venerdì 30 marzo 2007

La testa di Pancho Villa



Nella notte fra il 5 e il 6 febbraio 1926, un gruppo di sconosciuti entrò nel cimitero di Parral, profanando la tomba del caudillo della rivoluzione agraria del nord, e decapitò il cadavere per rubarne la testa. Il fatto fece scorrere fiumi di inchiostro sulla stampa nordamericana, dal momento che negli stati uniti si continuava ad alimentare il mito del fiero bandolero che si era azzardato, nell'anno 1916, ad attaccare il paese di Columbus.
L'unica invasione straniera registrata dalla storia nordamericana moderna.
La stampa di Los Angeles dedicò un grande spazio alla notizia e ai suoi sviluppi. Le voci messicane attraversavano continuamente la frontiera e ubicavano la testa smarrita una volta nelle mani della vedova di un vecchio possidente di terre che Villa aveva assassinato, un altro giorno in un circo che percorreva il Texas mostrandone i resti, il giorno dopo nelle mani di un gruppo di pazzi fuggiti dal manicomio di Chihuahua, poi in mano ad una zitella dell'Oklahoma che era innamorata del genio militare messicano e che aveva incaricato dell'operazione una banda di ladri professionisti originari di San Francisco.

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