venerdì 8 aprile 2016

Paradisi abusivi

panama

PanamalGame - Un'assimilazione abusiva -

La campagna lanciata dalla stampa occidentale, apparantemente diretta contro Panama ed il grande contrabbando finanziario, smuoverà le acque (e le agiterà) ancora per qualche tempo, non di certo per la sua importanza, ma per la natura dei suoi attori. La stampa di secondo piano si può permettere di ignorare quelli di CyberBerkut che vengono occultati dalla stampa dei paesi NATO, si può permettere di minimizzare Wikileaks in quanto la grande stampa pubblica soltanto quello che serve al suo ordine del giorno, ma è obbligata, pena la perdita della sua clientela, a ripetere lo slogan lanciato simultaneamente da alcune agenzie di stampa atlantiste che dettano i titoli dei giornali del mondo intero.

I mezzi usati tuttavia sono talmente schiaccianti che la campagna si permette delle approssimazioni così grossolane insieme a delle mescolanze erronee, che ci si può prendere tutto il tempo che si vuole per esporle dal momento che la telenovela verrà dosata lungo un certo periodo di tempo.

Innanzitutto la campagna "Panamalgame" confonde volontariamente società offshore (in italiano, non-residenti) e conti offshore.

Una società offshore è una società considerata non residente dal paese in cui viene registrata. Si tratta di uno strumento legale che permette di registrare localmente delle società di origine straniera, allo stesso modo in cui alcuni paesi attirano delle imprese straniere offrendo la possibilità di riesportare senza tasse (EPZ), incoraggiando l'iniziativa e semplificando le procedure amministrative oppure promettendo degli esoneri fiscali per i primi cinque anni di esercizio (ad esempio), o favorendo le assunzioni attraverso la riduzione temporanea degli oneri sociali. Va ricordato che altri paesi hanno fatto una specialità dell'immatricolazione navale, vale a dire che una persona (fisica o giuridica) non-residente può registrare legalmente delle imbarcazioni che gli appartengono, cosa assolutamente interessante per i residenti dei paesi privi di accesso al mare, ma che in tal modo danno anche luogo a degli abusi più gravi come quelli delle bandiere ombra. Le società offshore possono rientrare, a seconda del paese, sia in un registro di società specifiche, sia nello stesso registro delle imprese locali, ed essere costituite secondo lo stesso tipo di statuto delle società locali oppure possono essere oggetto di regole particolari. Fra parentesi, la maggior parte dei paesi che praticano la registrazione di società offshore applicano il sistema giuridico assai lasco della "common law" di origine inglese anziché il sistema latino di origine francese che si basa su un codice civile e su un codice commerciale distinti. Come sottolinea l'attuale campagna "Panamalgame", la registrazione di società dà lavoro a studi legali e contabili, nonché ai registri pubblici delle società commerciali; apporta anche dei fondi alle banche dal momento che bisogna versare nella sede legale il capitale sociale (realmente presente e non solo promesso) di una società, e naturalmente vi sono degli obblighi di legge per quel che riguarda il capitale minimo da mantenere sul posto. Per definizione, questi paesi di accoglienza non impongono, come fanno gli altri, l'obbligo di avere