venerdì 13 maggio 2016

Solvibili e ingenui

farma

Statine: l'apocalisse
- di Vila -

È dal 1950 e dal vasto studio epidemiologico di Framinghan che si sa (o si crede di sapere) che un tasso troppo elevato di colesterolo nel sangue aumenta il rischio di crisi cardiaca, allo stesso modo in cui lo fa l'obesità, l'inattività fisica ed il fumo. Ma cosa si intende per 'troppo elevato'?
Per molto tempo, gli specialisti hanno messo il paletto oltre i 300 mg di colesterolo per decilitro di sangue. Nell'ottobre del 1987, l'organizzazione statunitense che gestisce il colesterolo ha deciso di abbassare la soglia, prima a 240 mg e poi a 200 mg per decilitro, cosa che ha esteso la diagnosi di ipercolesterolemia a circa il 25% della popolazione mondiale. Il caso, che fa sempre le cose bene, ha voluto che queste raccomandazioni per una buona pratica salutistica venissero emesse solo un meso dopo che era stato messo sul mercato il primo farmaco della classe delle statine che abbassano in maniera efficace il tasso di colesterolo nel sangue.

Non contento di aver allargato la platea a milioni e milioni di potenziali pazienti, il medesimo organismo ha cominciato a distinguere il 'colesterolo buono' da quello 'cattivo'che aveva permesso loro di includere nella popolazione a rischio coloro il cui tasso era inferiore a 200 mg per decilitro di sangue. Queste misure porterebbero a circa 40milioni la popolazione "statinizzabile". C'è bisogno di precisare che sui 14 membri della commissione di esperti che ha fissato le direttive, cinque (fra cui il presidente) intrattenevano stretti e molteplici legami con i produttori di statine? Come al solito, gli esperti presi con le mani nella marmellata si difendono dicendo che non è colpa loro se i soli finanziamenti che hanno ottenuto provengono dalle imprese farmaceutiche.

Ovviamente, questi farmaci hanno un prezzo e dal momento che è Big Pharma ad averne il monopolio, è quest'azienda che ha fissato tali prezzi ("se è così caro, significa che è il migliore"). Nel 2011, due statine erano in cima alla lista di tutti i farmaci rimborsati: il Tahor (469 milioni di €) ed il Crestor (310 nilioni di €). In totale, 1,4 miliardi di € sono stati spesi solo per questi rimborsi. Ebbene, dopo tutto, in un sistema capitalista, non trovo che sia sconvolgente il fatto che lo Stato trasferisca denaro verso le grandi imprese. Del resto, non ci sconvolge anche per il fatto che regolarmente, attraverso le elezioni, prolunghiamo allegramente il contratto che benedice il saccheggio del bene comune. Ma purtroppo in questo caso ci sono dei danni collaterali di un'ampiezza che rischia di far passare la faccenda dei rimborsi per una passeggiata salutista. In quanto non solo le "statine" non sono efficaci al fine di ridurre la mortalità cardiovascolare, ma soprattutto sono tossiche. I più recenti studi scientifici indicano che questi farmaci anti-colesterolo:

- Aumentano il rischio di emorragia cerebrale;
- Aumentano il rischio di cancro, in particolare quello del seno;
- Aumentano il rischio di diabete di tipo 2, e il declino cognitivo legato all'età;
- Aumentano il rischio di problemi sessuali, soprattutto l'impotenza maschile;
- Aumentano il rischio di problemi renali in maniera proporzionale alle dosi di statine;
- Aumentano il rischio di problemi muscolari, ai tendini ed ai legamenti;
- Aumentano il rischio di patologie articolari infiammatorie.

E cosa ancora più preoccupante, Big Pharma ha esteso queste tecniche di vendita ad altre nicchie farmacologiche come quelle relative all'osteoporosi, all'ipertensione e molte altre. Tutte queste patologie sono assai apprezzate da Big Pharma, in quanto interessano persone solvibili (grazie alla previdenza sociale) e assai spesso ingenue (rispetto alla pubblicità e grazie alla complicità di alcuni medici). E soprattutto il trattamento è ... a vita...

- Vila - Pubblicato su Le Grand Soir - il 21/11/2015 -

fonte: Le Grand Soir - Journal Militant d'Information Alternative -

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