mercoledì 4 maggio 2011

Attualità

joie.ouvriers

Tolosa, settembre 1897. Più di un secolo fa! Eppure, a leggere questo Rapporto (che può essere trovato qui, nella sua versione fotostatica originale, in francese), scritto da una commissione sindacale, sembra che tutto quello che gli gira intorno accada oggi. I riferimenti, le tattiche di cui si è disperatamente alla ricerca, la reazione, la prepotenza padronale e il tentativo di non avallarla, i ricatti, licenziamenti e precarietà.
Dinamite pura, questa relazione; così argomenta un commento su uno dei siti dov'è stata pubblicata. Ma la dinamite - si sa - è un po' come l'oro della Prima Internazionale, che si trasformava in carbone se cadeva nelle mani sbagliate.
Dinamite, in cerca di mani giuste!

 
Relazione della Commissione per il boicottaggio al Congresso corporativo tenutosi a Tolosa nel settembre 1897.

Ciò che negli ultimi anni, ha caratterizzato il movimento operaio è un profondo e crescente disgusto per il parlamentarismo e per tutte le illusioni politiche che, da troppo tempo, sono servite ad ingannare i lavoratori.
Questo disgusto per la politica è così intenso che anche i pochi compagni che credono ancora all'efficacia delle riforme del governo e, quindi, all'utilità della partecipazione alle lotte politiche, lasciano le loro opinioni fuori dalla porta dei sindacati: essi ritengono che portare in questi gruppi le loro preferenze personali, provocherebbe solo conflitti interni e discordia.
Questo atteggiamento dei lavoratori che hanno ancora fiducia in un intervento dello Stato non è forse la migliore prova che la politica è il grande elemento di discordia che finora ci ha ridotto all'impotenza?
E' stato al Congresso corporativo di Nantes nel 1895, che, molto nettamente, le corporazioni si sono sottratte all'influenza dei politici: il pretesto è stata la questione dello sciopero generale. I politici socialisti condannavano la propaganda di questa idea. Il Congresso si pronunciò contro di loro.
Nel 1896, al Congresso Internazionale di Londra, gli stessi politici tornarono alla carica: esigevano che fossero ammessi al Congresso solo i sindacati che avessero fatto un atto di fede politica e riconoscessero la necessità della conquista dei pubblici poteri. Vennero battuti. Lungi dall'indebolire i sindacati, questo orientamento economico ha dato loro una forza e un potere che non avevano avuto finora. I lavoratori hanno visto con chiarezza la situazione: hanno compreso che dovevano fare affidamento solo sulla loro forza e sulle loro iniziative per vincere sui capitalisti, e invece di rimanere in una sterile attesa di riforme del governo che cadessero dal cielo, hanno ritenuto di dover agire in prima persona.
Quindi hanno elaborato tattiche di resistenza e di lotta contro gli sfruttatori; a causa dei loro risultati troppe volte dolorosi, gli scioperi parziali hanno suscitato sospetto: lo sciopero è una soluzione di ripiego che si subisce, ma che non si ricerca.
Ma in luogo dello sciopero, c'è qualcos'altro da tentare per far fronte fronte ai padroni?
E'a questa domanda che ha risposto il Congresso di Tolosa. La questione del boicottaggio è stato il suo ordine del giorno e la Commissione si è fatta carico di studiare questa tattica, evidenziando gli ottimi risultati che ci si possono aspettare da un boicottaggio vigoroso, e ha completato il suo lavoro preconizzando un'altra tattica della stessa specie: il Sabotaggio.
La sua relazione, che i compagni potranno leggere qui sotto, è stata approvata all'unanimità dal Congresso. È stato poi deciso che venga svolta una propaganda attiva per diffondere la duplice tattica del Boicottaggio e del Sabotaggio.
Per soddisfare i desideri del Congresso, i compagni parigini della Commissione di Boicottaggio hanno preso l'iniziativa di pubblicare la relazione della Commissione stessa.
Questo è anche un inizio, l'inizio di una propaganda attiva: è necessario che i compagni familiarizzino con l'idea di Boicottaggio e di Sabotaggio.
Questo opuscolo non è altro che una sorta di prefazione ad una pubblicazione che si sta preparando ed in cui indicheremo, per industria e per professione, i modi pratici di Sabotaggio. Ma un tale testo richiede un'indagine preliminare; quindi speriamo che i compagni e i gruppi ci facilitino il compito inviandoci tutte le informazioni necessarie ad affrontare la questione.
D'altra parte, affinché attecchisca la tattica che noi preconizziamo, ovvero ispiri una sana paura ai capitalisti, bisogna che essa si infiltri nelle masse, prendendo consistenza, in modo che i padroni sappiano che i lavoratori, nella loro lotta, hanno un vantaggio capace di controbilanciare il loro potere. Siamo certi che allorché la tattica del Sabotaggio diverrà di pubblico dominio, gli sfruttatori si mostreranno più preoccupati a fronte delle nostre rivendicazioni, perché ci sentiranno in grado di resistere e di compromettere la situazione del loro capitale industriale! E'quindi assolutamente necessario che i compagni ed i sindacati, che ritengono eccellente la tattica da noi preconizzata, contribuiscano alla sua espansione diffondendo le pubblicazioni su questo tema. A questo scopo abbiamo pubblicato il nostro primo opuscolo al prezzo più basso possibile e speriamo che la nostra prima tiratura, di 100.000 copie, non sia l'ultima.

