sabato 14 maggio 2016

Guai ai vinti, e anche ai vincitori!

bretton cover

"Quando i mercati monetari e finanziari del mondo sono in tempesta, gli addetti ai lavori generalmente invocano «una nuova Bretton Woods», per prevenire il disordine economico ed evitare conflitti politici. Nella remota cittadina del New Hampshire si riunirono nel luglio del 1944, ben prima della fine della seconda guerra mondiale, i rappresentanti di 44 paesi. Gli accordi che furono raggiunti in quella storica conferenza hanno fatto sì che il suo nome evochi gli anni di stabilità e progresso seguiti alla guerra. La storia di quegli accordi, però, è costellata di drammi, intrighi e rivalità che poco si conoscono, e che Benn Steil fa rivivere in modo straordinariamente vivido in questo libro. Accantonata l’immagine convenzionale secondo cui Bretton Woods fu il risultato di un’amabile collaborazione tra inglesi e americani, Steil mostra invece come la conferenza sia stata l’anello decisivo di un ben più ambizioso progetto geopolitico, messo a punto dal ministero del Tesoro degli Stati Uniti – presidente Roosevelt – e teso a ridimensionare drasticamente il Regno Unito, considerato come un rivale economico e politico. Al centro della vicenda si situano le due figure antitetiche di John Maynard Keynes, il grande economista inglese, e di Harry Dexter White, il tenace tecnocrate americano, ispirato al modello del self-made man. Utilizzando una massa impressionante di documenti d’archivio, Steil offre un appassionante ritratto della controversa figura di White, vero artefice della centralità del dollaro nel sistema monetario mondiale, che venne appunto sancita dagli accordi di Bretton Woods. Si scopre così che White fu – privatamente – un ammiratore dell’economia pianificata, e che aveva intrattenuto per molti anni rapporti clandestini con esponenti dello spionaggio sovietico. Costruito su un impianto narrativo di grande respiro e di piacevolissima lettura, La battaglia di Bretton Woods è destinato a diventare un classico della storia economica e politica contemporanea." (dal risvolto di copertina di Benn Steil, "La battaglia di Bretton Woods. John Maynard Keynes, Harry Dexter White e la nascita di un nuovo ordine mondiale", Donzelli Editore, pagg.XX-408, € 38,00)

DAL TESTO – "Centrali in questo dramma furono i caratteri antitetici di Keynes e White: il facondo e raffinato esponente dell'Università di Cambridge e lo spavaldo e ostinato tecnocrate cresciuto nella classe operaia di Boston e discendente da immigrati ebrei lituani.”
"A Bretton Woods Keynes era una celebrità di primo livello dell'economia internazionale. I media americani non smettevano di parlare dell'acuto ed eloquente gentiluomo inglese che era riverito e attaccato per le sue nuove e inedite idee sull'intervento pubblico nell'economia. Keynes aveva attaccato l'ortodossia del credo degli economisti nello stesso modo in cui, vent'anni prima, Einstein aveva attaccato quella dei fisici. Nella monumentale Teoria generale del 1936 Keynes aveva sostenuto, con la sua inimitabile arguzia e sicurezza di sé, che quella che i governi ritenevano l'unica politica proponibile era in realtà sconsiderata in periodi di depressione. L'elemento chiave - arguiva - era che l'esistenza stessa della moneta al cuore dell'economia entra in drammatico conflitto con i meccanismi di stabilizzazione automatica che gli economisti classici credevano sempre al lavoro. Keynes avrebbe voluto applicare le sue idee alla progettazione di una nuova architettura del sistema monetario mondiale, costruita a partire da una nuova moneta di riserva internazionale, che sarebbe stata una minaccia alla supremazia del dollaro Usa su scala mondiale e che White era determinato a eliminare subito."

L'AUTORE – Benn Steil ha studiato al Nuffield College di Oxford e poi alla Wharton School dell'Università della Pennsylvania. È direttore del programma di Economia internazionale del Council on Foreign Relations di New York. Con "La battaglia di Bretton Woods", Steil ha vinto nel 2013 lo Spear's Book Award per la storia finanziaria.

INDICE DELL'OPERA – Asimmetrie, ieri e oggi – Prefazione, di Pierluigi Ciocca - I. Introduzione - II. Il mondo arriva alle White Mountains - III. La resistibile ascesa di Harry White - IV. Maynard Keynes e la minaccia monetaria - V. «L'atto più generoso» - VI. Gli ottimi piani di White e di Keynes - VII. White fa en plein - VIII. La storia è fatta - IX. Implorando come Fala - X. Via il Vecchio Ordine, avanti con il Nuovo - XI. Epilogo – Note

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