Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 12 agosto 2009
Mitologie!
Si torna dalle ... vacanze, e si pensa di aver qualcosa da raccontare. Posti, suggestioni, persone. Un bagaglio di foto, qualcuna ti sembra migliore, più importante delle altre. Chissà. Stavolta, è successa una cosa abbastanza strana. Casuale. Eravamo partiti per una cena di pesce alla darsena, da januzzo. Poi, invece, inoltrandosi per Ortigia, si è cominciato a cambiare idea, anche perché la serata comandava senz'altro una scenografia all'aperto, di strada o piazzetta o cortile. Così, dopo aver puntato, illusi, alla cucina iblea di Mariano, tutto troppo pieno, siamo finiti nello scenario incredibile della Corte degli Avolio, in via del Consiglio Reginale. E, anche lì, ancora il caso. La scelta fra i due ristoranti incastonati nella piazza. Per caso, quasi "sbagliando", la scelta cade su "Il Cenacolo", più in odor di ... trattoria del concorrente.
Un uomo, fra i tavoli, il proprietario, decisamente. Chiede, consiglia, sorride. Ma la faccia, io, quella faccia ... Mi capita sempre, a Siracusa, di pensare di riconoscere le facce, per la strada. Quasi sempre lascio perdere, non ne sono troppo certo ed evito una figuruccia. E mi tengo i ricordi!
Il liceo scientifico "Orso Mario Corbino" (questi, un fisico nato ad Augusta) è un luogo mitico per i siracusani della mia generazione. Entri, e nell'atrio giganteggia una statua. "Invento speculo naves romanas incendit", la scritta sul piedistallo della statua, ad accogliere personaggi che non avrebbero certo sfigurato in un film come "il seme della violenza". Ma questa è un'altra storia, come si dice.
La storia della sera, di cui sto parlando, racconta invece di un'agnizione, di un tatuaggio su un braccio e di un libro. Dentro il libro che ho sfogliato, al tavolo, con occhi affamati di musica e di ricordi, c'era tutta la storia e tutti i personaggi di un tempo passato. "Siracusa Beat", si può comprare solo laggiù, alla "Casa Musicale Antonino Fiore", che se non era il negozio di Ray Charles, ne "I Blues Brothers" ...
Dentro ci sono tutti, ci sono anch'io, anche se non appaio né col nome, né, tantomeno, in effigie. Ci sono le decine di gruppi e di persone che facevano musica, che erano fatte di musica. Allora, funzionava così, e sculo per chi non c'era e per chi non c'è stato.
Pippo Lo Manto ed io, c'eravamo!
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