sabato 24 agosto 2019

Discutere!

Genere, Soggetto, Crisi
- Seminario exit! 2019: dal 4 al 6 ottobre, a Mainz (Magonza) -

A partire dall'apice di successo, raggiunto dal decostruzionismo, negli anni '90, oggi, dopo varie fase di crisi, dopo soprattutto la fase della crisi finanziaria del 2008, ad essere nuovamente «in» ed a centro del dibattito troviamo un «femminismo materialista». Sull'argomento abbondano congressi ed antologie. In un simile contesto, anche la Critica della Dissociazione e del Valore sta attirando sempre più attenzione, sia nelle università che nei gruppi e negli ambiti femministi di sinistra. Tuttavia, ciò comporta il rischio che ci si appropri indebitamente della critica della dissociazione e del valore, e/o che parti di essa vengano banalizzate. Col pericolo che soprattutto ci si allontani da una teoria della crisi basata sulla teoria della dissociazione-valore, che parli del collasso o del declino del capitalismo.
Circola la leggenda secondo cui la teoria della dissociazione-valore si muova puramente come un meta-livello che non terrebbe conto delle donne reali, come dice Koschka Linkerhand che, d'altra parte, fa riferimento  ( per esempio sul sito emafrie.de ) anche alla critica della dissociazione e del valore. Norbert Trenkle, della rivista «Krisis», solleva obiezioni simili alle sue. La critica della dissociazione e del valore, cui presumibilmente fa ricorso, in «Exit!» si muoverebbe solo in un meta-livello, in quanto lascerebbe fuori gli individui. Mentre invece «Krisis», avendo come sfondo una critica che viene generalmente immaginata come se fosse una critica del valore (e che, in realtà, è essa stessa una mera critica andro-centrica svolta dal punto di vista della critica della dissociazione e del valore - dal momento che la formazione della critica della dissociazione e del valore deve essere sviluppata centralmente in quanto critica di una tale circostanza!), assumerebbe di fatto quello che è il livello soggettivo, mentre in «Exit!» il soggetto e l'individuo verrebbero inclusi solo attraverso quelle che sono della aggiunte (teoriche) (intervista con Lohoff/Trenkle del 2019 su www.krisis.org ).
Qui, ad essere ignorata non è solo la struttura contraddittoria tra psicologia e sociologia, sottolineata da Adorno, le cui considerazioni vengono assunte dalla critica della dissociazione e del valore, laddove la totalità sociale viene intesa come una totalità frammentata, ivi incluso anche il livello culturale-simbolico; ma si ignora anche il fatto che ad «Exit!» ci sono stati a lungo e per molto tempo dei processi di riflessione relativamente alla relazione esistente tra «forma sociale e totalità concreta», nei quali processi la critica della dissociazione e del valore mira ad un realismo dialettico. Tuttavia, tutto questo dev'essere pensato all'interno del contesto totale feticista della dissociazione e del valore, in cui l'obiettività feticista, pur essendo generata dagli individui, si contrappone ad essi come se fosse indipendente.
Nel seminario di «Exit!» di quest'anno, «Genere, soggetto, crisi», verrà dimostrato, quanto meno sotto alcuni aspetti, che le dimensioni del soggetto e dell'individuo sono da molto tempo parte integrante dell'approccio critico al feticismo della dissociazione-valore, in cui viene assunto un contesto globale patriarcale capitalista, che in sé è sempre stato frammentato.

Venerdì, 4 ottobre, 19:00 - 21:30: Roswitha Scholz: Simone de Beauvoir oggi.
Il libro di Simone de Beuavoir, "Il secondo sesso", pubblicato per la prima volta 70 anni fa, ha smesso da tempo di svolgere qualsivoglia ruolo nella teoria/ricerca di genere. Oggi se ne torna a parlare. Ciò si deve, probabilmente, soprattutto all'auto-riflessione da parte del femminismo e degli studi di genere su quella che è l'attuale situazione di crisi. È qui che si collocano le domande relative a «Come andare avanti?» e «Cosa viene dopo la ricerca di genere?». Negli anni '70, il femminismo dell'uguaglianza si riferiva alla Beauvoir ed allo slogan secondo il quale «Nessuno nasce donna, diventa donna». Uno dei tanti femminismi della differenza, successivamente, l'ha accusata di avere applicato alle donne quelli che erano dei criteri della normalità maschile. Infine, negli anni '90, è stata accusata, da parte di un femminismo decostruzionista, di essere compromessa con il pensiero dualistico, nonostante quelle che erano tutte le sue critiche mosse alle relazioni gerarchiche di genere, e di aver promosso una nuova definizione della bisessualità.
Nella comunicazione, si cercherà di presentare la collocazione temporale de "Il secondo sesso", ed il suo significato, mantenendo sullo sfondo una critica della dissociazione e del valore, e porremo in evidenza degli aspetti che ancora oggi possono essere considerati attuali. Verrà affrontata anche la relazione tra strutture oggettive e soggettività/coscienza, in quella che è la loro mediazione dialettica. L'esistenzialismo, anche nella sua variante marxista con Sartre e la Beavoir, pone il soggetto come assoluto.

