Alla fine del giugno del 1941, le relazioni diplomatiche fra la Spagna e l'Inghilterra vivevano giorni particolarmente difficili: Hitler era appena entrato in guerra contro l'Unione Sovietica, il principale nemico ideologico di Franco, e la cosa, di fatto, metteva gli inglesi nella scomoda posizione di essere gli unici alleati dei "rossi". In questo clima, Ramón Serrano Súñer, decise di approfittare della tensione del momento per organizzare un assalto all'ambasciata britannica a Madrid, che avrebbe dovuto svolgersi in un modo del tutto simile a come i nazisti avevano organizzato il pogrom della "Notte dei cristalli": organizzando l'operazione dall'alto, ma dando, allo stesso tempo, l'impressione che tutto fosse stato il prodotto spontaneo della rabbia popolare.
La mattina del 24 giugno, Serrano tenne in piena strada, davanti alla sede della Falange, un comizio, al termine del quale la popolazione che aveva assistito, adirata, cominciò a disperdersi, spontaneamente, in direzione della calle Fernando El Santo, dove aveva sede l'ambasciata britannica. Casualmente, in quel posto, si trovava parcheggiato un camion carico di sanpietrini e, altrettanto casualmente, nella zona si trovavano numerose autovetture tedesche, i cui occupanti erano muniti di macchine fotografiche. Proprio come era avvenuto nel corso della "Notte dei cristalli" che erano stati allertati i pompieri ( i quali, salvo alcune lodevoli eccezioni, si erano limitati a contemplare gli incendi delle sinagoghe e a proteggere i palazzi degli "ariani" che si trovavano nelle vicinanze), a Madrid venne mobilitata la polizia, la quale si ritirò subito dopo, con la scusa che la manifestazione era già stata sciolta dalla Falange, senza curarsi di quello che poteva accadere con la gente infuriata davanti all'ambasciata.
Non era la prima volta che, a Madrid, le autorità organizzavano una manifestazione cosiddetta spontanea di fronte all'ambasciata inglese. Si racconta che nel corso si una precedente occasione, con una folla chiaramente incline alla violenza che premeva alle porte dell'edificio, l'ambasciatore britannico a Madrid, Sir Samuel Hoare, ricevette una telefonata di cortesia da parte del governatore civile che voleva sapere se doveva mandare più polizia, cui l'ambasciatore rispose: "No, non mandate più polizia. E' meglio se mandate meno manifestanti!"
Ma stavolta l'occasione era assai ghiotta ed esigeva un'azione di maggior effetto. E si sa che qualsiasi manifestazione nazista non è completa senza un qualche tipo di fiamma, di rogo di libri o di sinagoghe. Forse per questo, Serrano aveva come obiettivo che la folla incendiasse, spontaneamente, le automobili con targa inglese che si trovavano davanti all'ambasciata; sicuro che le immagini delle vetture in fiamme avrebbero avuto un effetto particolarmente suggestivo, il giorno dopo, sulle prime pagine dei giornali. E probabilmente tutto sarebbe andato secondo i piani, se non fosse stato per il fatto che l'azione si stava svolgendo in Spagna, e non in Germania! Sir Hoare, nelle sue memorie, attribuisce la cosa al "carattere distratto" degli spagnoli, e forse è così, ma fatto sta che nell'organizzazione dell'evento era stato pensato a tutto, tranne che ... ai fiammiferi! Nel 1941, la Spagna era un paese poverissimo e pare che i fiammiferi, un oggetto fondamentale della vita quotidiana, scarseggiassero. oppure, forse, nessuno dei componenti la "folla adirata" aveva dei fiammiferi con sé - cosa alquanto improbabile, però - oppure, ancora, piuttosto, nessuno era disposto a sacrificarli per un atto di propaganda tanto vistoso quanto inutile. Ragion per cui, andò a finire che le automobili inglesi, benché subissero l'impatto di diversi sanpietrini, sfuggirono al rogo simbolico. E i giornalisti tedeschi che avevano ripreso così coscienziosamente la manifestazione, registrando ogni dettaglio, per poterla mostrare nei notiziari, dovettero fare a meno dell'impatto visivo delle fiamme.
In Germania non sarebbe successo!!!
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