martedì 3 maggio 2016

L'orrore! L'orrore!

Conrad

Il modo "lumpen" di stare al mondo
- di Cristóvão Feil -

Zygmunt Bauman esalta la capacità che ha la narrativa di illuminare i meandri dell'esperienza umana dello stare al mondo. Il grande sociologo contemporaneo, nato in Polonia, fa questa constatazione al fine di pungolare l'Accademia e criticare quella che lui considera l'alienazione di alcuni professionisti delle scienze sociali. Per Bauman, la letteratura riesce raggiungere gli interstizi, le crepe della realtà, laddove la ricerca sociologica non è mai riuscita ad arrivare. Per lui, la letteratura è in grado di "riprodurre la non-determinazione, la non-finalità, l'ambivalenza ostinata e insidiosa dell'esperienza umana e l'ambiguità del suo significato". E come esempi cita Borges, Tolstoj, Balzac, Dickens, Dostoevskij, Kafka, Thomas Moore. Ma avrebbe anche potuto citare un suo connazionale, Joseph Conrad, il quale, come lui, ha svolto in Inghilterra, e quindi in lingua inglese, la sua vita professionale.

Conrad è l'autore di "Cuore di tenebra", allegoria (una sequenza di metafore) sulle conquiste coloniali del capitalismo concorrenziale del 19° secolo. Brutti posti. Se Marx, ne Il Capitale, era già andato a fondo nell'illustrare e denunciare la disumanità del moderno sistema produttore di merci nella sua fase di accumulazione primitiva e concorrenziale, Conrad spinge la sua letteratura fino a raggiungere il punto dell'orrore. Il personaggio narratore è Marlow, protagonista di un'avventura che lo porta a penetrare "nei territori oscuri dell'inferno particolare" di un'impresa privata, che sfrutta l'avorio in Africa. Uomini spremuti fino all'esaurimento come si fa con la bagassa della canna da zucchero. Cannibali reclutati come mano d'opera informale ai quali viene impedito di nutrirsi in maniera corrispondente alla loro condizione antropologica, che si dedicano ad ingerire carcasse di ippopotami ed il cui salario si riduce a tre pezzi di rame la settimana, preziosa moneta di scambio in quei "confini di aride solitudini". In questo romanzo, Conrad crea un personaggio mitico chiamato Kurtz (cui si è ispirato, totalmente fuori da questo contesto, Coppola per il suo film Apocalypse Now), un uomo che si è internato nel cuore delle tenebre, una punta di lancia del capitalismo, un agente avanzato della modernità borghese in seno alla barbarie, la cui sede-fortezza è decorata con vere teste umane, per mostrarci con chi stiamo parlando.
"Tutta l'Europa ha contribuito a realizzare Kurtz" - scrive Conrad. E' la sintesi più completa dell'ethos della modernità. La Società Internazionale per la Soppressione delle Usanze Barbare (e manca solo che Conrad completasse, beffardamente, "... e per l'adozione della barbarie moderna") ha assegnato a Kurtz il compito di stendere una relazione sull'Africa. La relazione contiene parole del tipo: "noi bianchi, considerato il progresso che abbiamo già raggiunto, dobbiamo essere forzatamente visti da loro (i selvaggi) come esseri soprannaturali"; "veniamo da loro investiti dei poteri di una divinità"; per poi concludere con una terrificante sentenza di morte - "Stermineremo tutti i barbari!". Le somiglianze fondamentaliste con l'attuale situazione mondiale non sono una mera coincidenza.

Già ben prima di Michel Foucault, Conrad denunciava, per mezzo della sua letteratura, che il discorso della "lotta di razza" funzionava come principio di eliminazione, di segregazione e, infine di normalizzazione della società (Foucault)...

Si vede, anche, come in Conrad ci sia un uso accorto dell'immaginario magico-mitico delle popolazioni autoctone. Kurtz, l'uomo-sintesi della civile Europa - dell'Europa due volte disincantata-demagificata-razionalizzata-intellettualizzata (Max Weber), sia dall'etica religiosa giudaico-cristiana che dallo spirito del razionalismo scientifico - non esita a fare uso di espedienti considerati primitivi, come l'idolatria ed il soprannaturale, al fine di sottomettere, conquistare e normalizzare.

