Il dulcimer di David Massengill è tornato. E staremo insieme, come recita il titolo del suo nuovo cd, “We will be together”. E sarà un piacere tornare ad ascoltare le sue storie. Storie di lavapiatti messicani, di fuggiaschi, da un manicomio o da un penitenziario. Orfani, neri braccati dal Ku Klux Klan. Ballate amare, riscaldate da uno strano pensoso e malinconico ottimismo. Una voce sommessa, qualcosa che dice che, alla fine, possiamo farcela. Ce n'è bisogno!
Ha fatto la sua gavetta al “Village” di New York, Massengill, proveniente dal Tennessee. E' cresciuto al circolo di Jack Hardy, al “Cornelia Street Café”, im nezzo a personaggi come Rod MacDonald, Lucy Kaplansky, Michael Fracasso e Cliff Eberahardt. Cercateli questi nomi, cercateli i loro dischi. Ne trarrete piacere. Ha scritto canzoni indimenticabili, David Massengil. Dall'indimenticabile “My name Joe” al capolavoro “Fairfax County”. Dalla splendida ballata, dove risuona l'eco di Woody Guthrie, “Sierra Bianca Massacre” fino alla dolce, quasi una ninna-nanna (come dice il titolo), “Don Quixote's Lullaby”, dedicata ad Abbie Hoffman (...me ne andai per cambiare il mondo, e quando tornai il mondo era rimasto uguale...).Fino a“Rider on a Orphan Train”, una delle più commoventi “train-song” mai ascoltate.
“Number One in America” ci racconta una storia vera. Una toria di “freedom riders”, ovvero degli incappucciati del Klu Klux Klan. Ci racconta del loro tentativo di marciare sul Tennessee e far bruciare sinistre croci. Il tentativo fallì miseramente – racconta Massengill – ed essi vennero ricacciati da dove venivano.
I primi in Americadi
David Massengill – 1987 -
Era il millenoventosessantatre
Nella mia cità natale, Bristol Tennessee
Ero seduto sulle ginocchia di mia madre
E guardavo “Amos 'n' Andy” sulla TV
Amos era vestito da Babbo Natale per la Vigilia di Natale
Una ragazzina lo stava strattonando per la manica
E diceva, “Posso avere una bambola che sia del mio colore, per favore?”
Lui rispose, “Tesoro, puoi fare finta...”
Proprio in quel momento squillò il telefono
Era il sindaco che chiedeva se mio padre fosse in casa
Nessun altro doveva sentire
E io e la mamma ascoltavamo sull'altro telefono
Il sindaco disse, “I “cavalieri della libertà” sono in marcia
e arriveranno per Natale
Hanno giurato di disobbedire alle nostre leggi
Perché le nostrre scuole sono bianche come la Via Lattea
Per cui adesso abbiamo un problema
Non possiamo fare la figura dei campagnoli
Per cui quando inizia il ballo
Diamo l'addio alla politica di Jim Crow
Hanno cominciato con quaranta acri e un mulo
E adesso vogliono nuotare nelle nostre piscine
Molto presto vorranno andare nelle scuole
Dove noi abbiamo imparato il principio informatore.”
Immagina mentre ci dicono come dobbiamo vivere
Immagina mentre ci dicono come dobbiamo vivere
Coro (o ritornello)
Noi siamo i primi in America
Primi in America
Batti il tamburo per zio Sam
Sconfiggili a Birmingham
Dinamite in una chiesa Battista
Quattro ragazze nell'età della puberta che perdono la retta via
Manichette di idranti e i “billy clubs”
Cani poliziotto e delinquenti razzisti
Teppisti a cavallo e linciaggi
I poliziotti dicono che stanno solo facendo il loro lavoro
per rimanere i primi in America
Le asce imbracciate contro il diritto di voto
Le giurie composte di soli bianchi
Sul fondo dei bus, non provocare guai
Distinti ma uguali per la gola
Questo è successo vent'anni fa
Cos'è cambiato nello status quo?
La terra delle libertà non si fa vedere
E' incatenata in un vicolo maleodorante
L'uomo dalla pelle nera continua ad essere offeso
Quando si avvicina al Country Club
Però va sempre bene per potare gli alberi
Per stare in ginocchio sul pavimento e strofinare
C'è un uomo d'affari sul suo yacht
E' un patriota
Egli dice che è tutto un complotto comunista
per diventare i primi in America
Coro (o Ritornello)
Il Ku Klux Klan è ancora in giro
Con un'autorizzazione a marciare sulla mia città
Però solo sul territorio della Virginia
In Tennessee dovettero ripiegare
Lo sceriffo fermo in piedi con i suoi vice intorno
apparentemente per mantenere la calma
ci fece però questa promessa:
“Perdio, loro non marceranno sul suolo del Tennessee!”
Le telecamere erano disposte su tre file
Noi ridevamo e piangevamo, fischiavamo e sbeffeggievamo
Ma sopratutto restammo fermi in piedi senza paura
finché il Ku Klux Klan non scomparve
In una qualche remota alba
Quando un nero sarà il presidente e non una pedina
Essi bruceranno croci sul prato della casa bianca
E parleranno dei tutti i giorni passati
Immagina mentre ci dicono come dobbiamo vivere
Immagina mentre ci dicono come dobbiamo vivere
La scorsa Vigilia di Natale al K-Mart
Una famiglia bianca povera
Il padre diceva, “Bambini, prendete un giocattolo solo – non di più
Perché non possiamo permettercelo...”
Guardai il figlio che sceglieva un pallone da basket
La ragazza più grande sceglieva uno scialle creolo
La più piccola scelse una bambola dalla pelle nera
E se la strinse al petto
Guardavo per vedere come avrebbero reeagito
Dal momento che loro erano bianchi e la bambola nera
Ma il padre e la madre furono pratici
e controllarono se la bambola fosse rotta
Così è possibile creare un movimento di ribellione
Dove il l bianco e il nero cammineranno mano nella mano
Finché raggiungeranno la terrà della libertà
Dove il leone giace con l'agnello
Noi siamo i primi in America
Primi in America
Batti il tamburo per zio Sam
Sconfiggili a Birmingham
Dinamite in una chiesa Battista
Quattro ragazze nell'età della puberta che perdono la retta via
Manichette di idranti e i “billy clubs”
Cani poliziotto e delinquenti razzisti
Teppisti a cavallo e linciaggi
I poliziotti dicono che stanno solo facendo il loro lavoro
per rimanere i primi in America
Noi trionferemo un giorno