I membri parigini della Commissione
Delesalle, Reporter, Cumora, Pouget.

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE DI BOICOTTAGGIO

Compagni,

Il boicottaggio non è altro che la sistematizzazione di ciò che chiamiamo in Francia, la messa all'indice.
Cerchiamo di introdurre il termine boicottaggio, dal momento che esso porta in sé un'idea più rivoluzionaria di quella attribuita finora alla parola "messa all'indice".
Il boicottaggio, infatti, è di origine ed essenza rivoluzionaria. Le sue origini sono noti in Irlanda, il reggente delle enormi proprietà di Lord Erne, nella contea di Mayo, il capitano Boycott, si era reso talmente odioso per delle misure severe contro i contadini da essere messo all'indice durante il raccolto del 1879. Per Boycott non fu possibile trovare un solo lavoratore per i suoi raccolti e ovunque, inoltre, gli veniva negato qualsiasi servizio, tutti si allontanavano da lui, come da un appestato.
Il governo intervenne, inviando dei lavoratori protetti dalle truppe, ma era troppo tardi e le colture erano marcite.
Boycott, sconfitto, distrutto, si rifugiò in America. Nei giorni scorsi, è stata annunciata la sua morte. Il boicottaggio, iniziato contro Boycott, è stato continuato in Irlanda.
Dall'Irlanda, si propagò in Inghilterra e si diffuse ben presto in tutto il continente.
Ricordare alcuni esempi di boicottaggio non è inutile.
A Berlino nel 1894, sotto pressione del governo, i birrai rifiutarono le loro sale riunioni ai socialisti. Vennero boicottati, e lo furono così rigorosamente che di lì a qualche mese dovettero riaprire le sale ai socialisti.
Ancora a Berlino, la compagnia di circolazione tramviaria, rendendosi conto che il pubblico chiudeva da solo le porte, decise un giorno di licenziare 200 lavoratori chiudi-porta che aveva assunto in precedenza. Immediatamente, i socialisti intervennero sui tram, per una settimana, per convincere il pubblico che doveva lasciare le porte aperte. Così, grazie ad un boicottaggio di un tipo speciale, la società venne costretta a riassumere il personale che aveva licenziato.
A Londra, i dipendenti di un negozio avevano chiesto ai loro capi un pomeriggio di chiusura alla settimana, per compensare il pomeriggio del sabato durante il quale lavorano. Attraverso il boicottaggio costrinsero i proprietari negozi che si rifiutavano di ottemperare alla volontà dei loro dipendenti. In questo boicottaggio, i dipendenti si sono avvalsi di strumenti rivoluzionari, come il danneggiamento dei prodotti, ecc. Un giorno, tra l'altro, i boicottatori andarono in una salumeria, presero il cibo e lo gettarono per strada. E questo non fu un fatto isolato.
Potremmo citare molti altri esempi, ma per non sovraccaricare la nostra relazione, ci fermiamo qui, e poi, tutti possono trovare facilmente delle applicazioni di ciò che diciamo, intorno a loro, nella vita di ogni giorno.
Finora, i lavoratori che si sono detti rivoluzionari, per lo più sono rimasti sul terreno teorico: hanno lavorato per estendere le idee di emancipazione, hanno sviluppato e cercato di delineare un progetto di società futura dove lo sfruttamento dell'uomo sarà eliminata. Ma perché, oltre a questa opera di educazione, la cui necessità non è contestabile, non si è tentato niente per resistere alla prepotenza capitalista e, per quanto possibile, a rendere meno dure, per i lavoratori, le richieste padronali?
E' deplorevole che il Congresso, affermando la propria fermezza rivoluzionaria, non ha ancora preconizzato risoluzioni concrete per uscire dal terreno delle parole ed entrare su quello dell'azione.
Oltre lo sciopero, noi crediamo che vi siano altri mezzi da utilizzare, che possono, in qualche misura, tenere i capitalisti sotto controllo. Il boicottaggio, di cui abbiamo spiegato l'origine e di cui abbiamo citato alcuni esempi, sembra essere l'arma che, in molte circostanze, può dare ai lavoratori, una soluzione ai conflitti tra di loro ed i capitalisti.
La Commissione vi chiede dunque di considerare le proposte che vi sottopone. Siamo convinti, dopo un'attenta valutazione, che il boicottaggio vada praticato ogni volta che se ne dia l'occasione, e siamo convinti, altresì, che, se attuato con vigore, i risultati che ne deriveranno per la classe proletaria vi incoraggeranno a continuare su questa strada.
