La vendetta. Tutta la sua vita, in fin dei conti, fu un lungo e calcolato regolamento di conti contro le offese fattegli nel suo passato. La vendetta contro la fame e la miseria. Felipe Sandoval, anarchico, muratore, rapinatore e assassino. Felipe Sandoval, conosciuto come "Doctor Muñiz", capo, durante la guerra civile spagnola, della più temuta delle cosiddette "ceche" anarchiche.
Ha un bel curriculum, Felipe, nato il 26 maggio 1886 proprio nel "Barrio de las Injurias", a Madrid. Il suo primo colpo lo realizza a casa di Agapito Velasco, un funzionario comunale che ha il vizio di appropriarsi dei fondi dell'Assistenza Sociale, 35.000 pesetas è il bottino! Diventa così il nemico pubblico numero uno, una sorta di Al Capone spagnolo. E qualche mese dopo, sarà proprio in stile Al Capone la rapina portata a termine ai danni di una filiale del Banco de Vizcaya: 40.000 pesetas in dieci minuti. Poi, altre rapine, fino a quel 22 agosto 1936 quando organizzerà l'assalto e l'incendio del carcere Modelo a Madrid (nella foto) che si concluderà con l'esecuzione di tutti i più noti politici di destra, ivi rinchiusi, e che provocò uno shock tremendo alla Repubblica.
Già, la Repubblica, non c'era più la repubblica quel mese di giugno del 1939, a Madrid, in Calle de Almagro al n°36, dopo che i franchisti avevano portato a termine l' "operazione 101"! Centoeuno, i più ricercati, i più odiati. Dirigenti politici e sindacali, deputati, governatori, sindaci, giornalisti. Tutto quello che della repubblica era rimasto venne catturato ad Alicante, mentre aspettavano una nave che li avrebbe portati in esilio, e che non arrivò mai. Fra loro c'era Felipe.
Nel centro di detenzione, la polizia lo obbliga a redigere una confessione. E Felipe scrive tutto, tutto quello che lui ha fatto. 63 pagine, in cui ricorda chi era, chi è. Aveva 53 anni, ed era un uomo invecchiato e malato di tubercolosi (i suoi aguzzini lo costringeranno anche a leccare i suoi propri grumi di sangue dal pavimento). I suoi compagni lo accusano di tradimento.
Quest'uomo alto, magro, con mani grandi, educato e riservato, silenzioso si toglie la vita. Nessuno reclama il suo corpo, che verrà seppellito in una tomba anonima del cimitero di Madrid.
Ora, settant'anni dopo, un'ora e mezza di film, infarcito di materiale d'archivio, e con solo quattro foto di Felipe, gli rende giustizia.
"El honor de las injurias"
Dirección y guión: Carlos García-Alix
Fotografía: José Luis Sánz Peñalba
Montaje: Juan Luis de No, Marcos Flórez
Música: Álvaro de Cárdenas
Producción: No Hay Penas
País y año de producción: España, 2007
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