Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
giovedì 18 gennaio 2007
Oreste
Mi è rimbalzata addosso, da tutte le parti, la notizia. Prima da un amico, che l'aveva sentita sul tg3. Poi è emersa sul sito di "repubblica". E stasera era su tutti i telegiornali! La notizia era, è, ormai certa. I reati sono prescritti, quali che essi siano, Può tornare in Italia. E poi, mentre mi chiedevo se poteva decidere, o meno, di tornare, ecco che dal "corriere della sera" è emersa l'affermazione del ritorno. Tornerà, a voce spiegata, a continuare a combattere. Diversamente non mi riesce nemmeno di immaginarlo. Non mi riesce neppure di pensarlo, inerte. Penso, invece, alla sua casa, vicino ai vecchi mercati di les halles. Che non ci sono più. Hanno lasciato il posto allo scintillante beaubourg. Penso alla sua casa, con la combinazione numerica per aprire il portone, per poter salire quelle scale. Una casa zeppa di carta, di tutto. Un caffé in mezzo ai fogli, e l'accordéon da una parte, pronta. La casa, rimessa a posto, per quanto possibile da Lucio Urtubia. Urtubia, l'uomo che mise in ginocchio la first national citybank, con un paio di cliché, e con la dignità dell'operaio. Roba d'altri tempi! Come Oreste, come Lucio. Già, gli "altri tempi", e le cicatrici che lasciano addosso. Cicatrici profonde, come quelle che lascia la musica. La fisarmonica e la voce. Ma non per cantare "addio a Lugano". No, la voce che risuona nelle mie orecchie è quella che intona "albergo a ore" di Herbert Pagani. Chissà mai perché, poi! Chissà perché penso a Lucia, che si rimette in viaggio. Per amore.
E cos'altro vale, a questo mondo? Per Oreste, per Lucio, per chi non c'è più e per chi rimane ......
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3 commenti:
e stamani, con le mie orecchie, l'ho sentito dire, alla radio, che fara' un "tour" in italia fra due settimane.
Oggi, controvoglia, ho comprato il manifesto, illudendoimi di trovare qualcosa di più succoso di un piccolo riquadro con una breve intervista, come invece è stato. Ma qualcosa c'era, dentro. Dice di voler fare il "giornale immaginario", da Bologna a Parigi, passando per Palermo. Sì farà proprio un tour. Da rockstar :-), o da guitto, come precisa lui stesso.
salud
Ci sono parole che mi sono sempre suonate meglio delle altre. Una di queste è "sovversivo". Rovesciare dal di sotto, o dal basso; "sub-verto". Dice Oreste: "torno più sovversivo di prima". L'ho comprato anch'io il Manifesto, senza nessuna illusione; ma questa frase che ho letto è sufficiente. Non ho ricordi diretti di Oreste. Ho soltanto una cartolina che mi mandaste da Parigi. E' rimasta a Friburgo, almeno per ora; accanto c'è un ritratto di Andrea Pazienza. Una cartolina e una certezza: che ci siamo. E che se avrà voglia e bisogno di una mano per il suo "giornale immaginario", la mia c'è. Un abbraccio. Ric.
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