venerdì 24 marzo 2017

Il lato oscuro

weber

Banalità di base: breve nota critica su Max Weber ed il capitalismo

In Max Weber, l'attività viene definita come capitalista quando si tratta di un'attività «che si aspetta un profitto dall'utilizzo di tutte le circostanze favorevoli ad uno scambio, vale a dire che si basa su delle occasioni di profitto (formalmente) pacifiche» [*1]. Quel che Weber non vede, è che l'analisi dello scambio così come esso avviene nella società capitalista, «non riguarda un prodotto cui capita di essere scambiato, senza tener conto della società in cui ciò avviene; non riguarda la merce separata dal suo contesto sociale nel modo in cui può avvenire in maniera contingente in molte società» [*2].

L'errore centrale di Marx Weber è allora quello di non vedere che la semplice esistenza dello scambio dal quale si potrebbe trarre un guadagno attaraverso un calcolo (cosa che Marx comprende ancora in maniera problematica come «forma antidiluviana» quando parla del capitale mercantile in una società non capitalista [*3]), è sproporzionata rispetto allo scambio di merci nella totalità sociale capitalista: questa situazione descritta da Weber non ha NIENTE «del capitalismo». E se d'altronde la distinzione fondamentale fra commercio e capitalismo stabilita da Ellen Meiskins Wood è appropriata per quanto riguarda Weber (fa sia di Weber che di Braudel due tipici esempi del «modello della commercializzazione» che in effetti vanno buttati nel bidone della spazzatura teorica), rimane il fatto che la sua tesi sull'origine agraria del capitalismo, così come la ricava quanto a meno a partire da dei presupposti problematici del «marxismo politico», può apparire pertinente solo per un istante.

Quel che è interessante in Weber è il fatto che egli illustri perfettamente il lato oscuro, o il rovescio, della retroproiezione delle categorie moderne su tutta la storia umana: la sua definizione di ciò che costituisce «un comportamento capitalista», non è solamente una proiezione del presente sul passato, ma è anche una proiezione del passato sul presente, è quello che potrebbe essere chiamata una retroproiezione in feedback. Dopo aver naturalizzato e ontologizzato il contesto-forma delle forme capitaliste di base che vengono allegramente proiettate all'indietro sulla Cina, l'India, Babilonia, l'Egitto e l'antico Mediterraneo, taglia nel passato il mattone elementare ontologizzato in queste società passate che ritiene di riconoscere, in maniera anacronistica, come facenti parte di un «comportamento capitalista», per poi costruire a partire dall'aggregazione di questi mattoni in una totalità i concetti di «nichtrationalen Kapitalismus» (per le società del passato) e di forma razionale di capitalismo (per le società contemporanee). La costruzione concettuale di Weber illustra completamente l'economia circolare delle retroproiezioni e delle proiezioni in feedback, che finisce per definire il pensiero economico borghese come un pensiere eminentemente autoreferenziale in quanto preso in trappola nella gabbia d'acciaio della «forma di pensiero oggettivo» generato nel rapporto sociale capitalista.

Ma più in generale, la definizione weberiana di capitalismo, che ha come base l'individualismo metodologico e che si concentra quindi sul processo di circolazione e sull'attività razionale dell'agente economico, si colloca come un contenuto della forma di coscienza borghese feticizzata, aderendo alla fine alla formulazione neoclassica «fine secolo» di tale forma di pensiero. Del resto, si riconosce la posizione naturalizzante e trans-storica di Max Weber, che è logicamente quella dell'ideologia borghese del progresso e dei Lumi nel seguente passaggio che d'altronde viene citato positivamente da Maxime Rodinson (in "Islam e Capitalismo" [*4]): «in questo senso, il capitalismo e le imprese capitaliste, e perfino con una considerevole razionalizzazione di calcolo capitalistico, sono esistiti in tutti i paesi civili del mondo..., in Cina, in India, a Babilonia, in Egitto, nell'antichità mediterranea e nel Medioevo allo stesso modo che nei tempi moderni» [*5].

NOTE:

[*1] - in Max Weber, «Prefazione», a l'Etica protestante e lo spirito del capitalismo.
[*2] - Moishe Postone, Tempo, lavoro e dominio sociale.
[*3] - Per una discussione su questo punto, Robert Kurz, «3.Der Begriff der "Nischenform" und der methodologische Individualismus», in Geld ohne Wert. Grundrisse zu einer Transformation der Kritik der politischen Ökonomie, Horlemann, 2012, pp. 57-67.
[*4] - Un'opera problematica sotto molti punti di vista, anche nella definizione di ciò che è il capitalismo ed i suoi riferimenti weberiani.
[*5] - in Max Weber, «Prefazione», a l'Etica protestante e lo spirito del capitalismo.

fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme http://www.palim-psao.fr/

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