mercoledì 12 gennaio 2011

Mare Nostrum

medi

Dall'inizio dell'anno, in Nord Africa, la povertà guadagna sempre più terreno. Il prezzo delle derrate alimentari di prima necessità è alle stelle, c'è sempre meno lavoro, e si è ridotta ulteriormente la già pietosa capacità d'acquisto di tutti. Abbiamo chiaro il vecchio trucco della "crisi", per farci credere che la miseria e la rivolta sono fenomeni nuovi che solo la crisi produce, quando invece sono fenomeni vecchi sono vecchi come il denaro e l'autorità. E' bastata qualche scintilla in Tunisia per appiccare il fuoco alle polveri di una situazione già esplosiva, fino all'Algeria.

Sono stati attaccati poliziotti, edifici pubblici, scuole, dogane, grandi magazzini, stazioni di polizia, concessionarie auto, banche e negozi, sono state erette barricate. Contrariamente a quello che il potere e la stampa racconta, queste rivolte non si limitano a qualche categoria immaginaria ("giovani", "laureati", "disoccupati", "estremisti"), ma si esprimono in modo diffuso ed i loro obiettivi sono chiari.
A fronte, la risposta dello Stato è altrettanto chiara: in Tunisia, i poliziotti rispondono alle pietre col fuoco dei cecchini, lasciando per terra decine di morti. In Algeria , migliaia di arresti, torture, detenzioni e uccisioni, mentre vengono emesse le prime condanne, e ne verranno emesse ancora. Come sempre, come ovunque, infuria la guerra sociale, e chiede a ciascuno da che parte vuole stare.

Già gli avvoltoi, democratici o religiosi, sono pronti a recuperare queste ribellioni per scopi politici, chiedendo delle riforme o dei cambiamenti di regime, per deviare questa rabbia che si esprime contro ogni forma di regime o di potere. Stanno già preparando il dopo, cercando di sostituire il controllo della dittatura con un controllo democratico, in altre parole, addolcire il dominio per renderlo accettabile.
Noi che viviamo in una democrazia, possiamo dire che, anche se le condizioni di vita quotidiana sono meno dure che in una dittatura, le libertà democratiche non ci hanno mai reso liberi. La libertà che desideriamo, è totale e incondizionata. Ecco perché quest'aria d'insurrezione , come in Grecia dal dicembre 2008 e come in Francia nel novembre 2005, ci riscalda il cuore.

Ecco perché vogliamo soffiare sulle braci e diffondere questa rivolta. Qui, ovunque, ora, sempre.

E' necessario che la rivoluzione salga dal basso, dal momento che dall'alto arrivano solo proiettili e manganellate.

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