“Non esiste un’alternativa immanente. La sinistra non sa far altro che elogiare le alternative immanenti dell’ontologia e della storia dello sviluppo capitalista, e così si rifugia in gran parte nel passato e si appassiona ad una assurda disputa sul fatto se siamo nel 1914 o nel 1941. Entrambi le fazioni rimangono bloccate mentalmente al tempo del capitale, formato dalle economie nazionali e dalle potenze espansioniste dell’imperialismo nazionale. Entrambe sono analfabete sulla teoria della crisi e più estesamente su tutta la critica dell’economia politica. Entrambe si aggrappano all’immanente razionalità capitalistica del soggetto illuminista borghese.
I nostalgici del 1914 e i partigiani della mummia di Lenin invocano il fantasma di un’alleanza "antimperialista" tra oppositori di sinistra alla guerra nelle metropoli con i "sovranitaristi" e i "popoli" del Terzo Mondo che hanno la necessità di difendere l’indipendenza borghese contro gli imperialismi degli Usa, della Germania o dell’Ue. I nostalgici del 1941, al contrario, delirano sull’idea di una coalizione "anti-Hitler", sotto l’egida delle potenze occidentali "buone", contro il "fascismo islamico" ed i suoi complici tedeschi, per la difesa di Israele e della "civilizzazione".
(...)
Lo Stato palestinese collassa prima della sua fondazione perché la sovranità nazionale non rappresenta più assolutamente alcuna opzione di emancipazione; al contrario, l’Intifada ed i barbari attentatori suicidi non possono essere posti sul medesimo livello dell’annichilimento industriale degli ebrei ad Auschwitz. I falsi amici del Terzo Mondo assimilano Israele all’imperialismo non coscienti della sua qualità, risultato del globale antisemitismo; i falsi amici di Israele glorificano le forze reazionarie e ultrareligiose responsabili dell’omicidio di Rabin e cadono essi stessi in un’agitazione razzista primaria. I primi negano Israele come luogo di rifugio, gli altri ignorano il fatto che la sua esistenza è più minacciata dalla barbarie della crisi interna che dalle minacce militari esterne.
Gli zombie del 1914 accettano la barbarie nazionalista e antisemita, culturalista e antiamericana della "lotta di classe" e dell’ "antimperialismo". Gli zombie del 1941 abbandonano qualsiasi critica alla guerra dell’ordine mondiale, denunciano imperturbabili e sereni la perseguitata opposizione israelita, così come l’opposizione di sinistra negli Usa, e trasformano la necessaria critica dell’antisemitismo e dell’antisionismo in legittimazione del terrore democratico delle bombe. Quello che è necessario al posto di tutto questo è un’opposizione radicale alla guerra che mostri la reale situazione del mondo e sviluppi una critica categoriale della modernità capitalistica che vada più in là dell’erronea immanenza delle apparenti alternative, le quali altro non rappresentano che forme diverse della stessa barbarie della crisi cosmopolita.”
Robert Kurz - "Guerra d’ordine mondiale. La fine della sovranità e le mutazioni dell’Imperialismo nell’era della globalizzazione" (2003)
4 commenti:
adesso lo piglio e lo regalo a un compagno di qui che, viste le ultime due iniziative di cui e' stato promotore, ha bisogno di leggerlo.
Purché sappia leggere il francese, o il tedesco, considerato che Kurz non è mai stato tradotto in italiano.
fosse la lingua, il problema...
http://imotividiunuomo.blogspot.it/2012/08/considerazioni-musicali-dopo-la.html
chissà, magari il problema è proprio la "lingua" ...
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