martedì 5 maggio 2009

strade



Dev'essere un segno di vecchiaia, di quella vecchiaia che non cede alla vecchiezza, il mio, ma mi succede ancora di non riuscire a capacitarmi, a volte, delle parole udite, scritte, pronunciate. La giovinezza - mi dico - sta nel non riuscire a capacitarmi; mentre la vecchiaia - invece - sta nel lasciarmi andare a riconsiderare i ricordi, a lasciarli scorrere davanti alla mente, e curarmene. Una bega, piccola, fatta di arnesi vecchi (e non solo i miei), una bega fatta di parole, scontri di punti di vista fra realismo e purezza (che, poi, non corrispondono quasi mai alla rispettiva realtà), inalberamenti, accuse vecchie, con cui rispondere alle critiche, altrettanto vecchie. Le accuse - dicevo - non personali, bensì alla mia "generazione" che avrebbe perso per l'incapacità di coniugare ragionamenti e astuzia, preoccupati solo di salvaguardare una sorta di "purezza ideale" che, in realtà, sarebbe stata solo il termometro della nostra presunta incapacità a fare altro, anzi, meglio, "a sporcarsi le mani". Così - la generazione, dico - continuerebbe a inanellare accuse di opportunismo (questa è mia) e di gradualismo (questa non è mia!) al solo scopo di mascherare un'incapacità di fondo che ci ha fatto "perdere" e che, se non resa inoffensiva, farebbe ri-perdere quelle magnifiche sorti e progressive, cui tutti uniti e tutti insieme siamo destinati, con le mani sporche di quello che serve...
C'era un tale, di Lotta Continua, lo chiamavano Antoine, per via dei suoi capelli lunghi, non ricordo il nome, che argomentava spesso - era il 1972 - a proposito della sua (e, ovviamente, della'organizzazione di cui era parte) capacità di "far politica". Lo considerava un valore!
Eccoli, i maledetti ricordi.
Poi, mi sono ricordato di un altra cosa, di una piazza, anzi di un piazzale. Piazzale Marconi, a Siracusa, a pochi metri dalle vestigia dell'antico foro romano. Piazzale Marconi, chiamato da tutti "Puzzu 'ngigneri", chissamai perché!? Puzzu 'Ngigneri, i braccianti si alzavano che era ancora buio, per arrivarci all'alba, molti a piedi, qualcuno in bicicletta. E si disponevano, in riga, sperando di essere scelti dal capu-ghiumma, che poi li avrebbe avviati al lavoro dei campi, per una paga da fame. Sarebbero andati a spenderla, la sera, da Pillicciu, nei vicoli dietro il carcere di Ortigia, per un pasto di uova sode, puppu e vinu! Da Puzzu 'Ngigneri la prima volta che mi capitò di passarci con mio padre - andavamo a pescare - non avevo molti anni. Gli chiesi chi fossero, e cosa facevano.
La mia prima lezione ... di classe. Avrei dato l'esame, in una fredda mattina di dicembre, qualche anno dopo. A picchettare un liceo, con le lacrime agli occhi.
Sì, certo, abbiamo perso dopo, anche mentre credevamo di stare vincendo. Abbiamo perso, e abbiamo talmente condizionato quelli che adesso vorrebbero vincere, che adesso - evidentemente - pur di non perdere si accontenterebbero di assai meno, anche di un pareggio!
Chiedono "meno morti sul lavoro", e non riesco a non considerarli poveri epigoni del pci e dei suoi manifesti che sloganavano "di lavoro non si deve più morire". Sicuramente più realisti di chi voleva la luna, urlando che "di lavoro non si deve più vivere". Ad ogni modo, il numero di morti sul lavoro, cominciò a tendere allo zero, per il semplice fatto che l'operaio, quando non scioperava, giocava a carte, in fabbrica - e perdeva una mano a tressette, piuttosto che ... la mano . Nel frattempo, dirigenti e "capu-ghiumma", cofferati con il cronometro in mano, erano più preoccupati per le loro gambucce che del profitto del padrone (si chiamava ancora così, allora). Altri tempi, sicuramente, ricordi. Adesso tutto è cambiato. E adesso sembra che io viva chiuso e arroccato nella mia cittadella di rovine, mentre i realisti, liberi da ogni ideologia, ci preparano un futuro radioso, insieme ad un branco di commedianti che hanno anche avuto la disavventura di essere cacciati da quell'emiciclo, unico teatro delle loro performances. Il nuovo realismo si sposa col vecchio realismo. E io me ne vado da un'altra parte.

1 commento:

mario ha detto...

Stessa strada. Un saluto