Sabato, 5 ottobre, 10:00 - 12:30: Leni Wissen: Una matrice psicosociale del soggetto borghese nella crisi.
La comunicazione di Leni Wissen, «La matrice psicosociale del soggetto borghese nella crisi», si preoccupa, da un lato, nel suo determinare la «matrice psicosociale» del soggetto borghese, sulla base di una lettura della psicoanalisi di Freud sviluppate in una prospettiva della critica della dissociazione e del valore. Per quanto anche il pensare, l'agire ed il sentire delle persone non possa essere derivato direttamente dalla forma della dissociazione-valore, si pone la questione di sapere perché le persone, nel loro pensare, agire e sentire riproducano in quello che è il loro quotidiano le categorie astratte. Ora, dal momento che la forma della socializzazione capitalistica non è astratta, ma viene mediata nei suoi sviluppi empirici, ecco che anche il soggetto e le sue mediazioni psicosociali sono sottomessi alla processualità della socializzazione capitalista. A tal riguardo, la comunicazione cercherà, d'altra parte, di tracciare il percorso del diffondersi del narcisismo nelle condizioni dell'epoca della crisi postmoderna.

Sabato, 5 ottobre, 15:00 - 17:30: Kim Posster: La virilità è la crisi?! A proposito della storia e della relazione tra crisi manifesta e latente del soggetto borghese, e la sua natura sociale (sessuale).
«La vera virilità» semplicemente non può esistere. Essa, o «non è ancora reale», oppure «quasi non esiste già più». Si trova sempre sul punto di non essere altro che una dissolvenza del passato. Senza mai essere stata in grado di evitare la sua scomparsa nel futuro. Che la mascolinità si trovi ad essere in crisi è, quindi, una diagnosi che sembra applicarsi in ogni momento, visto che di solito viene sempre presentata come se fosse un argomento volto a ripristinare la sovranità patriarcale. Gli spiriti più critici contrappongono a questo il fatto che «la virilità è la crisi», sottolineando così la costituzione fondamentalmente precaria della mascolinità, e la paura per la debolezza e la decadenza che la sottende. Ma per quanto si possa respingere l'apologia della natura del genere intesa come miticamente eterna, che vuole cambiare tutto perché alla fine tutto rimanga così com'è, appare essere ancora più sbagliato voler ignorare la storia in essa contenuta. Perciò, anziché districare l'eterno presente del genere in maniera meramente decostruzionista, e tentare di variarlo nella sua colorita «diversità» - come anche il femminismo queer fa - è necessario perseguire materialisticamente la compulsione alla ripetizione sessuale della società borghese, attraverso quelle che sono profonde alterazioni storiche. Poiché solo una storia della mitica eternità del genere, vale a dire, una contemplazione della storia interiore della natura (sessuale) sociale, può chiarire la relazione esistente tra la crisi latente e manifesta del genere, in generale, e della mascolinità, in particolare.
La virilità può essere sviluppata solo come se fosse una categoria naturale della relazione di valore e della sua dissociazione sessuale, che, nello sviluppo storico della contraddizione in processo, cioè, del capitale, sempre si deteriora e deve quindi essere rinnovata ad ogni livello storico. La forma sotto cui questo decadimento viene attualmente trattato dagli uomini, ed il modo barbaro attraverso cui le ideologie nazionaliste e islamiste cercano un rinnovamento, rivela il modo in cui si manifesta oggi la crisi, dopo la «fine della storia», e, soprattutto, come essa scateni un potenziale regressivo.

Sabato, 5 ottobre, 19:00: Assemblea Generale dell'Associazione Exit!.

