Los Angeles, 1944. E' calmo, quasi indifferente, Charlie Chaplin, mentre il vice-sceriffo George Rossini gli prende le impronte digitali. Alle sue spalle, l'avvocato Jerry Giesler. Ha accompagnato il suo assistito che ha deciso di arrendersi alle autorità. Le accuse variano dalla cospirazione alla violazione del famigerato "Mann Act", il quale, dietro la pretesa volontà di punire la "riduzione in schiavitù dei bianchi", serve a censurare un non meglio definito "comportamento immorale". Quest'ultima accusa, coinvolgeva, in quanto parte lesa, l'attrice Joan Barry, che aveva già perseguito Chaplin un anno prima, per un riconoscimento di paternità. La donna verrà internata nel 1953, dopo esser stata trovata a camminare per strada, a piedi nudi, con in mano un paio di scarpine da neonato, che continuava a ripetere "This is magic".
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