Alcuni commentatori (non arrivano ad essere dei critici) affermano disinvoltamente che nella giungla Kurtz impazzisca, che perda la ragione, avendo a che fare con la ferocia e la barbarie con cui convive per anni. Niente di più etnocentrico. Come se l'ipotetica "follia" venisse da fuori, come se gli venisse inoculata a causa della relazione promiscua con i selvaggi. Considerarla in tal modo, oltre che irrilevante, è solo una grossolana semplificazione, . Come individuo, lui, di fatto, rimane profondamente scosso da ciò che ha provocato in quel luogo: "L'orrore! L'orrore!" Ma in quanto agente sociale della modernità borghese, Kurtz conosce dei tassi di lucidità e dei tassi di demenza, in dosi fluttuanti di equilibrio e controllo razionale, sia per poter imporre la sua volontà di predatore della Natura (umana, animale, vegetale), sia per poter - con metodo e determinazione - trafficare in spiriti, in forza lavoro semi-schiava ed in merci, in maniera oggettivamente sincronizzata e funzionale ad un'attività commerciale con la lontana Europa. Dove sta la follia in tutto questo? Al contrario, in tutte queste azioni di gestione della predazione della Natura, nelle sue diverse forme di vita, si avverte il tono permanente dell'acutezza, della competenza, della logistica complessa e dell'organicità sistemica.
E' "l'arte della guerra" al servizio della rapina commerciale. E non si tratta solo della rapina ai danni degli elefanti e del loro ambìto avorio, ma egli corrompe allo stesso tempo tutto l'intero ambiente, dissolvendo, soprattutto, l'uomo e la sua cultura. La ponderata "follia" di Kurz è analoga al procedimento dello stregone - ricordato da Marx, nel Manifesto - il quale, incapace di controllare i poteri occulti scatenati per mezzo del suo feticcio, finisce egli stesso vittima del loro effetto. In ultima analisi, i danni causati mettono in pericolo la stessa impresa coloniale europea, i suoi capi. La "follia" è - a rigore - un lento processo di "lumpenizzazione" del personaggio. Kurtz non impazzisce, si trasforma in un "lumpen". In qualcuno che si stacca dalla sua propria classe, diventa un marginale sconsiderato che mette a rischio la dinamica del sistema.
Simbolicamente, Kurtz sarebbe il "lumpen" fondamentale, il "lumpen" essenziale.

Come un Faust "lumpen" postmoderno, si avvelena con le emanazioni malefiche provenienti dalle sue stesse azioni. Se il Faust di Goethe era moderno, il Faust "lumpen" rappresenta soltanto la postmodernità. Vive i limiti fisiologici del giorno-per-giorno. Come un cane che non conosce il suo futuro, il lumpen postmoderno ha solo il presente. Vive soltanto l'esistenza fisiologica unidimensionale, come un qualsiasi animale.

