lunedì 29 giugno 2009

Entropia ed Utopia



Non so bene perché, ma ad un certo punto succede. Forse è davvero un problema di ... entropia, ma mai e poi mai avrei creduto che, una sera, andando ad un concerto, mi potesse sorgere la domanda a proposito del solito "ma che cazzo ci faccio, io, qui?", mentre mi chiedevo perché mai non fossi rimasto a casa a guardarmi un buon film!
Eppure, eppure ... L'inizio era stato come al solito, il piacere di rivedere le facce amiche era lo stesso di sempre. Le facce amiche. Già, magari il problema sta proprio lì, in questa specie di alchimia, per cui tutto era nato da una sorta di rapporto di amicizia complice, ma poi. Poi le cose cambiano, per forza di cose. Entropia, appunto. Forse tutte cose anche dette, seppure, a quanto pare, non abbastanza. Ma pare che gli amici, ai piedi del palco, alla fine sono diventati ... spettatori, in qualche modo. E, con gli spettatori, si va poco lontano. Ché agli spettatori, paganti o meno, bisogna dare qualcosa di diverso di quello che si dà agli amici. Qualcosa in meno e qualcosa in più. Leggi e regole di mercato. E se poi non si dà né l'uno né l'altro, ecco che qualcosa comincia a franare. Forse manca l'anima, forse manca la complicità: che agli spettatori non viene più richiesta. E allora diventa un rapporto stanco, in cui uno sta sul palco e l'altro ascolta. E c'è poco da salvare la musica, quando è così. E forse è meglio, addirittura, se la musica è ferita, che crepi! Come in un rapporto oramai finito e tenuto insieme coi lacci e con lo sputo. Magari ricordandoci di quando sia stato bello, il rapporto, e pensando agli amici, parenti e figli, che ci riempivano la casa, e che non ci sono più. E sul perché, sembrano quasi cose di cui non si vuole e non si deve parlare. Pecore nere che forse hanno fatto uno sgarro a qualcuno. Forse bisognerebbe avrere la voglia e la forza di ricostruire qualcosa, parlando con franchezza e guardandosi negli occhi, far capire a tutti i meccanismi (ché non sono solo affare degli addetti ai lavori), e parlare e coinvolgersi. Oppure gli è solo che "tutte le cose hanno la mestizia della fine", e non siamo più ... tutti musicisti, come amava dire qualcuno che - suo malgrado - non c'è più. Come l'utopia, che qualcuno ha perseguito, di un modo diverso di fare musica, anche insieme a chi non l'ha fatta mai ...

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