Esamineremo ora in quale modo può essere praticato il boicottaggio.
Chi si può boicottare?
L'industriale, la fabbrica?
Contro di lui, il boicottaggio è poco efficace: il suo capitale lo pone al riparo dal nostro tentativi. L'industriale non ha che dei rari rapporti con il pubblico: per diffondere i suoi prodotti si rivolge ai commercianti, che per la più parte dei casi, sono dei conservatori. Il controllo sulla provenienza dei loro prodotti è altresì difficoltosa, perché pochissimi produttori contrassegnano i loro prodotti, così come fa la "Verrerie Ouvrière. Quindi per ora lasciamo perdere gli industriali - ci riserviamo di tornare sull'argomento quando avremo approntato i mezzi necessari a raggiungerlo.
Parliamo del commerciante, con il quale siamo in contatto diretto e possiamo boicottarlo direttamente. Poche settimane fa, a Tolosa, è stato fatto un piccolo tentativo di boicottaggio contro i negozi che hanno rifiutato di chiudere la Domenica: per mezzo di manifesti, i compagni hanno invitato il pubblico a non comprare nulla la domenica. Quello che i compagni di Tolosa hanno fato in piccolo, noi vi invitiamo a farlo in grande: che, ogni volta che ce n'è bisogno, ogni volta che il commerciante vuole tagliare i salari, aumentare le ore di lavoro, o quando il lavoratore vorrà lavorare di meno, guadagnare di più, imponga le sue condizioni al padrone commerciante; allora, con tutte gli strumenti a nostra disposizione, che il suo negozio sia messo all'indice, e che, attraverso manifesti, volantini, incontri, manifestazioni o altro, secondo l'iniziativa dei lavoratori, il pubblico sia invitato a non acquistare nulla da lui, fino a quando non avrà dato piena soddisfazione ai propri dipendenti.
Così hanno fatto i nostri compagni in Inghilterra ed in Germania, di cui si parlava in precedenza, ed in molti casi si è vinto.
Per quanto riguarda l'industria, come abbiamo spiegato sopra, il boicottaggio può raggiungerla con difficoltà. Per contro; il normale funzionamento della società capitalistica permette loro, sotto la minaccia della diminuzione dei salari, dell'aumento delle ore di lavoro, o della disoccupazione brutale, di usare contro di noi un boicottaggio mortale. Sono anche andati oltre, praticando il boicottaggio politico e mettendo all'indice i lavoratori consapevoli dei loro diritti, impedendo loro non solo di propagare le idee di emancipazione che li animano, ma perfino di vivere. Attualmente, a Roubaix, l'"Unione sociale e Patriottica", un'associazione di industriali e politici, è stata costituita per sconfiggere le idee di emancipazione e rimuoverle da una massa considerevole di lavoratori. Per essere assunti presso gli stabilimenti di Roubaix e Tourcoing, bisogna ora che il lavoratore sia iscritto alle liste dell'"Unione sociale e Patriottica"; e non crediate che il rifiuto di assumere dei lavoratori indipendenti sia praticato di nascosto. No, apertamente, alla luce del sole, cinicamente, pubblicando le proprie intenzioni di proscrizione. Chiaramente, nello statuto, si dice che il suo scopo principale è quello di dare lavoro ai suoi membri a scapito dei lavoratori che si battono per l'emancipazione del proletariato.
Abbiamo citato questa città, perché li vi è un milieu rivoluzionario e la città ha un consiglio comunale socialista, vogliamo credere intriso di buone intenzioni, ma incapace di controllare le manovre di oppressione e di persecuzione utilizzati dagli industriali reazionari.
E, non vi sbagliate, ciò che esiste oggi a Roubaix domani si diffonderà da costa a costa della Francia, se non vi poniamo freno.
Attraverso quali mezzi si può resistere a questo boicottaggio padronale e fermare l'espansione del lavoro reazionario e sinistro con cui i capitalisti di Roubaix e Tourcoing danno un esempio ai loro colleghi?
Qui, la vostra Commissione è convinta che il boicottaggio che possiamo tentare contro gli sfruttatori in questione porterebbe solo delusione. Ragion per cui, vi proponiamo di completarlo con una tattica della stessa essenza che noi chiamiamo Sabotaggio.

