venerdì 16 settembre 2016

Intrecci

moby

Nel 1953, in un libro che è quasi senza pari nella sua elegante combinazione di analisi letteraria e teoria politica, C.L.R. James faceva questa sorprendente affermazione: «Il miracolo di Herman Melville è questo: che un centinaio di anni fa in due romanzi, Moby Dick e Pierre, e in due o tre racconti, ha dipinto un quadro del modo in cui noi viviamo, che fino ad oggi rimane insuperato.» Nella sua stringente lettura dell'opera di Melville, James aveva scoperto lo schema del sistema mondiale del dopoguerra, un'analisi degli effetti distruttivi del nazionalismo (praticato tanto dalla destra quanto dalla sinistra), la descrizione selvaggia della malattia intellettuale del 20° secolo, e la critica dettagliata del capitalismo industriale. In un passaggio chiavo dello stesso libro James osservava che:
«Melville è non solo lo scrittore rappresentativo della civiltà industriale. Egli è il solo che ci sia. Nel suo grande libro la divisione e gli antagonismi e le follie di una civiltà logora vengono dissezionati senza pietà e gettati via. Natura, tecnologia, la comunità degli uomini, la scienza e la conoscenza, la letteratura e le idee vengono fuse in un nuovo umanismo, aprendo così ad una vasta espansione della capacità e della realizzazione umana. Moby Dick verrà sia universalmente bruciato o universalmente conosciuto in tutte le lingue come la prima dichiarazione complessiva, nella letteratura, delle condizioni e delle prospettive di sopravvivenza della civiltà occidentale.»

Il libro di James, probabilmente la prima formulazione di uno studio americano postnazionale, rimane fra i migliori, ed è una pietra di paragone per ogni critico interessato a comprendere l'opera di Melville e il sistema mondiale attuale.
L'opera di Melville si è dimostrata in particolar modo adatta alla critica materialista. Come è stato fatto notare da James, Melville si occupa direttamente del mondo dell'industria, degli uomini che lavorano, e del rapporto fra processo storico e natura. Non sorprenderà allora che Edward Ahearn abbia scelto Moby Dick come l'esempio per eccellenza di un'opera che svolge un'analisi critica del capitalismo industriale sul tipo di quella svolta da Marx. Infatti, per Ahearn, Moby Dick si affianca al Capitale o ai Grundrisse come testo chiave della critica della società borghese e del modo capitalista di produzione. Analogamente, ne "Il lavoro della balena", Jean-Pierre Lefebvre trova delle "affinità elettive" fra Melville e Marx, e legge l'epica caccia alla balena di Melville in congiunzione con i Grundrisse di Marx e trova che i testi si intrecciano fino a formare un'unica opera, «dettata in maniera diversa non solo dalla prima crisi moderna del 1857, ma anche dalla medesima nuova concezione della crisi.» E, precedentemente, la lettura magistrale di Movy Dick svolta da Michael Paul Rogin come espressione del "1848 americano", con Il 18 Brumaio come filo conduttore della prosa rivoluzionaria di Melville, rileva nella forma tentacolare del romanzo di Melville una critica marxiana.

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