mercoledì 21 marzo 2007

La parte da cui stare ...



"Un'esistenza simile genera naturalmente degli scompensi, ma questi non interferiscono nell'ordine del sociale, resta una questione puramente mentale e, soprattutto, presonale. Quando un esiliato si mette a parlare, un sacco di gente sta ad ascoltare, attratti come sono dallo straordinario disordine del suo discorso. Lui parla di fatti accaduti secoli addietro o di altri che stanno per accadere, riducendo il ruolo del tempo ad una semplice questione di puntuazione (sic). E' il suo "statuto di assente" a farlo comportare così: il tempo non c'è più, se l'è bevuto la rivolta. E allora lui appende gli anni a una virgola e le distanze le copre con un ultimo e interminabile respiro. Nell'intorpidimento del corpo, l'esiliato si racconta e si lascia raccontare in un andirivieni costante. L'ultima volta che s'è visto, era in una casa in mezzo ai campi, con menta e basilico, due vecchi e dodici galline. Adesso ne rimanevano undici, una era morta. No, si stava confondendo, non era la gallina a morire ma sua madre. Se n'era andata via senza dire niente a nessuno, discreta, come sempre. Le aveva scritto una volta, ma lei non poteva rispondere. Lui non aveva messo il mittente, e comunque il servizio postale sulla Sierra Madre era scarso. Era una bella lettera, l'aveva affidata ad un marinaio che da Vera Cruz salpava per l'Europa. Ma non era un tipo affidabile, probabilmente l'aveva smarrita a Rotterdam, sotto una pinta di birra. Qualche tempo dopo si fa notare a San Antonio, Texas. Stava attraversando un prato urbano, così verde e piatto che si sarebbe detto artificiale, quando si accorse che un tipo grasso gli correva dietro. Gli venne in mente che avrebbe potuto sparargli, ma non ne fece niente perché non portava mai un'arma. Il tipo grasso si rivelò giornalista, suo ex compagno di scuola, che non avrebbe detto niente a nessuno di quell'incontro. Ma lui, il fuggitivo, sapeva che sua madre era morta e che si era costituito un comitato per far ottenere la pensione a suo padre? E che il Governo in Italia era ormai socialista e la Mafia anche? No, non ne sapeva niente e gli sembrò tutto molto strano. C'erano troppe coincidenze in quella storia, meglio starsene alla larga. Al giornalista grasso ed ex-compagno di scuola disse che stava per partire verso l'Antartide, gli avevano offerto un impiego importante: cacciatore di tempeste.
Sarà di nuovo a Parigi. Gli avevano detto che mettersi a ballare la notte sotto la torre Eiffel l'avrebbe proiettato nello spazio. Ma non era tornato per questo, benché la voglia di sparire fosse tanta. Torna solo perché non c'è altro posto al mondo disposto a riconoscergli il diritto all'esistenza."

Cesare Battisti

1 commento:

Riccardo Venturi ha detto...

Preghiera laica, di Francesco Forlani
(da carmillaonline.com)

Vi prego
non cacciate la bilancia
a misurare i morti con quell’ago
che la si chiami storia, critica, rimpianto

“a te di più che a me hanno fatto male”
e via con gare tra la conta e il conto
da presentare a un altro, che non sia se stesso
di vittime e carnefici di stragi

e diventare forca, cappio gogna

in questo fare provo più vergogna
per voi che a quell’elenco in calce dite morto
e dei feriti a morte - urlava Bene -
non ve ne frega nulla

non giudicate vi prego quel fuggiasco

e la saliva che vi sgorga dentro
ingoiatela insieme al desiderio storto
di vendetta e farne sputo

o allora fatelo e comprendete me
che insieme a lui ho bevuto birra
ai piedi di Belleville in primavera.