Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
venerdì 24 ottobre 2008
problemi con le donne
Sarà la Repubblica, in Spagna nel 1936, ad arruolare le donne e a costituire battaglioni femminili e misti.
Scrive Theo Rogers, in "Spain, a tragic journey", a proposito dello spirito di questi reparti: "Hanno armato la furia, ed essa si è rovesciata sulla città." A questo proposito c'è un aneddoto significativo. Nel novembre del 1936, durante un combattimento attorno ad un ponte sul Manzanarre, a Segovia, i legionari di Franco si trovarono di fronte ad un battaglione di miliziane. Queste, ad un certo punto, cessarono il fuoco. Il comando legionario, allora, fece avanzare una squadra seguita da un plotone, ma improvvisamente "quelle vipere" - così si esprime il rapporto dell'ufficiale legionario in comando - "aprirono un intenso fuoco di mitragliatrice che falciò parecchi soldati". Quando poi l'unità legionaria riuscì a stringere le fila, queste abbandonarono di nuovo la posizione, scomparendo. Il rapporto si conclude affermando: "preferimmo non inseguirle perché non abbiamo voluto cadere nella provocazione di questo isterismo femminile assetato di sangue".
Nel 1941, una commissione repubblicana, in esilio in Francia, valuterà intorno ai 23.570 i casi di stupro di miliziane cadute prigioniere nelle mani dei fascisti.
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8 commenti:
"Nel 1941, una commissione repubblicana, in esilio in Francia,..."
Nel 1941 la Republique era ripartita in territori occupati e in "zona libera" controllata da Vichy, il cui governo era sostanzialmente collaborazionista e con una spiccata propensione per la repressione del dissenso. Sarebbe interessante sapere su quali margini di manovra i repubblicani di Spagna potevano contare in un contesto peggio che negativo.
Margini di manovra!!???
Credo che codesto rischi di essere un discorso meramente accadamenico. Non credo che a "Vichy" gliene fregasse più di tanto delle commissioni di inchiesta dei repubblicani spagnoli in esilio. Quanto al margine, mille in più o in meno, o diecimila in più o in meno, non credo che cambierebbe di molto la faccenda!
salud
Eh sì, margini di manovra e anche accademismo perché Pétain & Laval, come tutti i loro congeneri, con schedature e campi di concentramento ci andavano praticamente a nozze. Col benestare di tantissima parte dell'opinione pubblica contemporanea. L'acquiescenza con il regime di Vichy è una di quelle cose di cui in Francia nessuno parla volentieri. IBS mi procurerà "La retirada" di Pietro Ramella; la recensione pare interessante.
Un aneddoto curioso sulla borghesia estimatrice del regime si trova in un romanzo di Ioseph Joffo, che entrò nelle FFI da ragazzino. Nel maggio 1944 Vichy non esisteva neanche più, ma questo non impediva al libraio del paese di tenere in vetrina un ritrattone di Laval e di dirne un gran bene ai ragazzini di casa senza arrendersi davanti a nulla, tanto meno all'evidenza. Dopo lo sbarco in Normandia un partigiano giovanissimo andò alla libreria, compìto e complimentoso, e chiese di comprare il ritratto in vetrina pagandolo sull'unghia. La moglie del padrone, quel giorno al banco, fece per prenderlo e consegnarglielo. Il partigiano disse "No, lo lasci pure dove sta". Poi prese un lapis, scrisse VENDUTO su un foglio e lo attaccò ben in vista al ritratto. Salutò sorridendo: "A molto presto, signora".
Ora, accademismo poi ..
Ho molto apprezzato l'aneddoto, ma continuo a credere che ci sia un'incomprensione di fondo a proposito del "commentato" ...
nel senso che i commenti non sembrano entrarci un granché, ma sembrano essere solo un pretesto per fare, appunto, dell'accademismo (termine orribile, anche perché si dovrebbe dire "accademia"!)
salud
"i commenti non sembrano entrarci un granché, ma sembrano essere solo un pretesto per fare, appunto, dell'accademismo".
francosenia.blogspot.com ha molti post in cui le questioni della guerra di Spagna vengono trattate con documentata competenza. Non è fuori posto chiedere "quali margini di manovra", ovverosia che vita facessero, da quali pericoli dovessero guardarsi, quale azione politica o militare potessero mettere in piedi i repubblicani nella Francia in guerra!
In una delle "interviste impossibili" che vennero svolte in radio negli anni settanta, e poi pubblicate in volume da Bompiani, ricordo l'intervista "realizzata" da Umberto Eco, a Pitagora (la puoi trovare a http://www.giutor.com/doc/pitagora/eco-pita.html).
Si concludeva con Pitagora che continuava a ripetere ... "duunque non hai capito" ...
salud
Ad ogni modo, se proprio sei curioso di sapere qualcosa sulla situazione francese (e sempre sottolinenado che non c'entra una sega col discorso sulle donne durante la guerra civile), in attesa che tu riceva il libro di ramella, ti puoi andare a leggere qui:
http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/ramella398.html
salud
Solo per amore di precisione:
considerato che, ovviamente, ciascuno è responsabile di ciò che scrive, e considerato che i commenti che pubblico sono responsabilità di chi li scrive, non posso evitare di fare le mie considerazioni a proposito della "provenienza" degli stessi. Così, colgo l'occasione per considerare come il signor "ionostoconoriana" che si definisce - lui e il suo blog - a partire dal suo nemico (e già questo ...), parimenti non disdegni di prendere, e dare, lezioni di antifascismo da un fascista. Per tacere di "internazionali dell'odio" e citazioni di de benoist ....
Come diceva Bube, a ciascuno il suo!
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