lunedì 11 giugno 2007

... e il senso non dev'essere rischiare ...



Sabato, a Roma, ci sto anch'io in mezzo quando i due schieramenti, assolutamente impari, si fronteggiano.
Per qualche motivo non voglio andarmene.
Non servo a molto, ma non voglio andarmene.
Rimango. A guardare. Guardo i ragazzi che cominciano a disselciare, come possono e dove possono.
Guardo la rabbia e il coraggio. Guardo i ragazzi che non vogliono scappare. Guardo la speranza.
Un'altra fila di ostinati. Un'altra generazione.
E non so andarmene. Guardo e rimango.
Guardo anche le facce contratte di chi urla e inveisce contro i "quattro stronzi".
E torno a guardare quelli che si mettono di traverso per strada, quelli pronti a tutto.
Un'altra gioventù con cui è impossibile trattare. Strafottente, anch'essa, di autorità di partiti e voti.
Non riesco ad andarmene da quella piazza!
Li seguo, ne osservo le mosse e sorveglio il potere di chi sta loro contro.
So che sono ormai "scaduto", con le mie piazze bruciate e le mie linee di scontro; io, e quelli della mia specie ed età.
Non so che ci faccio e cosa ci sto a fare. Poco e niente ci faccio. Niente che possa servire loro.
Però rimango, lo stesso.
Che altro non so fare!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con sentimenti del tutto analoghi, c'ero anch'io (più coda dell'occhio a misurare i movimenti della figlia,scorta per caso cinquanta metri più in là,apprensione senza che appaia,dunque : ulteriore disagio).Ho invidiato quelli della mia età capaci di interloquire a vario titolo.Mi sono autoinclusa nello Spezzone Voyeuristico.Ben mi sta.
Tiziana

BlackBlog francosenia ha detto...

Già. voyeur, guardoni! :-)
Hai proprio ragione. Ma non vedo cosa interloquire, a conti fatti. Anche quel tipo, alto con barba e capelli lunghi che sbraitava. Dava solo il senso triste del suo logoro schematismo. Meglio star zitti, che dire cazzate. Credimi :-)

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