Esce con una brutta copertina, il libro di Butterworth, "Il mondo che non fu mai"! C'è da dire che l'edizione italiana segue quella originale a distanza di poco più di un anno; e chi l'avrebbe mai detto? Curioso, considerato anche il fatto che l'autore, storico e drammaturgo, ha pubblicato finora un solo altro libro, "Pompei. The Living City".
Qui, invece, intesse oltre 500 pagine con le vite di alcuni dei più notevoli rivoluzionari che, alla fine dell'800, erano stati "radicalizzati". Radicalizzati dalla povertà, dal'ingiustizia, dalla tirannia zarista e dalla sanguinosa repressione della Comune di Parigi. Uomini e donne che avevano creduto nelle parole di William Morris, che "Nessun uomo è abbastanza buono da poter essere padrone di un altro uomo". Uomini e donne che avevano condiviso una visione del mondo, del mondo come avrebbe potuto un giorno essere: una comunità cooperativa, libera dalla sfruttamento, dall'oppressione e dal conflitto.
Tutte queste storie, di ciascuno di essi, vengono raccontate alll'interno di una storia che fa da cornice e che parla di come questi gruppi di utopisti, spesso anche ingenui, furono oggetto di penetrazione da parte di sinistri funzionari di una stato segreto, il cui compito era quello di proteggere lo status quo. Poliziotti e spie che, nell'ombra, seminavano incertezze e dissidenze, coltivavano tensioni, seducendo con l'inganno e spingendo i più creduloni ed idealisti a commettere crimini che non avrebbero potuto, altrimenti, nemmeno concepire.
Il libro di Butterworth avvince e, allo stesso tempo, mostra come siano assai poco cambiate le pratiche di infiltrazione, in questo secolo e mezzo: il colonnello Wilhelm Stieber (1842-1882), consigliere segreto del governo di Bismarck, capo dell'intelligence militare per la confederazione tedesca del nord, e consigliere della famigerata "terza sezione" dello zar di tutte le Russie; Peter Rackovskij (1881-1910), erede del mantello di Stieber in quanto capo dell'Okrana fuori dalla Russia; Allan Pinkerton (1849-1880), cartista voltagabbana nato a Glasgow, esperto in crumiraggio e politica anti-operaia, organizzatore e fondatore del Servizio Segreto degli Stati Uniti, e in ultimo, ma non da meno, l'ispettore capo William Melville (1883-1917), sovrintendente del Ramo Speciale della Metropolitan Police, e poi capo del Secret Service Bureau.
Gli intrighi criminali e le cospirazioni di questi uomini furono innumerevoli, inclusa la sponsorizzazione, da parte di Rackovskij, dei Protocolli dei Savi di Sion e del suo ruolo nello stabilire la fatidica alleanza franco-russa con le sue tragiche conseguenze dell'estate del 1914.
Per la politica radicale e rivoluzionaria, il cui fine è la distruzione della dominazione stessa, la spietatezza dell'élite di potere rappresenta un problema perenne. Gli anarchici e gli altri oppositori alla tirannia riponevano una fede assoluta nella coscienza individuale, dando legittimità ad ogni "opinione onestamente sostenuta", rifiutando la coercizione, il potere centralizzato, e il concetto di "bene superiore"; ma il corollario di tutto questo, come fa notare Butterworth, è che il movimento rimane "indifeso, quasi per principio, nei confronti delle infiltrazioni.
Butterworth descrive come, nel 1892, William Melville sfrutta questa ingenuità per progettare il cosiddetto "Walsall Bomb plot" per incastrare sei anarchici, quattro dei quali finirono in galera. Sotto copertura di Melville si muoveva Auguste Coulon, mezzo francese, mezzo irlandese, agente e spia che era coinvolto con Henry Samuels, un'altra creatura di Melville e Rackovskij, responsabile dell'esplosione del 1894 a Greenwich Park, che fornì la trama a Joseph Conrad per il suo "L'agente segreto".
"Il mondo che non fu mai" racconta in modo preciso e coinvolgente questa lotta fra una generazione di rivoluzionari demonizzati, impegnati nella lotta per il progresso e la giustizia sociale, da una parte, e le forze di polizia politica, dall'altra, al servizio degli interessi politici di tiranni, despoti ed élite privilegiate, da San Pietroburgo a San Francisco.
Una notizia che merita di essere riportata, attiene al fatto che per anni il "Metropolitan Police Special Branch" inglese ha combattuto tenacemente per impedire l'accesso ai loro file a partire dal 1890, il periodo di Melville. Quando Butterworth li richiese, la prima volta, avvalendosi dell'applicazione di un legge sulla libertà di informazione, gli venne risposto che i documenti erano andati perduti, ridotti in poltiglia durante lo sforzo bellico nella II guerra mondiale, oppure distrutti da una bomba. Poi, nel 2001, sono improvvisamente riapparsi, dopo essere stati utilizzati come base per una tesi di dottorato svolta da un ufficiale dei Servizi. Una sentenza ha fatto sì che Butterworth entrasse finalmente in possesso dei documenti che ha, poi, ha così bene utilizzato.
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
lunedì 26 settembre 2011
Prima della Rivoluzione
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