Una delle caratteristiche distintive della Guerra Civile Spagnola, a fronte di altri conflitti, risiede nel fatto che molti spagnoli - militari e non - si trovarono nelle zone dominate da una delle due forze, pur non simpatizzando affatto con tale forza che gli era "capitata", e molti di loro vi rimasero per tutta la durata della guerra, alcuni imboscati, altri collaborando controvoglia, e la maggior parte nascondendo i propri sentimenti. Tuttavia, la loro ideologia non coincideva con quella della parte in cui servivano e molti di loro cercarono di riunirsi con la propria parte. Che ci riuscissero o meno, fu anche questione di fortuna.
Uno dei casi più noti, di soldati che hanno combattuto dalla parte che teoricamente non gli atteneva, è quello del comandante Vicente Rojo. Cattolico praticante e di idee conservatrici, Rojo è stato sicuramente il paradigma del militare che partecipò alla guerra civile spagnola nel campo "sbagliato". E' nota la storia della sua entrata nell'Alcazar di Toledo, durante l'assedio, per trattare con Moscardò per la resa della fortezza, ed il tentativo da parte di molti suoi amici e commilitoni, che lì si trovavano, di farlo rimanere con loro. Ma il suo giuramento alla Repubblica gli impedì di venir meno alla parola data, cosa di cui informò il capitano Emilio Alamàn, un suo caro amico, dicendogli di essere molto preoccupato per la sicurezza della sua famiglia, che risiedeva a Madrid. Dopo un'esitante carriera professionale nell'esercito popolare, Rojo avrebbe conseguito il grado di generale e sarebbe andato in esilio, nel 1939, da cui sarebbe tornato in Spagna solo nel 1957, dopo che ebbe ricevuto l'indulto per la pena detentiva che gravava su di lui.
Anche se, per lo più, si crede il contrario, la maggioranza dei generali spagnoli non si sollevarono il 18 Luglio del 1936. Dei 19 generali di divisione, solo quattro si unirono a Francisco Franco, e dei 53 generali di brigata, solo 20, e fra questi solo 13 avevano un comando sulle truppe. In totale, 24 generali su 70. Durante la guerra, i repubblicani fucilarono 15 generali, e i nazionali 6. Inoltre, vennero condannati, o espulsi dall'esercito, 7 da parte dei repubblicani, e 10 dai nazionali. Ovviamente, la tragedia di questi 38 generali, fucilati, condannati o espulsi, derivò dall'essersi schierati dalla parte "sbagliata". Solo 4 generali, tutti di Brigata, riuscirono a passare dall'altra parte, nel corso della guerra. E due per parte! Eugenio Espinosa de los Monteros e Abilio Barbero, passarono le linee e si unirono ai franchisti, mentre Juan García Gómez Caminero e Rafael Rodríguez Ramírez fecero il percorso opposto.
Furono però gli aviatori militari quelli che ebbero più facilità a cambiare bandiera. Durante le prime fasi della guerra ci fu un'ondata di aviatori che, approfittando del servizio di guerra, passarono dalla "loro" parte. Il caso più eclatante di fuga dal bando nazionale fu quella del sergente Félix Urtubi che dall'Africa raggiunse Madrid, non senza prima avere ucciso il suo osservatore di volo. Va anche ricordato che alcuni aviatori scapparono con i proprio aerei direttamente all'estero, in Marocco e in Algeria, senza passare al campo nemico.
Nell'esercito spagnolo, ad ogni modo, ci fu un folto gruppo di ufficiali che, per situazione geografica, e non ideologica, prestarono diversi servizi alla Marina di Guerra repubblicana, occupando posizioni nello Stato Maggiore. Ciò nonostante, alla fine della Guerra Civile, molti di loro furono riammessi nella Marina di Franco.
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mercoledì 28 settembre 2011
dalla parte sbagliata
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