Per diventare proprietario di una città abbandonata, bisogna toccarne la porta con la mano, o è sufficiente lanciare da lontano il proprio giavellotto?
Analogie……
Toccare il cuore altrui, con la mano, in un confortevole silenzio, dove non c'è bisogno di parlare, per impressionare o per definire sé stessi?
Continuare a scagliare il giavellotto delle parole fino a colpire il punto magico che apre le porte?
4 commenti:
Il quesito e' molto interessante e stupendamente illustrato.
Purtroppo ignoro la risposta "definitiva".
magari nessuna delle due. forse è necessario che ti consegnino le chiavi. salvo voler invadere...
il concetto di proprietà mi sembra già brutto se applicato ad una città, nel caso di un cuore mi sembra ancora meno appropriato.
Se il cuore non vuole essere toccato, non c'è mano, nè porta, nè giavellotto che tenga. Se il cuore vuole essere toccato, allora troverà il modo di dirlo o di farlo capire, se non addirittura di avvicinarsi lui alla mano o di farsi trafiggere dal giavellotto.
E.
la città è abbandonata! E quindi se ne può diventare proprietari. Così funziona, nel mondo ... favoleggiato.
Ma ovviamente l'analogia si riferisce più all'atto di "aprire" che a quello di "diventare proprietario".
Magari perché aprire è presupposto necessario, sebbene non sufficiente ...
Poi ci sono le chiavi, false o vere che siano ...
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