lunedì 15 dicembre 2008

Sarriette



Ho dovuto trovarlo su un dizionario, il nome francese della santoreggia, in modo da potersela procurare e portarla a casa, in giusta quantità, di ritorno da questo breve soggiorno marsigliese. Il ritorno, già, il ritorno è stato una sorta di incubo, sbattuti fra frane, alberi schiantati che, a loro volta, schiantano la linea ferroviaria e scioperi. Cinque ore fermi alla stazione di Aubagne, appena ad un quarto d'ora fuori Marsiglia in direzione Nizza. Poi, a Ventimiglia, da Nizza, in autobus ci siamo arrivati più o meno all'ora in cui si sarebbe dovuto arrivare a Firenze.
Così alla fine il viaggio è durato più di ventiquattro ore. Bene!
Eppure, lo rifarei. Per tutto. Per quelle due splendide giornate di sole, ritagliate in mezzo alla pioggia ed al vento, che ci ha saputo regalare. Per la Corniche, il lungomare più lungo del mondo, e le sue piccole sotto-Marsiglia incastonate lungo la spiaggia. Per il vecchio porto e per il suo mercato del pesce. Per i vicoli del Panier. Per i profumi del Mercato dei Capuccini che si spandono per tutto il Panier e gareggiano, da orientali, coi profumi della Provenza. Per il pranzo al Plaine (Cours Julien), in una Brasserie (Casablanca) al sole di un incredibile 13 dicembre. Per l'occhio di Santa Lucia (appunto!) comprato in una bancarella che vendeva pesce al Quai des Belges. Per la salita, resa dolce da una splendida giornata, fino a Notre Dame de la Garde, ad abbracciare con lo sguardo un panorama incredibile, dritti in piedi su una chiesa-fortezza. Per lo Chateau d'If, e alla salute di Edmond Dantes e dell'abate Farìa! Per una citta dolce e sonnolenta che ti culla e ti accarezza quasi, e che ti sorregge mentre cammini per le sue strade, per le sue tante piazze e mentre ti inerpichi per le sue scale, per poi ridiscenderle. Per il venditore di miscugli di erbe, le più incredibili, e per il suo amico ultras dell'OM con tanto di tessera da ultras che parlava di Batistuta, della Fiorentina e sorrideva. E se avessi avuto una sciarpa della Fiorentina, l'avrei scambiata con la sua del Marsiglia! E dopo averci venduto, per un'inezia, una barcata di erbe e polveri, ci hanno pure regalato un barattolo di olive e una bottiglia di essenza. Per il casino ordinato del "Samaritano" e per il suo cameriere e per l'atmosfera impareggiabile. Per tutta la gentilezza di chi ha regalato un sorriso e una parola, in più occasioni. Per la luce, e per quel poco che sono riuscito a riportarne nelle fotografie. Per i colori, quelli del mare e quelli delle bancarelle del mercato, e quelli del cielo. Per essermi sentito a casa.
E per tutto il resto, perché, come dice Izzo, "sono spesso amori segreti quelli che dividiamo con una città".

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