'aviatore Paul Williams.
"Sappiamo che gli afro-americani avevano pochi volontari e molti di loro sono stati maltrattati quando tornarono al loro paese, perché la gente pensava che fossero comunisti", ha detto Sergi Centelles. "Abbiamo quattro o cinque nomi di possibili candidati, ma ciò che vogliamo davvero è quella di trovare la sua famiglia."

"E 'una delle otto/nove fotografie scattate da mio padre agli americani quando marciarono a Barcellona", ha detto Centelles. La foto è rimasta nascosta per quarant'anni, dopo che Agustí Centelles, noto come il "Robert Capa spagnolo", lasciò Barcellona e la Spagna, all'arrivo delle truppe di Franco nel 1939.
"Mio padre portò con sé le sue fotografie in una valigia, perché temeva che venissero utilizzate per identificare coloro che vi comparivano e per evitare che fossero vittime di rappresaglia", ha detto Sergi Centelles. Il fotografo si servì della valigia come cuscino nel campo profughi francese, cercando così di evitare che potesse essere rubata. Poi, si trasferì a vivere presso una famiglia francese a Carcassonne, nel sud della Francia, ma dovette fuggire ancora una volta allo scoppio della seconda guerra mondiale quando arrivò alle orecchie degli occupanti tedeschi che usava la sua macchina fotografica per fabbricare passaporti falsi.
"La Gestapo lo cercava, così torno in Spagna attraverso i Pirenei" Sergi Centelles racconta. "Lasciò la sua valigia, chiedendo alla famiglia francese di non consegnarla assolutamente a nessuno, tranne che a lui. Così la valigia passò dal nonno, quando morì, al figlio, e da questi, quando morì anche lui, al nipote."
Agustí Centelles inviava alla famiglia francese un regalo ogni Natale, come segno che era ancora vivo. La Spagna non concesse al fotografo un passaporto fino al 1962. Fu allora che si recò a Carcassonne per vedere se la valigia era ancora lì. Ma solo nel 1976, l'anno dopo la morte di Franco, Centelles si sentì sicuro di poterla riprendere e di riportarla a casa.Nella valigia c'erano centinaia di fotografie della guerra civile, tra cui una di George Orwell insieme a un gruppo di volontari internazionali.

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