Questa tattica, come il boicottaggio, arriva dall'Inghilterra dove ha reso grandi servigi nella lotta che i lavoratori fanno valere contro i padroni. Laggiù è conosciuto come "Go canny".
A questo proposito, è utile citare il recente appello lanciato dalla "Unione Internazionale degli scaricatori di navi", che ha sede a Londra:

"Che cos'è "Go Canny"?
Questa è una parola breve e conveniente per designare una nuova tattica usata dai lavoratori al posto dello sciopero.
Se due scozzesi marciano insieme ed uno va troppo veloce, l'altro gli dice "Go Canny!", che significa 'Marcia dolcemente, a tuo agio."
Se qualcuno vuole comprare un cappello che vale cinque franchi, deve pagare cinque franchi. Ma se ne vuole pagare solo quattro, be', ne avrà uno di qualità inferiore. Il cappello è una 'merce'.
Se qualcuno vuole comprare sei camicie per due franchi ciascuna, pagherà dodici franchi. Se ne paga solo dieci, egli avrà solo cinque camicie. La camicia è ancora una merce venduta sul mercato.
Se una famiglia vuole comprare un pezzo di carne che vale tre franchi, li deve pagare. E se offre solo due franchi, allora avrà della carne cattiva. La carne bovina è anche una merce venduta sul mercato.
Bene, i padroni dichiarano che il lavoro e le abilità lavorative sono 'beni per la vendita sul mercato, come cappelli, camicie e carni bovine. Perfetto, noi rispondiamo, vi prendiamo in parola.
Se sono 'beni' vendiamo come il cappellaio vende cappelli, e la carne del macellaio. Per il prezzo sbagliato, danno la merce sbagliata, e noi faremo altrettanto.
I padroni non hanno il diritto di fare conto sulla nostra carità. Se si rifiutano persino di discutere le nostre richieste, beh, possiamo mettere in pratica le tattiche di "Go canny", di “'lavoro dolce”, fino a quando non ci ascolteranno".

