La categoria del nemico, sembra che in questo ultimo scorcio di agosto, mentre le mie vacanze volgevano al termine, abbia riguadagnato cittadinanza, per qualche lungo breve attimo. Già, il nemico, nelle sembianze di un vecchio signore che pronunciava parole, assai spesso rese incomprensibili dal condizionamento del dialetto, oltre che dal tempo. Adesso è morto, ma non riesco a riservargli né l'odio né l'onore che - magari - meriterebbe, per ragioni diverse e convergenti. Niente di tutto questo, per il semplice motivo che non è stato il "mio" nemico. Mi spiego! Col nemico - per quanto mi riguarda - bisogna misurarsi con gli occhi, negli occhi, interagire. Senza mediazioni. Il mio nemico era il padrone della ditta di autotrasporti industriali per cui lavoravo. Guglielmo Pampaloni! Il mio nemico era il commissario Fiorolli che mi buttava giù dal letto, alle sei del mattino. Veniva a controllare quanti coperti ci fossero ancora sul tavolo, in cucina, dopo avermi mostrato un foglio ciclostilato. Uno di quei circa ottocento mandati - tanti fossero, mi si diceva - a frugare nelle case delle "persone vicine" a chi aveva sequestrato - mille anni fa - un altro dei "grandi statisti" che questo nostro bel paese continua a produrre a ritmo forsennato. Già, il commissario Fiorolli, sempre preoccupato che non facessi troppo tardi, al lavoro, la mattina. Prima di lui, c'era stato il commissario Fasano. Una volta, me lo ricordo, in Piazza Strozzi, c'era una di quelle ridicole paratelle fasciste. Quattro gatti con otto aste di bandiere, messi lì solo per provocare l'inevitabile anti-fascismo. I quattro gatti fecero finta di abbozzare un tentativo di carica ai danni di qualche passante. Fasano - che era un omone di quasi due metri - ricordo, si scagliò contro i malcapitati nostalgici, afferrando due o tre delle loro bandiere, facendone sì un fascio, e ne fracassò le aste, sbattendole violentemente contro il selciato della piazza. Altri tempi, altri nemici. Oppure forse no. I nemici sono i soliti. Magari siamo noi, che siamo cambiati ...
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