almeno un membro societario locale, o la metà del capitale, oppure altre restrizioni, essi accettano (o anche impongono) che tutti gli associati siano stranieri non residenti e che tutto il capitale provenga dall'estero, ma esigono naturalmente la designazione di un rappresentante locale. Come contropartita di questo status di non-residente, la società registrata legalmente in questo modo ha meno diritti di quanto ne abbia un'impresa locale, ad esempio non può comprare dei beni fondiari o immobiliari, o lo può fare solamente entro certi limiti di superficie o di valore, e non può assumere personale locale (il rappresentante locale è un fornitore di servizi). Sul piano fiscale, queste imprese pagano una tassa forfettaria annuale, spesso presentata come tassa per mantenere il diritto ad essere nel registro delle società anche se la società è stata creata per cinquanta o per cento anni  oppure a durata indeterminata. In certi paesi tale regime fiscale a forfait è temporaneo, la persona giuridica diviene soggetta ad un'imposta sui profitti dopo vent'anni ad esempio. In ogni caso, il regime di non-residente proibisce di effettuare operazioni economiche (industriali, commerciali, immobiliari o finanziarie) sul territorio del paese di registrazione, anche con i suoi residenti all'estero. Se successivamente la società non-residente comincia a lavorare localmente, in alcuni paesi decade immediatamente dai suoi privilegi di non-residente (rientra nel diritto comune oppure viene semplicemente bandita dal registro e quindi sciolta), altri invece richiedono la tenuta di contabilità separate al fine di tassare le attività realizzate nel paese. Certamente tutte queste restrizioni fanno sì che la maggior parte dei grandi gruppi capitalisti che registrano una società offshore in questi paesi lo fanno soltanto per l'acquisizione di parti di società di capitale straniero: se la filiale dell'impresa francese Dupuis Aspirateurs appartiene per metà a Dupuis Panama e a Dupuis Bahamas, sarà verso questi paesi che verrà inviata la quota di profitto che serve per il pagamento del capitale apportato da queste due imprese-madri. Ma ci sono anche delle vere e proprie imprese che sono registrate come società offshore, per diverse ragioni quali l'associazione di partner residenti in più paesi o l'impossibilità di immatricolazione nel paese di residenza, e si tratta di una vera e propria attività lecita... soprattutto in epoca di telelavoro. Parimenti, i residenti dei paesi dove non esiste alcun equivalente della "Société Civile Immobilière" ne possono fondare una sotto giurisdizione offshore al fine di farle svolgere il medesimo ruolo (continuità della proprietà di un immobile al di là della mortalità dei membri della SCI), cosa certamente complicata per il diritto internazionale, ma in molti paesi un bene immobiliare può effettivamente essere posseduto da una persona fisica o giuridica straniera non residente. Una società offshore può aprire un conto bancario nei paesi dove lavora realmente, almeno nei paesi che autorizzano le loro banche ad aprire dei conti per delle persone o per delle imprese non residenti, e deve naturalmente aprire un conto in quei paesi dove è registrata, che generalmente la obbliga ad aprire un conto in una banca offshore e non in una banca nazionale.

