Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
giovedì 27 dicembre 2007
che lo dico a fare!?
Per me - non è retorica - è cominciata allora, con i miei sedici e rotti anni, il 12 dicembre del 1969. La strage di ... stato. Venire da lì, dalla rabbia per quelle morti vigliacche. Nemmeno il coraggio di spianare le armi in faccia, come ad Avola, non troppo tempo prima, e neanche il nemico, di classe, da lasciare sul terreno. Solo la morte, da gettare sul piatto, e in faccia a tutti noi. Un'altra epoca, quella del 1969, per molti versi. Amici, nemici, alleati, avversari, per molti di noi, erano ancora da definire o, forse, da redifinire. Noialtri da soli, "sinn fein" in gaelico. E soprattutto quando interviene un senatore, Giovanni Pellegrino, "persona informata dei fatti" e a lungo presidente della "Commissione stragi", a raccontarci come andava in quell'epoca. Nessun mistero - ci racconta il senatore - serviva solo un'Italia che fosse ben allineata in un Mediterraneo inquieto. Dettaglio in più, dettaglio in meno. "Intemperanze sociali" da contrastare con un "piano degli ordigni esplosivi", e gli esecutori erano solo "ragazzi troppo esuberanti", giovani di "ordine nuovo" arruolati dai servizi segreti militari. Non ci sono misteri - ci informa Pellegrino - e non c'erano nemmeno allora, quando scoppiò la bomba, quando arrestarono Valpreda, quando morì Pinelli.
"Sapevano benissimo anche i capi del Partito Comunista, troppo intelligenti per non capire. Non parlarono per senso di responsabilità. Se avessero raccontato i retroscena di quella strage cosa sarebbe accaduto? I Feltrinelli, i Curcio e altri esaltati come loro si sarebbero moltiplicati. Non avremmo assistito a una guerra civile a bassa intensità, ma ad un vero e proprio scontro aperto."
L'intelligenza, già! E l'intelligenza non è mica acqua fresca, forse per questo nessuno ha commentato le dichiarazioni del senatore Pellegrino. Silenzio. Anche perchè, sennò, i signori del Pci (quelli sopravvissuti) avrebbero dovuto specificare che non si limitarono a "non parlare". Fecero di più e di meglio! Mistificarono, calunniarono, annientarono. Del resto, erano degli esperti. Il segretario Luigi Longo si era svezzato in Catalogna, contro gli anarchici, ed era sempre pronto a rinnovare gli antichi fasti. Per rendersene conto basta andarsi a rileggere la stampa del partito ai tempi della "pista Valpreda"!
Ora, la maggior parte di questi personaggi non c'è più, però molti ci sono ancora (cazzo, se ci sono!) e può essere "bello" rivederli tutti insieme. Eccoli!:
Segretario Generale: Luigi Longo
Vicesegretario Generale: Enrico Berlinguer
Direzione: Abdon Alinovi, Giorgio Amendola, Paolo Bufalini, Sergio Cavina, Gerardo Chiaromonte, Arturo Colombi, Armando Cossutta, Fernando Di Giulio, Guido Fanti, Carlo Galluzzi, Pietro Ingrao, Leonilde Iotti, Luciano Lama, Emanuele Macaluso, Adalberto Minucci, Giorgio Napolitano, Alessandro Natta, Agostino Novella, Achille Occhetto, Gian Carlo Pajetta, Ugo Pecchioli, Claudio Petruccioli, Alfredo Reichlin, Antonio Romeo, Rinaldo Scheda, Mauro Scoccimarro, Emilio Sereni, Adriana Seroni, Umberto Terracini, Aldo Tortorella.
Comitato Centrale: Giovanni Berlinguer, Arrigo Boldrini, Napoleone Colajanni, Giueseppe D'Alema, Edoardo D'Onofrio, Giuseppe Dozza, Maurizio Ferrara, Sergio Garavini, Fausto Gullo, Renato Guttuso, Davide Lajolo, Lucio Lombardo Radice, Giuliano Pajetta, Luca Pavolini, Luigi Petroselli, Bruno Trentin, Vittorio Vidali, Renato Zangheri.
E, del resto, gli epigoni non sono certamente da meno dei loro venerandi maestri! Basta riguardarsi la storia di questi ultimi anni: la precarietà sul lavoro, e del lavoro, è stata sancita dalla legge nota come "pacchetto Treu", votato anche da "Rifondazione comunista"; la legislazione contro gli immigrati e i richiedenti asilo ha avuto inizio con la legge Turco-Napolitano, e sempre votata da Rifondazione; si deve alla penna di Violante il più brioso manifesto sulla "sicurezza"("apologia dell'ordine pubblico") poi tradotto in una legge che ha decretato l'autonomia dell'arma dei carabinieri; è stato Oliviero Diliberto, in qualità di ministro della giustizia, a promuovere i GOM (reparti speciali di guardie carcerarie) che, poi, si distingueranno a Genova. E si potrebbe continuare. Ma a che pro? Che lo dico a fare!?
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