Ecco chiaramente definito "Go canny", il sabotaggio: a paga cattiva, cattivo lavoro.
Questa linea, utilizzata dai nostri compagni inglesi, crediamo che possa essere applicata in Francia, perché la nostra situazione sociale è identica a quella dei nostri fratelli in Inghilterra.
Resta da definire sotto quale forma deve essere praticato il sabotaggio.
Sappiamo tutti che lo sfruttatore di solito per aumentare la nostra servitù sceglie il momento in cui quando abbiamo maggiori difficoltà a resistere alla sua invadenza attraverso lo sciopero parziale, il solo mezzo utilizzato fino ad oggi. Presi  nell'ingranaggio, incapaci di entrare in sciopero, i lavoratori colpiti subiscono le nuove esigenze del capitalista.
Col Sabotaggio la cosa si fa ben diversa: i lavoratori possono resistere, non sono più alla totale mercé del capitale e non sono più la carne morbida che il cuoco impasta come meglio gli piace; ora hanno in mano un mezzo per affermare e dimostrare all'oppressore che sono uomini. Inoltre, il sabotaggio non è così nuovo come sembra: da sempre, i lavoratori lo hanno messo in pratica individualmente, ma senza metodo. Istintivamente, hanno sempre rallentato la loro produzione, quando il padrone aumentava le sue richieste, senza rendersene conto chiaramente, hanno applicato la formula: a cattiva paga, lavoro cattivo.
E si può dire che in alcuni settori dove il lavoro a cottimo è stato sostituito dal lavoro a giornata, una delle cause di questa sostituzione è stato il sabotaggio che consisteva nel fornire ogni giorno la minor quantità di lavoro possibile.
Se questa tattica ha già dato risultati, anche praticata in modo spontaneo, che cosa apporterà il giorno in cui diventerà una minaccia continua per i capitalisti?
E non crediate, compagni, che sostituendo il lavoro a giornata con quello a cottimo, i padroni si siano messi al riparo dal sabotaggio: questa tattica non è circoscritta al lavoro a giornata. Il sabotaggio può e deve essere praticato sul lavoro a cottimo. Ma qui, la linea di condotta differisce: limitare la produzione qui limiterebbe la retribuzione del lavoratore, quindi deve applicare il sabotaggio alla qualità, invece di applicarlo alla quantità. E poi, non solo il lavoratore non darà all'acquirente più di quello che merita, della sua forza lavoro, ma ancora una volta, lo colpirà nella sua clientela, che gli permette a tempo indeterminato, il rinnovo del capitale, fondamento dello sfruttamento della classe operaia. In questo modo, lo sfruttatore è costretto sia a capitolare, acconsentendo alle rivendicazioni fatte, sia a rimettere i mezzi di produzione nelle mani dei produttori.
Due casi, altresì, si presentano: quando il lavoro a cottimo è fatto a casa, con attrezzature di proprietà del lavoratore, e quando il lavoro è centralizzato nello stabilimento di cui il padrone è il proprietario. In questo secondo caso, il sabotaggio sulla merce si unisce al sabotaggio sui mezzi di produzione.
E qui dobbiamo solo ricordare l'emozione che si produsse nel mondo borghese, due anni fa, quando si venne a sapere che i dipendenti della ferrovia potevano, con due soldi, comprare un certo ingrediente, per mettere una locomotiva nell'impossibilità di funzionare. Questa emozione è per noi un avvertimento di quello che possono fare dei lavoratori coscienti e organizzati. Con il boicottaggio ed il suo indispensabile complemento, il sabotaggio, abbiamo un'arma efficace di resistenza che, in attesa del giorno in cui i lavoratori saranno abbastanza forti per emanciparsi completamente, ci permetterà di tenere testa allo sfruttamento di cui siamo vittime.
Abbiamo bisogno che i capitalisti lo sappiano: il lavoratore rispetterà la macchina solo il giorno in sui essa sarà divenuta per lui un'amica che accorcia il lavoro, piuttosto che, come ora, la nemica, la ladra di pane, la killer dei lavoratori.