Un conto offshore è un conto aperto in una banca non-residente del suo paese di registrazione. Non è soltanto un conto all'estero, ad esempio in Svizzera o a Singapore, paesi che (come la Francia dove peraltro il dittatore panamense Manuel Noriega avrebbe vari altri conti personali, familiari e di riciclaggio) autorizzano le loro banche ad aprire dei conti a nome di persone, fisiche o giuridiche, straniere non residenti. I conti in Svizzera o a Monaco sono dei conti reali nelle banche che lavorano sulla pubblica strada ed anche (a volte principalmente) per dei clienti locali, e possono perfino avere una cassetta di sicurezza nella sala dove ci sono le casse per depositarvi fisicamente dei gioielli di famiglia, un lingotto di metallo o dei titoli di proprietà. Ma una parte di queste vere banche generalmente non si compromettono con l'aprire dei conti per delle società registrate in offshore a Panama o alle Bahamas, d'altronde la maggior parte dei paesi offrono la possibilità di registrare delle società offshore vietando loro l'accesso al settore bancario del paese, sia che si tratti di banche locali che di banche straniere. Allo stesso modo in cui una società offshore si vede proibire l'esercizio di un'attività economica nel paese che gli ha fornito un'immatricolazione come società non-residente, essa si vede anche proibire di aprire un conto bancario. Quei paesi che vivono del diritto extra-territoriale ma che hanno anche un territorio con dei cittadini ed un'economia (non sempre molto sviluppata) locale, vegliano attentamente sul fatto che le due cose vengano osservate. Viene quindi imposto alle società offshore di aprire un conto in una banca offshore, che è una banca virtuale immatricolata anch'essa nel registro delle società non-residenti. Le giurisdizioni offshore meno avanzate immatricolano delle banche offshore nello stesso registro delle altre società non-residenti, le giurisdizioni più perfezionate hanno un registro distinto o quanto meno impongono degli statuti particolari su misura per le attività bancarie e che specificano per esempio un capitale minimo, una quota di capitale proprio, depositi minimi, ecc.. Queste banche offshore si trovano nella stessa situazione delle società offshore, vale a dire che è loro proibito di offrire i propri servizi nel paese che gli concede la registrazione non-residente. Quindi non hanno alcun ufficio fisico nel paese della loro nazionalità. Alcune aprono degli uffici in altri paesi con una normativa bancaria permissiva (non nei paesi rispettabili), cioè essenzialmente in dei paesi che dispongono di registri offshore, il che può essere interpretato come uno scambio di cortesie; se la Banca Interplanetaria delle Bahamas si vede autorizzata l'apertura di un ufficio a Ciudad de Panama, non è improbabile che il Banco Finanziario Universale di Panama ne possa aprire uno a Nassau. Queste banche offshore hanno sempre dei prestigiosi e credibili nomi anglofoni, e propongono i loro servizi attraverso la mediazione di consiglieri in giurisdizioni offshore, in grado così di aprire immediatamente un conto bancario offshore a nome di ogni società offshore che si registra (o a nome di un individuo). Offrono i loro servizi anche attraverso Internet. Ma, salvo errori, anche le poche fra esse che hanno degli uffici fisici non hanno casse. Non hanno neppure un numero bancario internazionale. Per effettuare un bonifico verso un conto offshore, il titolare del conto, o il suo cliente che desidera pagare una fattura, fa il trasferimento verso il numero BIC/SWIFT di un'altra banca (non offshore), specificando il nome della banca offshore ed il numero del conto destinatario. Chiaramente, un conto offshore è un conto virtuale, una semplice linea contabile gestita da una società bancaria offshore che dispone, essa, di un conto bancario (uno solo) reale, in dollari, aperto in una banca con uffici sulla strada e che esiste sull'annuario internazionale delle banche gestite dall'impresa di compensazione elettronica SWIFR. Questa pratica di linea contabile presentata come un conto distinto da un'impresa che non è una banca e che dispone altro che in solo vero conto in una banca, non è un'esclusiva delle banche offshore, è anche il modus operandi delle società di servizi informatici che forniscono (senza licenza bancaria) delle prestazioni di telepagamento, di cui la più nota propone ormai i suoi servizi in quasi tutti i paesi del mondo. Così e per tornare al caso Panamalgame, quando un gruppo finanziario londinese pensa di trasferire dei suoi registri sul conto della sua società offshore a Panama, o quando un narcotrafficante colombiano manda i suoi figli con lo yacht a depositare una valigia piena di euro e di reali sul suo conto personale offshore alle Bahamas, questi fondi arrivano direttamente (nel primo caso) o vengono immediatamente depositati (nel secondo) sul conto unico in dollari aperto dalla banca offshore in una grande banca di un grande paese terzo compiacente, banca reale della quale la banca offshore è cliente e che ignora i debiti di quella nei confronti di clienti finali, cioè a dire la divisione contabile del conto reale in sotto-conti virtuali legalmente inesistenti nel paese della grande banca reale, ma teoricamente annotati come linee di debito nel bilancio della banca offshore. Alcuni grandi banche (non si citerà alcun nome ma esse sono ben note) di un grande paese aprono in questo modo conti nelle banche offshore di tutte le giurisdizioni offshore del mondo, al fine di consentire loro di procedere nelle loro operazioni virtuali mentre che i fondi dei clienti di queste banche offshore in realtà non lasciano mai i conti delle grandi banche ospiti. Salvo errori, tutte queste grandi banche reali che ospitano i conti delle banche offshore sono situate negli Stati Uniti.

Ci sono molti altri commenti da fare riguardo questa campagna Panamalgame, ma uno dei primi punti è stato quello di porre fine alla confusione volontaria fra società offshore, una realtà sociale legale, e conto offshore, un dispositivo bancario virtuale.

fonte: lundis de STRATEDIPLO

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