mercoledì 5 marzo 2008

The Bus Tour



Joe Lansdale non scrive "genere". Joe Lansdale è il genere, anzi tutti i generi. Fantascienza, horror, noir, western, pulp, e chi più ne ha più ne metta. E Joe Lansdale è tornato, ed è tornato a scrivere per porre di nuovo mano al ciclo che lo impose all'attenzione mondiale con il più folle oggetto mai apparso nell'universo della fantascienza (fantascienza?). E' tornato, cosicché anche noi possiamo tornare al suo drive-in. Sono passati quasi vent'anni da quando siamo stati all'Orbit l'ultima volta e le quattro tribù (una per ogni parcheggio dell'immenso complesso) sono regredite ad uno stadio che ammicca al sub-umano, fra istinti e una sorta di legge della jungla. Il tempo, praticamente non esiste più. Niente giorno e niente notte. Un crepuscolo elettrico che, a volte, viene interrotto da un black-out che permette di nascere al sole artificiale del proiettore che fa partire la maratona di film di serie B. "La notte dei morti viventi", "Non aprite quella porta", la sequenza dei titoli è la solita, non è cambiata. Poi, ogni tanto piove. Piove come una sorta di melma assassina. La diarrea di Dio, sospetta qualcuno. Ma è facile che sia qualcosa di peggio, di assai peggio. A questo punto, Jack - il protagonista che non sa se sia vivo o morto - decide di averne avuto ababstanza. Ha trovato un autobus, di quelli scolastici, appena fuori del drive-in, lungo la pista dei dinosauri. Le gomme erano andate ma si è messo in moto al primo colpo. Facile trovare gomme nuove, e facile mettere insieme una banda di matti decisa a provare ad andarsene da lì. Da qualche parte. Il suo amico Steve, Grace, la donna che in tutto qul baillame riesce ad avere dei capelli biondi, perfettamente lisci, buoni per farle girare uno spot televisivo. Poi c'è Homer un bifolco americano dei più puri, e ci sono due orfani dell'heavy metal, Cory e James. Si è aggregata anche Reba, vestita di una pelliccia di chissà quale animale, però la borsa si vede che è di cane! Si parte, quasi un tour. All'inferno, in autobus. Incontreranno di tutto, un ponte che sembra una scala al purgatorio e un pesce gatto in grado di fare un solo boccone perfino di Moby Dick, se mai la incontrasse! Ma è solo l'inizio. C'è anche una spiaggia che sembra avere a che fare con i "losties"; sembra perchè a ben vedere sono gli sceneggiatori di "Lost" ad avere a che fare con Lansdale.
Il libro finisce per riuscire ad illuminare di una luce (luce?) tutta nuova la storia raccontata nei primi due volumi della trilogia. E si beve in un fiato, la storia, incuranti di quello che ci aspetta nella stanza del proiettore cosmico. Ma del resto Dick ce l'avrebbe dovuto avere insegnato, e da lunga pezza, che esistono mondi ben peggiori di quello in cui CREDIAMO di vivere.

Joe Lansdale - La notte del drive-in 3 (la gita per turisti) - Einaudi - 11 euri e 80


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