lunedì 20 aprile 2015

Lontano…

Turismo

Il turismo appare come una nuova forma di alienazione. Lungi dall'essere vagabondaggio ed imprevisto, il turismo inquadra il viaggio in sentieri tracciati dalla routine e dal conformismo del mercato. Le vacanze possono essere altrettanto monotone ed alienanti del lavoro. Il n°14 della rivista "Offensive" si concentra su un fenomeno contemporaneo: il turismo. Questa rivista libertaria tenta di rinnovare la critica della vita quotidiana ed analizza le forme della più moderna alienazione. Il turismo rivela la portata dell'artificializzazione della vita e della miseria delle relazioni umane. Il turismo, destinato alle classi privilegiate, si è progressivamente sviluppato nel corso del XX secolo. Il turismo di massa emerge in Francia a partire dagli anni 1950; nel contesto dei "trenta gloriosi" e della società dei consumi si sviluppa un'industria turistica , ed il viaggio diviene un prodotto di consumo come un altro. Il discorso delle agenzie di viaggio fa l'apologia del turista alla moda, vero e proprio avventuriero dei tempi moderni.

L'artificializzazione della vita
Il turismo verde acquista importanza. Esso va in cerca di una natura autentica, nel quadro di un turismo che si basa sull'artificializzazione dei paesaggi e della vita. La salute sembra essere una delle cause di tali pratiche turistiche che permetterebbero di "rigenerarsi". Ma il turismo verde evidentemente si basa su un'impostura: "A immagine dell'ideologia capitalista in cui si inscrive, l'industria del turismo pretende di venderci ciò che essa contribuisce a distruggere. Così, propone al turista un prodotto turistico che assicura essere esente dagli inconvenienti del turismo: dei viaggi organizzati con l'imprevisto dell'avventura, con la garanzia di rapporti umani 'autentici', con la scoperta di animali selvaggi in assoluta sicurezza, ecc.". Il turismo ai riferisce ad una purezza artificiale e ricostruita al fine di rimuovere ogni asperità della vita. "In questo caso, i consumatori, maniaci della 'qualità della vita' e ossessionati dalla sicurezza, dovranno rinunciare alla dimensione vivente dell'esistenza". Alex Frei Khadavali insiste circa l'importanza che ha la velocità nel turismo. Il viaggio dovrebbe permettere di circolare liberamente secondo i propri ritmi, ma il turismo si basa sulla velocità e sulle prestazioni. "Come quando si è al lavoro o durante il proprio tempo libero, l'utilizzo del tempo dev'essere ottimizzato (lo richiede la razionalità economica) ed i tempi di transito vengono sempre più considerati come tempo morto". I turisti tentano di andare sempre più lontano, dal momento che la velocità sembra accorciare le distanze, ma questo fenomeno produce un'uniformizzazione del mondo e, per trovare una parvenza di esotismo, bisogna viaggiare sempre più lontano. I trasporti, per quanto sempre più rapidi, non annullano le attese tediose e la noia. I turisti devono pazientare negli aeroporti oppure nello spazio chiuso dell'areoplano. L'impatto ecologico dei viaggi è altrettanto disastroso.
Rodolphe Christin descrive il turismo come il management del mondo. I sentieri tracciati dei viaggi organizzati impongono un'uniformizzazione dei modi di viaggiare e di esplorare. "Laddove il vagabondare e l'incontro erano qualcosa di naturale, sul fio delle strade e del caso, oggi oramai prevalgono le tappe obbligatorie, gli itinerari standardizzati, i gesti pagati, la messa in scena di paesaggi (ri)costituiti. Non si tratta affatto di rimpiangere i bei vecchi tempi, ma di analizzare i cambiamenti in corso, identificando quello di cui le nostre vite sono state deprivate". Il turismo si inscrive nel quadro di una mercificazione del mondo, dove tutto viene monetarizzato. Il profitto, l'efficienza e la redditività inquadrano il viaggio al fine di sradicare ogni forma di avventura, di sorpresa o di imprevisto. Con l'avvento del regno del virtuale, l'illusione rimpiazza la realtà e le esperienze si omogenizzano. La gestione del mondo si accompagna alla pianificazione dello spazio. I paesaggi diventano soltanto dei souvenir e lo spazio naturale si deve piegare allo standard di mercato. Il conformismo turistico diffonde la noia generalizzata. Rodolphe Cristine, invece, ritiene che il viaggio dovrebbe permettere un'intensificazione della vita.