Domenica, 6 ottobre, 10:00 - 12:30: Andreas Urban: Uguaglianza, donne al vertice e «crisi della mascolinità» - Aspetti cultural-simbolici dell'inselvaggimento del patriarcato.
Sono anni che il moderno ordine di genere è sottomesso a notevoli processi di cambiamento. La politica e la scienza propagandano l'uguaglianza di genere, le donne vengono sempre più integrate nel mercato del lavoro ed arrivano sempre più ad occupare posizioni politiche ed economiche di vertice. Allo stesso tempo, tali sviluppi, così come le crescenti distorsioni del mercato del lavoro (disoccupazione di massa, precarizzazione, ecc.), fanno sì che gli uomini soffrano dei severi tagli e limitazioni in quella che è la loro posizione egemonica così come si è storicamente sviluppata, e, pertanto, anche nella loro identità maschile - tendenze, queste, che sono state recentemente trattate come una «crisi della virilità», in particolare da parte dei conservatori e dei populisti di destra. Dall'altro lato, possiamo osservare come nonostante tutti questi cambiamenti, le disparità specifiche di genere rimangano, così come le gerarchie materiali di genere, e anche quelle simboliche - sia la disparità salariale di genere, così tanto veementemente denunciata dal lato politico femminile, sia la responsabilità per quanto riguarda le attività riproduttive (cura dei bambini, cura della casa, sostegno agli anziani, ecc.), che continuano ad essere come prima a carico delle donne. Anche la normalizzazione dell'occupazione femminile ed il successo ottenuto dalle cosiddette «donne in carriera» si basano, essenzialmente, sull'internalizzazione e sulla riproduzione di orientamenti verso azioni tradizionalmente connotate come maschili, come la concorrenza - orientamenti verso azioni che soffrono di un'estrema acutizzazione a tutti i livelli, soprattutto nell'attuale crisi del sistema di produzione di merci. Contrariamente a quelle che sono le diffuse speranze femministe, tali sviluppi nel campo delle relazioni di genere, se si scava sotto, non si rivelano come un superamento tangibile delle strutture patriarcali ed androcentriche, ma piuttosto come sintomi di un progressivo «inselvaggimento»  (Roswitha Scholz). In questa comunicazione, verranno esaminati alcuni aspetti di questo processo di inselvaggimento - soprattutto a livello di quello che è l'ordine simbolico di genere.

Luogo del Seminario:
  
Jugendherberge Mainz
Otto-Brunfels-Schneise 4 - 55130 Mainz
Telefon 06131/85332
mainz@diejugendherbergen.de
http://www.diejugendherbergen.de/jugendherbergen/mainz/mainz/portrait/

Per arrivare:
In Treno: Magonza (Mainz) è stazione ferroviaria Intercity ed Eurocity. Dalla stazione, linee di autobus 62 e 63 in direzione di Weisenau-Laubenheim, Fermata "Am Viktorstift/Jugendherberge".
In Automobile: sulla Tangenziale A60 Mainz-Darmstadt, uscita  Weisenau/Grossberg in direzione Innenstadt/Volkspark.

COSTI per persona, con vitto ed alloggio, dal Venerdì alla Domenica:
Camera con 4 letti e doccia/WC: 80 euro (40 posti)
Camera singola con doccia/WC: 110 euro (10 posti)
No pagamento anticipato, portare denaro contante.

Partecipazione solo al seminario: 15 euro
Partecipazione con pensione completa: 30 euro
Ci sono 50 posti disponibili

Chi non ha bisogno di alloggio, ma solo di alcuni pasti, indichi per favore quali al momento dell'iscrizione  (colazione, pranzo, caffè pomeridiano, cena). Ai partecipanti che non intendono soggiornare nell'ostello, possiamo procurare un alloggio esterno. Il gestore dell'Ostello della Gioventù ci ha indicato: Hotel Stiftswingert (Stiftswingert 4, Tel 06131-982.640) e Hotel Ibis (Vicino alla Südbahnhof; Holzhofstr 2, Tel 06131-2470); per entrambi, il centro conferenze é facilmente raggiungibile a piedi; il costo è di circa 50 euro a notte.

Sconto: chi ha difficoltà per il pagamento, può esporre il problema all'atto dell'iscrizione ed ottenere uno sconto.

Iscrizione: Indicare all'atto dell'iscrizione un'eventuale scelta per un menu vegetariano.
Per E-mail:  seminar + @exit-online.org (rimuovere il segno + insieme agli spazi prima e dopo tale segno).
Per posta: Verein für kritische Gesellschaftswissenschaften, Heiko Gebauer, Buddestraße 16, 33602 Bielefeld.


fonte: EXIT!

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