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RISOLUZIONI

Affermazione teorica
 
Proponiamo pertanto di prendere in considerazione la seguente proposta:
Ogni volta che ci sarà un conflitto tra padroni e lavoratori, sia che il conflitto sia dovuto alle esigenze padronali, o che sia dovuto all'iniziativa operaia, e nel caso che lo sciopero non sembri produrre risultati per i lavoratori interessati; che si applichino il boicottaggio o il sabotaggio, o entrambi contemporaneamente, sulla base di dati che abbiamo appena descritto.

Proposta di messa in pratica
 
Già, siamo in grado di uscire dal campo teorico ed entrare subito nella pratica:
La Commissione propone che, per favorire il flusso dei prodotti della Verrerie Ouvrière, i lavoratori coscienti applichino un boicottaggio rigoroso presso tutti i vebnditori di liquori che si rifiutano di mettere i loro liquidi nelle bottiglie di vetro provenienti dalla Verrerie Ouvrière.
Così facendo, aiuteremo a diffondere lo strumento del boicottaggio, cosa più importante, lavoreremo per la solidarietà.

La Commissione di Boicottaggio

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La lettura di questa relazione, e le sue conclusioni, al Congresso di Tolosa venne accolta con applausi unanimi. Nessuno ha parlato contro, alcuni compagni pronunciarono poche parole, con il solo scopo di sostenere la tattica di boicottaggio e sabotaggio. Ed è questa unanimità che ci dà speranza per il futuro.
Così, in chiusura, ribadiamo il nostro appello urgente a tutti i compagni e gruppi affinché diffondano questo opuscolo, e siamo fiduciosi che presto, questa propaganda darà risultati efficaci.

I compagni parigini della Commissione di Boicottaggio.

Nota
La Commission du Boycottage était composée de huit membres : BERNADAC, délégué des Tailleurs de Toulouse : BESSET de la Fédération nationale des syndicats Lyonnais, des Mineurs de St-Bel et des Teinturiers de Villefranche (Rhône) ; CUMORA, de l’Union des mécaniciens de la Seine ; DAX, des Chapeliers de Toulouse ; DELESSALLE, de l’Association syndicale des garçons restaurateurs et limonadiers de la Seine ; NARCISSE, des Bûcherons de Villers-Cotterets ; POUGET, des Cordonniers cousu main de Paris, de la Fédération des syndicats de Vienne et de la Bourse du Travail d’Amiens ; RICHER, des Cordonniers, des Galochiers semelliers et des Tailleurs du Mans, de la Bourse du Travail du Mans et des Cordonniers réunis de Blois. Au cours de ses travaux, la Commission s’est adjoint le camarade THIERRARD, de l’Union des travailleurs du textile de Reims.

2 commenti:

Nexus Co. ha detto...

Ti dispiace se faccio copia-incolla nel mio blog di questo articolo inerente al sabotaggio secondo i sindacalisti francesi?

BlackBlog francosenia ha detto...

Prego. Fai pure.

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