Il treno del capitalismo è già passato dalla stazione della modernità ed ora transita dalla stazione della postmodernità. Sono sempre meno i settori, le classi e gli individui che salgono su questo sinistro treno della storia. Abbandonati lungo il cammino, vagano tutti i superflui, i reietti del moderno sistema produttore di merci. Il lumpen è la schiuma che rimane lungo la scia di questo perverso itinerario. Il grande personaggio postmoderno è il lumpen, "la spazzatura di tutte le classi", la "massa disintegrata" (Marx), non governata, che viene vomitata dal sistema, ogni giorno. Cresce, come crescono i funghi, nella vita sociale contemporanea. Ci troviamo in piena invasione lumpen, viviamo un fenomeno dinamico che produce un ethos, una cultura e dei profili sociologici che le corrispondono. Ci sono mucchi di esempi. Il prodotto più recente, in Brasile, è stata la proliferazione delle sale del Bingo, gioco-lumpen che serve da copertura per tutta una serie di attività marginali ed anti-sociali. Per fortuna, il governo federale ha avuto il coraggio di mettere fine a queste fabbriche di "lumpenariato". Solo che colui che ha causato questo divieto è stato un altro personaggio lumpen che affligge la Repubblica, il corruttore-gangster che traffica in influenze e in risorse pubbliche a fini personali e privati. La criminalizzazione crescente della vita sociale è una conseguenza della dinamica lumpen. Il crimine si va a costituire in  forza produttiva e diventa un mezzo per vivere per milioni di persone. Questo, sul piano economico, si manifesta in molteplici forme creative: "accordi e cartelli, abusi di posizione dirigenziale, dumping e vendite di beni vincolati a servizi, aggiottaggio e speculazione, assorbimento e smembramento della concorrenza, falsi in bilancio, manipolazioni contabili e dei prezzi di trasferimento, frode ed evasione fiscale attraverso filiali off shore e società virtuali, dirottamento di crediti pubblici e mercati fraudolenti, corruzione e commissioni occulte, arricchimento illecito e abuso di beni sociali, vigilanza e spionaggio, ricatti e denunce, violazione del diritto del lavoro e della libertà sindacale, dell'igiene e della sicurezza, dei costi sociali ed ambientali" (Brie). L'avanguardia è il lumpen.

Il riciclaggio di fondi illeciti da parte delle principali banche degli Stati Uniti costituisce un'importante fonte dei flussi esterni verso quel paese. Una sottocommissione del Senato americano ha calcolato tale cifra intorno ai 500miliardi di dollari l'anno. Sono risorse che hanno origini diverse: dal narcotraffico mafia russa e giapponese ai fondi neri delle multinazionali, ai depositi dei paradisi fiscali "legalmente" tollerati. Si traffica ogni cosa: nuove droghe sintetiche, cocaina, armamenti pesanti, organi umani, prostituzione d'alto bordo, marchi contraffatti (assai spesso dagli stessi proprietari dei marchi, al fine di sfruttare il vasto mercato lumpen informale in tutte le grandi città del mondo), pirateria informatica e musicale, traffico di animali (solo questo traffico, attualmente movimenta circa 20miliardi di dollari), ecc..

Tutta l'intelligence e tutta la logistica statunitense dei servizi segreti che veniva utilizzata durante la Guerra Fredda, dove opera oggi? Chi dice che opera nella nuova guerra economica combattuta per l'americanizzazione dei fondi legali ed illegali (fondi-lumpen), vince un premio. La moneta è una merce vile che abbisogna della massima protezione; e gli Stati Uniti dispongono dei mezzi per garantirle sicurezza e redditività.

Oggi, il commercio mondiale annuale si situa "intorno alla cifra di 5.000 miliardi di dollari, di cui circa il 20%, ossia mille miliardi di dollari, tramite il crimine" (Brie). Questa ricchezza lumpen viene amministrata tranquillamente e serenamente dalle grandi banche del pianeta, per mezzo di grandi studi legali, mega-mediatori, diversi broker, trust e amministrazioni fiduciarie, e costituisce un monte premi lumpen che viene riciclato quotidianamente, in quantità parziali, dalla cosiddetta economia legale. Questa megalavanderia lumpen riscuote un tributo di vite umane. La Rocinha [N.d.T.: La più grande delle favela Rio de Janeiro] è solo un esempio che illustra questa violenza internazionale lumpen naturalizzata.

La crescita mondiale della dinamica lumpen è un'evidente indicazione dell'infermità strutturale del sistema produttore di merci. I figli di Kurtz proliferano e vogliono essere le avanguardie dell'anomia sociale. Il modo lumpen di stare al mondo è l'ultimo capitolo della saga illuminista. La montagna liberale ha finito per partorire i topi che rosicchiano l'umanità dell'uomo. A disposizione della sinistra che si è sistemata, rimangono solo poteri cattivi.

- Cristóvão Feil - Pubblicato il 27 aprile 2004 su Carta Maior -

fonte: Carta Maior

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