All'inizio del ventesimo secolo, il nitrato era la più redditizia fra tutte le materie prime che venivano esportate dal Cile. Le miniere di nitrato, di proprietà cilena ma dominate dal capitalismo inglese, erano note per le terribili condizioni di lavoro e di sfruttamento del lavoro. I minatori venivano pagati in gettoni che potevano essere spesi solo nei campi minerari, e nonostante questo, spesso, il pagamento veniva ritardato, anche fino a tre mesi.
E' il mese di dicembre del 1907, quando migliaia di minatori, con le bandiere cilene, peruviane, boliviane ed argentine, scendono dalle colline e marciano su Iquique per chiedere migliori condizioni di lavoro. Ai minatori, si uniscono, per solidarietà, 12.000 lavoratori di tutti i settori. E' lo sciopero generale, l'industria e il commercio sono paralizzati. Cinquemila lavoratori occupano la Scuola di Santa Maria da circa una settimana, mentre il Presidente del Cile, Pedro Montt (salito al potere con l'appoggio del movimento operaio) dapprima cerca di arrivare ad un compromesso fra i minatori e i padroni delle miniere. Poi, di fronte all'atteggiamento di chiusura dei padroni, attua un cinico voltafaccia e ordina al Generale Roberto Silva-Renard di mettere fine allo sciopero.
Sono le 14:30 del 21 dicembre, quando Silva-Renard intima agli occupanti di abbandonare la Scuola in cui sono asserragliati, entro un'ora. Per protesta, i capi dello sciopero salgono sul tetto. Fedele alla sua parola, un'ora dopo, Silva-Renard fa aprire il fuoco. Alla prima scarica di fucileria, tutti i capi dello sciopero cadono morti.I minatori, ammassati nell'edificio, insieme alle loro famiglie, fuggono in tutte le direzioni in un disperato tentativo di sottrarsi alla morte che arriva, spietata, per bocca delle mitragliatrici.
Dopo, i soldati prendono d'assalto il cortile della scuola, sparando fin dentro le aule, senza curarsi delle invocazioni di pietà provenienti da donne e bambini. Quando è notte, di nascosto, migliaia di corpi vengono gettati dentro una fossa comune. Ai sopravvissuti viene ordinato, in punta di sciabola, di tornare al lavoro.
Antonio Ramón Ramón è un anarchico spagnolo di origine andalusa. Da Granada, è emigrato in Cile, con la sua famiglia, quando ancora era un bambino. Fra i minatori in sciopero, di quel dicembre 1907, c'è anche il suo fratellastro Mauricio Vaca. E' fra i 3.600 massacrati dal generale! Antonio non ha fretta, aspetta. Il generale Silva-Renard non è mai comparso davanti a nessun tribunale, per il suo crimine. Antonio aspetta per ben 7 anni, pur di avere l'opportunità di far comparire il generale davanti alla giustizia. E' il 14 dicembre del 1914, quando, in una strada nel centro di Santiago, lo pugnala 7 volte, alla testa e alla schiena. Sopravvivrà, il macellaio, fino alla sua morte, tre anni dopo, nel 1920. Sopravvivrà, cieco e immobilizzato nel suo letto, per tre anni
Questa storia, è anche un documentario, adesso. Un film prodotto dalla televisione cilena, La venganza de Ramón Ramón, basato su un libro scritto da Igor Goicovic Donoso. Nel documentario, si può vedere la storia di Antonio Ramón Ramón e la sua vendetta.
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