mercoledì 23 aprile 2008

Un sorriso, lungo la strada che porta a Trento



Lo spettacolo sono andato a vederlo tempo fa. Mi sono lasciato convincere ed ho dovuto vincere la mia claustrofobia, per sedermi in un luogo angusto e scuro dove Giangilberto Monti rappresentava il suo "Un po' dopo il piombo". Si trattava di uno sguardo sull'Italia degli anni settanta, dalla lotta armata (vista anche attraverso la storia d'amore fra Renato Curcio e Mara Cagol) fra situazioni e canzoni. Le canzoni, ricordo, mi piacquero non poco. C'era come una sorta di inattualità, e solo dopo ho scoperto che, in buona parte, si trattava di canzoni già scritte, o quantomeno abbozzate, in quegli anni. Solo qualche giorno fa, sono riuscito a mettere le mani, e le orecchie, sul disco. Molto più ricco, musicalmente, rispetto all'esecuzione teatrale, affidata alla sola voce e chitarra dell'autore e, soprattutto, senza l'angoscia di quello spazio stretto, muffoso e buio.
Fra le undici canzoni, ce n'è una che mi ha colpito in modo particolare, per la sua naturale commistione fra una semplicità di parole e un'estrema suggestione musicale, una canzone che ha saputo restituire, alle mie orecchie e al mio cuore, un'immagine vera. Onestamente vera. La canzone, volendo, la si può ascoltare sul sito myspace di Giangilberto Monti.
Il testo lo metto qui sotto. Chi parla - anzi, chi scrive nella canzone - è Mara Cagol. Qui, volendo, c'è qualcosa che sa parlare con le stesse note della canzone, anche se non è una canzone. Andrebbe letto, magari ...

Cara Mamma, Milano
(Giangilberto Monti - Ubi Molinari)

Cara mamma, Milano è
una grande esperienza
questa grande città che all'inizio sorprende
luminosa e attraente
poi diventa feroce
e divora tutto quello che accade
e rimastica tutto
quel che è più naturale.
Cara mamma, Milano è
è la nuova barbarie
questo non si capisce perché
mi fa maturare.
Società che violenta ogni cosa
ogni nostro momento
ogni piccola gioia
ogni nostro tormento.

Ci reprime, ci spacca,
ci manipola il cuore,
poi la rabbia ci sale
si trasforma ed esplode.

Cara mamma, Milano è
una scritta, un corteo
gente senza una casa e un lavoro
più nero del nero
è un progetto ambizioso
un'idea luminosa è la tecnologia
ma cos'è criminale?
la città, chi ci vive o che sia quel che sia
Cara mamma, lo sai che io non ho
niente contro nessuno
ma qui m'intralciano, mi ruban le ore
qui non m'aiutano.
E io, mamma, smetto di scrivere
e di guardare
tu lo sai parlo troppo
non mi riesco a fermare.

La passione mi spacca
si rivolta nel cuore
poi la rabbia mi sale
si trasforma ed esplode.

Cara mamma, io tanti baci
ti voglio mandare
da Milano, da questa tua figlia
che non sa più che fare.

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