La colonizzazione dello spazio
Bernard Charbonneau descrive la pianificazione della natura fatta al fine di permettere lo sviluppo dell'industria turistica. Tale critica della società industriale descrive l'influenza della logica di mercato sulle nostre vite. "La passione spontanea diventa una scienza ed una tecnica, il gioco diventa una ricerca del profitto o del potere: il tempo libero, un lavoro". Il turista diviene un occupante arrogante che disprezza gli indigeni. L'operaio in vacanza adotta il comportamento del peggiore dei padroni. "L'opposizione dell'indigeno e dello straniero fa assomigliare la stazione balneare alla società coloniale; e ancora una volta l'impatto della società industriale distrugge la società tradizionale". Il rullo compressore turistico schiaccia la verità, la realtà, la natura.
Pierre Vissler evoca l'urbanizzazione degli spazi. Le élite locali tentano di rendere attraente la loro regione, lo sviluppo del turismo distrugge la ruralità ed ogni forma di vita locale, i ricchi comprano delle seconde case e fanno lievitare i prezzi immobiliari, impedendo così ai poveri di abitare nel loro paese. L'agricoltura diviene un mestiere solitario e monotono, la meccanizzazione del lavoro ed i ritmi più sostenuti rendono l'agricoltura anche un mestiere più difficile. La dipendenza dai mercati e dalle banche riduce ulteriormente l'autonomia di quest'attività. Inoltre, le élite ed i media contribuiscono a mostrare sempre più l'agricoltura come un'attività desueta. Ma, ciò che la modernità contribuisce a distruggere diviene l'obiettivo dei ricchi in cerca di autenticità. "Le fattorie ed i loro fienili, così come i porticcioli dei pescatori e le loro piccole case rustiche, una volta evacuate dai loro inquilini storici, costituiscono ciò che di meglio è stato fatto in materia di villeggiatura 'alla moda'". Tutto ciò descrive la distruzione dei Paesi Baschi e delle zone rurali da parte della speculazione immobiliare. "Sia che questo avvenga sulla scala dei Paesi Baschi, o della Francia, o dell'Europa, o del mondo, la politica è sempre la stessa, globalizzante e massificatrice, e negatrice delle particolarità geo-economiche, delle identità culturali così come delle ineguaglianze di classe." La pianificazione del territorio rafforza il dominio capitalista. La logica di mercato presenta i movimenti della popolazione come naturali, ed impone un modo di vita.

La riappropriazione degli spazi e della vita
Il turismo rivela l'evoluzione del mondo mercificato, con un perfezionamento dell'alienazione sotto tutti gli aspetti della vita. I situazionisti avevano osservato che il "tempo libero" non si distingue più dal "tempo del lavoro". La tirannia dell'orologio e lo spossessamento del tempo, l'uniformizzazione delle pratiche e delle attività umane, il regno di una logica quantitativa e di redditività, avvicinano lo svago al mondo lavorativo. Il Club Med diventa allora la fabbrica del divertimento turistico. Una routine, un'attività permanente che istupidisce, una separazione degli individui che scandisce il quotidiano nei centri turistici ad immagine della fabbrica o dell'impresa.
Coma sottolinea Rodolphe Christin, il turismo somiglia ormai alla gestione del mondo. I centri ricreativi, come le imprese, adottano la forma manageriale. Le norme di redditività e di prestazione si sono diffusi in tutti i settori della vita, il viaggio dev'essere uniformato, standardizzato, reso redditizio. Il turista interiorizza le sue norme di gestione, non si lascia andare al passeggio, all'incontro, alla scoperta o al piacere. Al contrario, redditivizza i suoi tempi, li ottimizza, e programma i monumenti, le città ed i paesi che deve visitare e fotografare. Si sottomette a degli obiettivi e pianifica il suo tempo, il viaggio non deve più permettere di creare delle nuove atmosfere, ma deve rendere redditizie le vacanze.
La gestione del mondo impone una concezione quantitativa della vita, attraverso la redditività e le prestazioni. Per lottare contro una simile società, bisogna quindi affermare l'importanza della dimensione qualitativa, della sensibilità e del piacere.

fonte:  Offensive n°14, « L’horreur touristique », mai 2007

Nessun commento: